Il recente incontro franco-tedesco di Poitiers, in
cui il capo del governo francese Jean-Pierre Raffarin
e il Cancelliere Gerhard Schroeder hanno presieduto
un primo incontro tra i vertici politici delle regioni
dei due paesi, ha confermato due importanti tendenze
politiche dell’Europa di oggi. La prima è
che, nel rimescolamento dei poteri, si vanno moltiplicando
le iniziative interregionali tra paesi diversi. A
Poitiers il primo ministro francese, che in casa sta
tentando una difficile decentralizzazione, ha invitato
le Regioni ad “attivare cooperazioni, scambiarsi
i giovani, moltiplicare le iniziative comuni”,
e, a proposito dell’appuntamento interregionale
franco-tedesco, ha commentato: “Tra i nostri
due paesi esiste una grande vicinanza a livello di
vertici, non deve esserci distanza sul territorio”.
Il primo ministro del Sarre tedesco, il cristiano-democratico
Peter Mueller, ufficialmente incaricato delle relazioni
culturali tra i due paesi, ha dichiarato a Le Figaro:
“Il dibattito europeo mostra che l’avvenire
dell’Ue risiede in una Europa delle regioni.
La Francia e la Germania le stanno sviluppando, stanno
dando l’esempio. Ci sono delle cooperazioni
in materia scientifica, economica o ambientale che
altrimenti non sarebbero possibili per la Germania,
perché sono domini dei quali responsabili i
Laender”.
La cooperazione europea interregionale è un
fenomeno che vede attualmente in prima fila un italiano,
il presidente della Friuli Venezia Giulia, l’ulivista
Riccardo Illy, che a inizio settembre ha ribadito
la volontà di mantenere una strettissima collaborazione
con il governo della Slovenia e che pochi giorni fa
ha chiesto un ruolo maggiore per le Regioni europee.
In ottobre Illy si è spinto fino a ipotizzare
la creazione di una Euroregione, che comprenda il
Friuli Venezia Giulia, il Veneto, la Corinzia austriaca,
la Slovenia, la Stiria e in futuro anche Fiume e l’Istria
croata.
La seconda tendenza è la conferma di un eccezionale
stato di salute dell’asse franco-tedesco, per
nulla toccato dalla differenza del colore dei rispettivi
governi. A Poitiers Raffarin ha auspicato lo sviluppo
di progetti comuni sull’educazione, la ricerca
e la formazione, usando parole di fraterna amicizia:
“Bisogna sviluppare il gusto della Germania
in Francia ed il gusto della Francia in Germania”.
Schroeder, dal canto suo, ha fatto propria la battaglia
francese contro il patto di stabilità e si
è augurato che i ministri dell’Ecofin
non sanzionino i due paesi per il loro deficit pubblico.
Lo sviluppo delle relazioni interregionali tra i due
paesi confinanti non è che l’ultimo atto
di un’alleanza strategica che intende continuare
a rappresentare il “nocciolo duro” del
continente anche ora che sta arrivando la grande Europa
a 25.
L’alleanza ha subìto un’accelerazione
eccezionale in seguito alla celebrazione del quarantesimo
anniversario del Trattato dell’Eliseo, festeggiato
in pompa magna a Versailles il 22 gennaio scorso.
Poi è arrivata l’intesa sulla bozza Giscard,
l’opposizione alla guerra in Iraq ed ora tutta
una serie di atti politici e simbolici che sembrano
aprire la strada ad una specie di superstato franco-tedesco
(la cosiddetta “Framania”) all’interno
della futura Europa. Il vertice di Poitiers mostra
che all’intesa si sta infine dedicando anche
il primo ministro Raffarin, che proprio nella regione
di Poitiers è nato e che, entusiasta del coraggio
riformista del collega berlinese, “sta mettendo
in opera senza ambiguità – scrive Le
Figaro – il credo giscardo-chirachiano, facendo
della coppia franco-tedesca il motore dell’Unione
europea”.
L’atto politico più rilevante delle
ultime settimane è stata la comune offensiva
ai danni del patto di stabilità europeo, riguardo
al quale Raffarin, in un’intervista alla Frankfurter
Allgemeine, ha parlato della necessità di “un
patto moderno”, in cui “il fattore crescita
sia importante quanto quello della stabilità”.
Gli atti simbolici recenti più clamorosi sono
stati invece la delega di voto che Schroeder, impegnato
al Bundestag, ha affidato a Chirac nel vertice di
Bruxelles del 17 ottobre, e l’annuncio della
preparazione di un libro di storia comune per ginnasi
e licei dei due paesi, da un’idea di Chirac
e di Schroeder. “La Francia e la Germania inseparabili”,
ha titolato Liberation. Gli altri fratelli d’Europa
sono avvertiti.
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