Venerdì 12, il giorno di Tony?
Tutti gli occhi su Bruxelles, Conferenza Intergovernativa
(Cig). Si apre il vertice conclusivo della Presidenza
italiana. Obiettivo: raggiungere l’accordo sulla
Costituzione europea. Spagna e Polonia, insoddisfatte
dal sistema di voto, minacciano il veto. Italia, Francia,
Germania, Commissione e Convenzione affermano però
che è meglio un rinvio, piuttosto che un accordo
insoddisfacente. Ma Silvio Berlusconi assicura: ho
delle proposte interessanti. Il premier polacco Leszek
Miller riaccende in serata le speranze: “Stasera
sono più ottimista”.
"Tony Blair potrebbe emergere come mediatore", annuncia
The
Independent, e a rafforzare l'impressione sono
l'incontro di giovedÒ sera tra il premier inglese
e Berlusconi, e il prevertice che si tiene alle 9
all'Hotel Conrad tra Blair, Chirac e Schroder. Come
il quotidiano britannico la pensano in molti, come
Giuliano Amato sul Corriere
della Sera , e il conservatore Daily
Telegraph, che nell'articolo "Blair indicato come
il pacificatore del summit" scrive: "Dopo aver ricevuto
assicurazioni sul fatto che sarebbero state accolte
le richieste della Gran Bretagna su tasse, politica
estera e budget, Blair ha provato a mediare tra Germania
e Polonia sul loro potere di voto in una Unione Europea
allargata a 25 membri". Liberation,
al contrario, meno correttamente mette la Gran Bretagna
dalla parte di Francia e Germania, tra i difensori
del testo della Convenzione.
Curioso peraltro che il Telegraph, come anche The
Guardian , abbia individuato in Germania e Polonia
i due paesi rivali, separando Berlino da Parigi e
soprattutto non citando la Spagna. A ben vedere, in
ogni paese si ² avuta una percezione diversa delle
alleanze e di quali paesi opponessero una maggiore
(o pið giusta) resistenza all'accordo. CosÒ nei quotidiani
italiani la Spagna ² stata ad esempio dipinta come
la grande avversaria della Costituzione, mentre in
Germania si ² data pið attenzione all'opposizione
della Polonia. Sulla Sueddeutsche
Zeitung del 12 dicembre c'² ad esempio un editoriale
intitolato "La Forza dei nuovi", in cui Christian
Wernicke scrive che "sul consenso del popolo polacco
l'Ue dovrö ancora temere a lungo". A indirizzare l'attenzione
dei quotidiani tedeschi su Varsavia e sui paesi dell'Est
² soprattutto la vicinanza geopolitica tra Berlino
e quelle capitali, ma anche una recente polemica,
che ha visto il Cancelliere Schroeder affermare che
"non si pu÷ voler diventare membri dell'Ue e allo
stesso tempo annunciare il proprio arrivo con un veto".
Molto onesto per÷ Der
Spiegel , che prima riporta il diffuso malumore
antipolacco, e poi ammette che ² stata soprattutto
la Spagna a bloccare le trattative, in un articolo
intitolato Polacchi
deboli, Spagnoli duri .
Sabato 13, Aznar brucia la casa
Spagna e Polonia non cedono, e a sorpresa
il vertice fallisce già poco dopo le tredici.
E’ così evidente l’impossibilità
di raggiungere un accordo che si decide di non sfruttare
né il pomeriggio di sabato né la mattina
di domenica. Francia e Germania rilanciano a questo
punto l’Europa a due velocità.
Le
Monde descrive un Berlusconi tutt'altro
che all'altezza, impegnato in "battutacce" che non
hanno affatto aiutato a distendere l'atmosfera, come
quando ha proposto di parlare di "donne e pallone".
Bello l'editoriale del britannico The
Guardian , che scrive che "L'Europa merita
di pið": "Le operazioni dell'Europa verranno destabilizzate
se paesi come Polonia e Spagna, che danno poco all'Ue
e molto prendono, hanno dei diritti di voto sproporzionatamente
alti".
L’editoriale de El Pais di domenica
14 (“Europa, in crisi”) distribuisce le
colpe: “Il maggiore responsabile del disastro
è stato il presidente di questo Consiglio europeo,
Silvio Berlusconi. Però un po’ lo ha
aiutato il suo possibile futuro rivale nella politica
italiana, Romano Prodi. E infine c’è
la responsabilità di Giscard, presidente di
una Convenzione che ha fatto un buon lavoro in altri
capitoli, ma che non è riuscita a discutere
a fondo il capitolo istituzionale”. Duro El
Pais anche verso Aznar: “Molti, compreso Berlusconi,
sperano ora nel successore di Aznar, non considerando
possibile un accordo prima delle elezioni spagnole
di marzo”. “Il presidente spagnolo - commenta
il quotidiano - ha salvato i mobili (il Trattato di
Nizza), ma non la casa”. El Pais conclude notando
la nascita di una possibile triade a capo della nuova
Europa: Francia, Germania e Gran Bretagna, da cui
è nato uno dei pochi successi di questo dicembre
europeo, l’accordo sulla difesa. “E Aznar
ha perso l’occasione di unirsi a loro”.
L’editoriale di Die
Zeit (“Tragedia e consolazione”) prevede
infine lo scenario dell’Europa a due velocità,
con la spaccatura tra “due diversi tipi di paesi
europei: quelli che sono lobbisti del proprio interesse,
e quelli che sono avvocati di un primato della Comunità.
I primi non hanno bisogno di alcuna Costituzione,
i secondi la elaboreranno in un prossimo futuro”.
“L’Europa c’è ancora, questa
è una consolazione – conclude il settimanale
tedesco – Ma non è più come era
sembrata possibile per un’estate. Questa è
la tragedia”.
Vi e' piaciuto questo articolo? Avete dei commenti
da fare? Scriveteci il vostro punto di vista a
redazione@caffeeuropa.it