Ambiente
e riscaldamento del pianeta, integrazione e immigrazione,
lotta alla criminalità organizzata. Queste sono
alcune tra le più importanti sfide che il panorama
globale ci chiama ad affrontare nel breve e lungo periodo.
Di fronte a questi temi l’Europa non può
rinunciare a giocare un ruolo determinante, efficiente,
innovativo. Non può rinunciarvi perché
la realtà globale ha bisogno di una Ue attiva,
capace di proporre soluzioni, di agire per metterle
in pratica, di essere protagonista all’interno
del dibattito globale tra le potenze occidentali e gli
interessi delle potenze emergenti.
Ma l’Europa non può rinunciare a questa
missione che la vuole alla ricerca di un ruolo determinante
(e determinato) nelle politiche globali perché
ha i mezzi e le caratteristiche necessarie per farlo,
e non può tirarsi indietro.
La questione è affrontata nel pamphlet L’Europa
nel mondo. Scelte politiche per la sicurezza e la prosperità
pubblicato in diverse lingue da E3G, un think tank
inglese che si definisce come “una organizzazione
no profit che lavora nel pubblico interesse per accelerare
la transizione globale verso uno sviluppo sostenibile”.
I problemi citati dimostrano ogni giorno di più
la loro urgenza, si legge nelle pagine firmate da Tom
Burke e Nick Mabey, e la soluzione richiede azione.
L’Europa, insistono gli autori, deve farsi carico
di scelte politiche chiare e ambiziose come la ridefinizione
del successo economico verso l’orizzonte di un
benessere sostenibile che coniughi qualità ambientale
e mobilità sociale. E poi la ripartizione dei
rischi tra le generazioni, l’obiettivo di raggiungere
la sicurezza energetica e climatica, la capacità
di guardare alla Cina come una risorsa su cui investire.
Tutte sfide di grande ambizione, che chiedono all’Europa
di avere fiducia in se stessa, nei propri mezzi, nelle
proprie capacità.
Insomma, gli autori del pamphlet chiedono all’Europa
di essere protagonistai di uno “slancio evolutivo”
affinché l’esperienza dell’Ue, che
nei suoi primi 50 anni di storia è stata “un
circolo virtuoso di crescente successo e capacità”,
non si trasformi in breve tempo in “un circolo
vizioso di fallimento e declino”.
La strada per evitare che questo accada e per mettere
in pratica le scelte proposte, concludono Burke e Mabey,
passa per il rinnovamento della democrazia, per la ricerca
di strade nuove che vedano l’Europa impegnarsi
con i propri cittadini e assegnare loro nuove responsabilità.
La strada di cui si parla è già battuta
in numerose realtà nel mondo, è una strada
di partecipazione e consapevolezza sulle scelte da prendere,
una strada che pone cittadini ed elettori di fronte
alla responsabilità di conoscere e valutare prima
che la politica decida, una strada che ha la forma dei
sondaggi informati e il nome di deliberative democracy.
E’ forse il tempo che l’Europa inizi a percorrerla
con decisione e determinazione.
“L’Europa nel mondo. Scelte politiche per
la sicurezza e la prosperità” è
stato realizzato con licenza Creative Commons.
Il testo completo è disponibile al sito www.europeintheworld.eu
Per maggiori informazioni si può visitare il
sito www.e3g.org
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