L’articolo che segue è
tratto dalla rivista Reset
, numero 90, Luglio-Agosto 2005.
È da alcuni anni che ritengo che il Sondaggio
Deliberativo possa avere un’applicazione particolarmente
significativa se adattato ad un grande evento di matrice
europea. Cos’è un Sondaggio Deliberativo?
I sondaggi tradizionali presentano un’istantanea
delle impressioni prodotte da slogan politici e titoli
mediatici sull’opinione pubblica. Il Sondaggio
Deliberativo, al contrario, cerca di delineare un quadro
di ciò che l’opinione pubblica
penserebbe
se si concentrasse sugli stessi temi in condizioni ideali
e, in particolare, se fosse, riguardo a tali questioni,
più adeguatamente informata. Con l’aiuto
di vari collaboratori, ho condotto Sondaggi Deliberativi
in molte nazioni del mondo, dagli Stati Uniti alla Gran
Bretagna, all’Australia, la Danimarca, la Bulgaria,
il Canada e, di recente, anche la Cina (per ulteriori
informazioni sulla pratica del Sondaggio Deliberativo
è possibile consultare il sito del nostro
Centro
per la Democrazia Deliberativa presso la Stanford
University).
La scelta del campione
L’idea di base di un Sondaggio Deliberativo
europeo su larga scala è estremamente semplice.
Prima di tutto, bisognerebbe selezionare dei campioni
casuali e rappresentativi di cittadini originari di
ciascuno dei 25 stati membri, puntando ad un campione
complessivo di dimensioni analoghe a quelle del Parlamento
europeo. Tale campione fornirebbe un quadro eccellente
dell’opinione pubblica del vecchio continente
nel suo complesso. Non solo: per alcuni degli stati
maggiori rappresenterebbe un’immagine di opinione
pubblica informata. Dopo aver somministrato un questionario
ad ogni campione di ogni paese, tutti i partecipanti
all’esperimento vengono convocati per un intero
fine settimana deliberativo in unica sede, che potrebbe
forse essere il Palazzo del Parlamento europeo a Bruxelles.
I ricercatori che si occuperanno del test iniziale
dovranno mantenersi in contatto con il campione originario,
offrire a quanti lo compongono degli incentivi finanziari
alla partecipazione, e pagare loro viaggio, pasti
e albergo.
Nei Sondaggi Deliberativi finora condotti in varie
parti del mondo, siamo sempre riusciti ad ottenere
la partecipazione di campioni realmente rappresentativi.
Questo lo sappiamo perché possiamo fare un
confronto tra chi viene e chi no, sia in termini di
orientamento che di caratteristiche demografiche.
Ai membri del campione che accettano di partecipare,
vengono forniti materiali informativi accuratamente
bilanciati, dopo di che essi vengono riuniti da un
comitato consultivo composto da autorevoli esperti
e da rappresentanti di tutti i diversi orientamenti
credibili esistenti a proposito di quella particolare
questione. Il documento informativo costituisce la
base iniziale della discussione. Ma è anche
utile per altri scopi di coinvolgimento sociale ed
istruzione pubblica.
Una volta radunati tutti in un solo posto, i membri
del campione vengono smistati su diversi microgruppi,
costituiti ognuno da dodici o quindici individui.
In questi gruppi le discussioni vengono gestite da
moderatori addestrati a questo particolare tipo di
evento, che hanno il compito di agevolare il confronto
ed assicurarsi che nessuno prenda il sopravvento e
che tutti abbiano la possibilità di parlare.
I microgruppi sviscerano la questione, inizialmente
attenendosi al documento di briefing ed individuando
una serie di interrogativi chiave che intendono rivolgere
ai panel di esperti delle diverse tendenze nel corso
delle sessioni plenarie. Poi tutti si riuniscono per
partecipare, appunto, alle sessioni plenarie dove
vengono fatte le domande a cui rispondono esperti
e politici. Dibattiti dei microgruppi e sessioni plenarie
si alternano per tutto il fine settimana. Al termine
di tutto, ai partecipanti viene somministrato lo stesso
questionario al quale erano stati sottoposti al momento
del contatto iniziale. Idealmente ci dovrebbe essere
anche un gruppo di controllo (un campione casuale
distinto che non prende parte alla deliberazione)
al quale rivolgere le stesse domande tramite un sondaggio
convenzionale. In questo modo è possibile dimostrare
che i mutamenti nelle opinioni sono legati al processo
deliberativo e non semplicemente al mero dibattito
pubblico.
Il cittadino ideale
Ogni aspetto dell’esperimento è concepito
per agevolare gli individui a comportarsi un po’
di più come cittadini ideali – i materiali
informativi, il confronto con esperti di diverso orientamento,
le discussioni dei microgruppi a cui prendono parte
persone con diversi punti di vista, i moderatori che
si accertano che tutti abbiano la possibilità
di partecipare e che il tutto si volga in un’atmosfera
di rispetto reciproco. Fondamentalmente, però,
il carattere distintivo della versione paneuropea
dell’esperimento è che i partecipanti
non si comporterebbero solo un po’ più
da cittadini ideali del proprio paese, bensì
sperimenterebbero anche cosa vuol dire comportarsi
come cittadini ideali dell’Europa –
un qualcosa assolutamente senza precedenti nella storia
dell’opinione pubblica di massa del vecchio
continente. In sintesi, il progetto aspirerebbe alla
creazione di una sfera pubblica paneuropea in cui
potesse essere facilitata l’espressione della
voce della gente.
Come tutti i Sondaggi Deliberativi, anche questo
è molte cose in una. È un esperimento
sociologico, un contributo al dialogo pubblico ed
una forma di consultazione. Il fatto che in esso venga
impiegato il rigore delle scienze sociali dovrebbe
conferire ai risultati ottenuti una maggiore credibilità.
Il progetto infatti non coinvolgerebbe un agglomerato
accidentale di individui messo insieme dai network
televisivi. Al contrario, sarebbe un’immagine
scientificamente credibile di ciò che la popolazione
europea penserebbe se tutti i cittadini potessero
dialogare fra loro, confrontarsi con esperti di vari
orientamenti ed acquisire maggiori informazioni. Come
altri Sondaggi Deliberativi, pure questo sarebbe anche
un evento televisivo e ci si potrebbe aspettare un’ampia
copertura mediatica in tutti i paesi membri dell’Unione.
Dopo tutto, sarebbe un’occasione unica anche
solo quella di vedere e sentire come si comporta l’Europa
chiusa tutta in una stanza, attraverso lo specchio
di un microcosmo scientificamente elaborato. Quando
nel 1994 abbiamo condotto il primo Sondaggio Deliberativo
in Gran Bretagna, il mio collaboratore britannico,
Roger Jowell mi disse di aver selezionato nel corso
della sua carriera migliaia di campioni casuali, ma
di non averne mai visto uno. Non era il solo, anzi.
Nei sondaggi ordinari i partecipanti non vengono mai
fatti incontrare per parlare tra loro, perché
potrebbero influenzarsi a vicenda, scambiarsi conoscenze
e informazioni. Nel nostro caso, al contrario, il
confronto è una fase cruciale del processo.
Le ragioni per condurre
un Sondaggio europeo
Molte delle argomentazioni che ho portato a sostegno
della tesi del Sondaggio Deliberativo in altri contesti
sono particolarmente valide in riferimento all’Europa.
La prima è che il pubblico non è adeguatamente
informato sulle questioni politiche complesse. E questo
è ovvio e certamente incontrovertibile per
quanto riguarda l’opinione pubblica della maggior
parte degli Stati membri rispetto alla Costituzione
europea. I sociologi hanno una definizione precisa
per tutto questo: ignoranza razionale. Se il mio è
un voto tra milioni, perché dovrei sprecare
tempo e fatica ad informarmi meglio? Il mio voto,
la mia singola opinione probabilmente non faranno
molta differenza. Il concetto di Sondaggio Deliberativo,
invece, modifica gli incentivi del microcosmo. I partecipanti
sentono che la loro voce conta e hanno tutte le ragioni
per prestare particolare attenzione ed arrivare all’espressione
di un giudizio informato.
La seconda argomentazione è che, anche quando
nella vita di tutti i giorni si parla di politica,
si tende sempre a confrontarsi con i propri simili.
Questo è particolarmente vero per quanto riguarda
l’Europa, dove qualsivoglia dibattito pubblico
si svolge paese per paese. Un francese difficilmente
parlerà seriamente di politica europea con
un abitante di un altro paese, per esempio con un
italiano o un portoghese. Forse un’eventualità
del genere può verificarsi tra le élites,
ma sarà senza dubbio rara o quantomeno episodica
a livello delle masse. Nel Sondaggio Deliberativo
europeo, invece, i partecipanti verranno da tutta
l’Unione e i microgruppi saranno contraddistinti
dalla massima eterogeneità compatibile con
le esigenze pratiche di traduzione interna. La terza
argomentazione è che, quando si parla di politica,
dal momento che alcuni aspetti di ogni questione tendono
inevitabilmente ad infiammare gli animi, si tenderà
a confrontarsi solo con persone della stessa parte
politica. Discutere con qualcuno in sostanziale disaccordo
può non essere piacevole, ed i più preferiscono
evitarlo. I moderatori del Sondaggio Deliberativo,
invece, sono addestrati a favorire il confronto civile
e l’eterogeneità del campione inevitabilmente
esporrà i partecipanti a punti di vista mai
incontrati prima nel corso di una discussione faccia
a faccia. Quarta argomentazione, le fonti di informazione
possono essere altrettanto soggettivizzate, e internet
può ulteriormente peggiorare le cose. Al contrario,
nel Sondaggio Deliberativo, materiali di briefing
e panel di esperti sono bilanciati in modo assolutamente
trasparente, e il cittadino ha accesso alle tesi dei
diversi orientamenti in un contesto in cui presterà
attenzione a tutte.
Ci sono ovviamente problemi pratici di costi e di
lingua (si potrebbe pensare a un impiego dei traduttori
parlamentari Ue, per esempio, con una distribuzione
dei gruppi che limiti l’eterogeneità
degli idiomi appena quel che basta per garantire la
praticabilità del progetto), ma un esperimento
del genere servirebbe a riunire tutta l’Europa
in una sola grande stanza, in condizioni in cui il
microcosmo interessato possa sviscerare tutte le difficili
problematiche che l’Unione si trova oggi ad
affrontare. Centinaia di sondaggi ci raccontano quel
che l’opinione pubblica di questo o quel paese
pensa dell’Europa. Perché allora non
dare spazio ad almeno un tentativo di mostrare quel
che la popolazione europea nel suo complesso penserebbe
se fosse adeguatamente informata e realmente coinvolta
in questioni che riguardano tutti?
(traduzione di Chiara Rizzo)
Il Sondaggio Deliberativo (Deliberative Polling®)
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