Allargamento I: la questione russa
I ministri degli Esteri dell’Ue, criticando
l’atteggiamento negativo di Mosca verso l’allargamento
ad est dell’Unione, il 23 febbraio hanno sollecitato
la Russia a rinnovare “senza precondizioni”
l’accordo bilaterale di partenariato e cooperazione
entro il primo maggio 2004, data dell’ingresso
dei dieci. Mosca non ha gradito. Mikhail Marghelov,
presidente della commissione esteri del senato e fedelissimo
del presidente Vladimir Putin, ha commentato: “Si
tratta di un linguaggio da sanzioni, che non è
in linea con lo stile richiesto dalle attuali relazioni
tra Russia e Unione Europea”. Per Marghelov
il rapporto tra Mosca e le istituzioni di Bruxelles
è più problematico di quelli bilaterali
con i principali governi europei. Il Presidente francese
Jacques Chirac è venuto invece incontro a Putin,
chiedendo “più rispetto” verso
la Russia.
The
Guardian scrive che la Commissione Prodi starebbe
pensando a sanzioni dello stesso tipo di quelle imposte
recentemente agli Usa, nel caso in cui Mosca non cessasse
“il suo atteggiamento belligerante nei confronti
dei paesi dell’Est che entreranno nell’Unione
a maggio”. La Russia non vuole che l’accordo
di partenariato e cooperazione già esistente
con l’Ue venga esteso ai nuovi dieci, perché
questo permetterebbe a molte compagnie polacche e
slovacche di esportare beni in Russia a tariffe assai
inferiori alla precedenti. “C’è
frustrazione per il fatto che le due parti stanno
facendo scarsi progressi in altre aree”, scrive
il quotidiano londinese, che ricorda le tensioni sulle
riforme di Putin, sulla Cecenia, sulla libertà
dei media e sul protocollo di Kyoto. “La commissione
ha annunciato una revisione della sua strategia verso
la Russia dopo le polemiche provocate dal primo ministro
italiano Silvio Berlusconi, che, da Presidente di
turno, lodò la politica cecena di Vladimir
Putin e la sua posizione verso il gigante del petrolio
Yukos: una diretta contraddizione della visione di
Bruxelles”.
Per la Sueddeutsche Zeitung ñsotto Vladimir Putin la Russia ha effettuato un cambio di direzione, verso meno democrazia e meno diritti umaniî. Le Figaro sottolinea inoltre lÍinquietudine di Bruxelles per la pressione esercitata da Mosca sulle tre repubbliche baltiche. Il ñgrande ritornoî, come lo chiama il quotidiano francese, si esprime soprattutto a livello economico: ñLa Russia si ritrova in posizione di quasi-monopolio nel settore energetico balticoî. Ma, come nota lÍex primo ministro lituano Andrius Kubilius, ñcontrariamente alle imprese occidentali, che si disinteressano della vita politica locale, i Russi investono massicciamente nei partitiî. ñLÍeuropeizzazione della politica esteraî, che avverrö dal primo maggio, permetterö ai tre paesi baltici, secondo Le Figaro, di scappare ñdal dialogo spesso pesante che intrattengono col loro grande vicinoî. target="_blank">The Economist , invece, argomenta: ñOra che la questione tedesca ² stata risolta, si pone la questione russa, pu÷ la Russia, dopo secoli di autocrazia e imperialismo, essere trasformata in quella specie di bel paese democratico che vada facilmente dÍaccordo con i suoi vicini europei?î. ñLa risposta ¿ continua il settimanale britannico ¿ sembra essere: ancora per un poÍ noî. Per Le Monde, infine, dietro il richiamo di Jacques Chirac al ñrispettoî verso Mosca cͲ anche ñun calcolo politicoî: ñPer il suo mondo multipolare, egli ha bisogno di Vladimir Putin ¿ scrive il giornale parigino ¿ che, privo di concorrenti, sta per essere riletto trionfalmenteî.
Allargamento II: l’avvertimento di
Blair
Gli immigrati dai dieci paesi che entreranno nell’Unione
da maggio verranno “messi fuori” dalla
Gran Bretagna, se non saranno in grado di sostenersi.
Lo ha annunciato Tony Blair il 23 febbraio, dopo che
il suo ministro degli Interni David Blunkett ha dichiarato
che i lavoratori provenienti dai nuovi membri verranno
inseriti in una lista di lavoratori legali. La norma
non varrà per i cittadini di Cipro e Malta,
ed è comunque più leggera rispetto alle
misure studiate da Germania e Austria, che si avvarranno
dell'intero periodo di transizione previsto dal Trattato
di adesione (cinque anni piu’ due) per limitare
la libera circolazione. “E’ chiaro che
Prodi e la Commissione europea sono abbastanza preoccupati;
– ha commentato il portavoce del Presidente
dell’esecutivo europeo, Reijo Kemppinen –
stiamo valutando il problema per verificare se tutte
queste misure sono compatibili con la legislazione
europea e se sono manifestazioni di una tendenza che
dovrà essere guardata più in dettaglio”.
Spiega bene la vicenda il New York Times, che riporta come i nuovi immigrati, secondo il progetto di Blunkett, non potranno pretendere almeno fino al 2006 alcun beneficio sociale. ñLe restrizioni non sono cosÒ severe come quelle annunciate da Francia e Germania ¿ commenta il Nyt ¿ ma rappresentano unÍinversione di tendenza, sotto la pressione dei leader dellÍopposizione e dei giornali tabloid, rispetto alla precedente promessa di Tony Blair, riguardo a un accesso senza limitiî. Il quotidiano americano sottolinea come ora, ñad eccezione dellÍIrlanda, la maggior parte dei membri dellÍUe hanno introdotto restrizioni su lavoratori dellÍEst ¿ una contraddizione evidente della tanto vantata apertura al diverso una volta ostentata da paesi europei come Svezia e Olandaî. Anche Bertie Ahern, il premier irlandese e attuale Presidente di turno dellÍUnione, si ² detto preoccupato della tenuta dello stato sociale: ñDobbiamo proteggerci da quello che potrebbe essere un abuso del sistemaî.
The Guardian legge la notizia in positivo, evidenziando il coraggio del governo, che si ² comunque riservato il potere di imporre restrizioni per proteggere il mercato del lavoro britannico, nel caso in cui il numero dei nuovi immigrati ecceda significativamente i 12-13.000 previsti dai demografi dellÍUniversitö di Londra. Chi lavorerö senza essere registrato potrebbe essere rimpatriato nel paese dÍorigine.
Turchia, Schroeder scavalca Berlusconi
Mentre Edmund Stoiber, il leader dellÍopposizione cristiano-democratica tedesca, ha detto di ritenere ñnon finanziabileî lÍingresso nellÍUnione da parte di Bulgaria e Romania nel 2007, Gerhard Schroeder ² ormai ufficialmente diventato lo sponsor principale dellÍadesione turca allÍUe, scavalcando sul piano internazionale il premier italiano Silvio Berlusconi. Il Cancelliere, del quale avevamo giö segnalato l'impegno filo-turco, ha voluto stavolta incontrare il primo ministro Recep Tayyip Erdogan direttamente a Istanbul. Nonostante lÍopposizione della Cdu e la cautela del Presidente della Repubblica, il socialdemocratico Rau, Schroder ha ribadito che la Turchia ñpu÷ fidarsiî dellÍappoggio tedesco.
Rimane tuttavia sul tavolo il problema dellÍunificazione di Cipro, come ricorda Le Monde: ñLa non-risoluzione del problema dellÍisola ïpotrebbe diventare un ostacolo serioÍ alla candidatura turca, aveva annunciato la Commissione nellÍautunno 2003î. Il quotidiano francese cita le divisioni interne alla societö turca sulla questione cipriota, ma ricorda anche lÍincoraggiante posizione del ministro degli Esteri di Istanbul, Abdullah Gul: ñIl tempo del sangue che cola ² finitoî.
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