247 - 21.02.04


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Il futuro di Madrid
a cura di Daniele Castellani Perelli

Immigrazione, Annan bacchetta l'Europa (e la destra)
Il 29 gennaio il Segretario generale dell'Onu Kofi Annan ha parlato davanti al Parlamento europeo, dove ha ricevuto il premio Sakharov. Annan, come ha sottolineato The Guardian, ha attaccato la "fortezza Europa", avvertendo che le politiche "disumanizzanti" dell'Ue verso gli immigrati stanno portando molti alla morte. "Gli immigrati sono stati talvolta stigmatizzati, avviliti, anche disumanizzati", ha detto il Segretario generale, che ha ricevuto il plauso dei parlamentari, ma anche alcune critiche, come quella del gollista Charles Pasqua, ex ministro degli Interni francese, che ha giudicato "utopistico" il discorso di Annan e ha invitato le Nazioni Unite a spendere di pið nell'aiutare lo sviluppo e nel mantenere i migranti a casa loro.

Le Monde racconta come la destra europea sia rimasta spiazzata dal discorso del Segretario generale. Il capogruppo del Ppe Hans-Gert Poettering, ad esempio, si ² tolto dall'imbarazzo parlando di Sakharov, mentre l'altro popolare tedesco Elmar Brok ha detto che bisogna "regolare i problemi dell'immigrazione lö dove vive la gente".

Il futuro di Madrid
Il 4 febbraio scorso Jos³ MarÒa Aznar ha parlato davanti al Congresso americano, a Washington. El Mundo scrive che il premier spagnolo ha definito il suo paese "una delle grandi nazioni d'Europa", e che ha riconfermato un "appoggio incondizionato agli Stati Uniti" nella lotta al terrorismo. "Come europeo non desidero altra alternativa alla relazione atlantica", ha continuato il fedele alleato di Bush, poi indirettamente alludendo a Francia e Germania nell'esplicita condanna di chi nel Vecchio Continente lavora per la formazione di un contropotere agli Stati Uniti. Le buone relazioni con Washington sono state confermate anche dal buon rapporto personale tra i due ministri degli Esteri, Colin Powell e Ana Palacio: "Il segretario di Stato - ha notato La Vanguardia - si ² permesso di accarezzare la schiena, tra le risa, alla ministra spagnola".

Di tutt'altro orientamento l'opposizione del Psoe. In un'intervista concessa a Le Monde, il segretario socialista Jos³ Luis Rodriguez Zapatero ha spiegato che, in caso di vittoria progressista alle prossime politiche di marzo, la Spagna si batterebbe finalmente per un rafforzamento dell'Unione europea, stringendo il legame tra Madrid, Parigi e Berlino.

Cina, la Realpolitik francese
Abbiamo visto sullo scorso numero come le relazioni internazionali dell'Europa, o dei pið importanti suoi membri, siano spesso improntate al realismo. Come accade anche con la democrazia decisamente imperfetta dell'Iran, con la Cina si preferisce il dialogo allo scontro. Il 28 gennaio il Presidente Hu Jintao, in visita di Stato a Parigi, ² stato ricevuto dall'Assemblea nazionale francese. Nonostante la protesta trasversale di diversi parlamentari, la visita ha rinsaldato i rapporti tra Pechino e Parigi. In una dichiarazione congiunta ² stato riaffermato da entrambi i paesi "il dovere di promuovere e proteggere i diritti dell'uomo", ma si ² altresÒ espressa una posizione comune contraria al referendum per l'indipendenza di Taipei. "La Francia cede sul dossier taiwanese", ha titolato Liberation, mentre The Independent ha commentato: "La Francia evita i diritti umani e forgia un'alleanza strategica con la Cina". Il quotidiano inglese ha scritto che l'appoggio sulla questione taiwanese e "la richiesta di Chirac per la fine dell'embargo europeo alla vendita di armi da parte della Cina" rappresentano i fondamenti per una nuova alleanza economica e diplomatica tra Pechino e Parigi. Intanto la Cina, da parte sua, si ² impegnata a comprare ventuno airbus A-320 dal consorzio europeo guidato dalla Francia.

Turchia, funziona l'incitamento europeo
Continua a dare i suoi frutti la collaborazione tra Ue e Turchia. Spinto da Bruxelles a quelle riforme che sole possono aprirle le porte dell'Unione, il governo di Ankara ha presentato un progetto che mira a compensare i curdi che abbiano sofferto il terrore dei servizi di sicurezza durante la campagna per sconfiggere il partito separatista dei lavoratori curdi, il Pkk. Secondo Amnesty International, sarebbero stati un milioni le vittime curde di un conflitto che ² durato dal 1984 al 1999. "La misura - ha scritto The Guardian - ² stata annunciata pochi giorni dopo che Romano Prodi ha chiesto ad Ankara di proseguire nelle riforme, in quella che ² stata la prima visita in Turchia di un Presidente della Commissione europea". "Questo non ² che un altro esempio - ha commentato John Sitilides del Western Policy Centre, un think tank con sede a Washington - di come il processo di avvicinamento all'Ue stia aiutando il governo del primo ministro Recep Tayyip Erdogan ad applicare un'agenda di riforme serie". L'adesione di Ankara, tuttavia, continua a creare difficoltö all'interno del Partito popolare europeo. Il malumore dei cristiano-democratici tedeschi ha spinto il premier Erdogan a cancellare la propria partecipazione dal congresso del Ppe. Al suo posto ² stato inviato il ministro degli Esteri Abdullah Gul.

Prodi e Fischer contro l'antisemitismo
Due eventi importanti hanno contribuito recentemente a distendere ancora pið, dopo le note polemiche, i rapporti tra Europa e comunitö ebraiche. Il 2 febbraio c'² stata la visita di Romano Prodi a Vienna, dove ha ricevuto dal Convegno annuale dei rabbini europei il premio Humanitarian Achievement Award 2003, per i suoi sforzi a favore del dialogo tra le culture e la tutela dei diritti delle minoranze in Europa. Pochi giorni prima, a Berlino, autorevoli intellettuali del Vecchio Continente si sono confrontati sul tema dell'antisemitismo nel corso di un convegno organizzato dalla Fondazione Heinrich Boell. Era presente anche il ministro degli Esteri tedesco Joschka Fischer, il quale ha legato il fenomeno della diffusione dell'antisemitismo in Europa al conflitto in Medio Oriente. Quest'ultimo argomento ha cosÒ monopolizzato il discorso che, come annota Le Monde, il saggista britannico Antony Lerman ha domandato ad un certo punto quale dei due fosse il tema principale. La giornalista Anne-Elisabeth Moutet ha invece messo in guardia contro i pericoli di una situazione in cui, in Europa, "le comunitö arabo-musulmane sono bombardate, tramite cassette, Internet o televisione satellitare, dalla propaganda antisemita".

 

 



 

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