255 - 12.06.04


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Un sondaggio tra Kerry e Edwards

Daniele Castellani Perelli


Negli Stati Uniti il deliberative poll avanza, e produce risultati sorprendenti. Dal 19 gennaio al 26 febbraio 2004 la Pbs, la rete televisiva pubblica americana, ha condotto un “sondaggio deliberativo”, in cui cioè un gruppo di persone viene intervistato su un certo tema, riceve del tempo per studiare l'argomento e discuterne con altri cittadini comuni e infine torna a rispondere sulle stesse domande. Questa volta 266 votanti hanno “deliberato” online sui candidati e sui temi delle primarie presidenziali. Le loro opinioni sono state comparate con quelle di due “gruppi di controllo”, che hanno risposto alle stesse domande senza però aver prima “deliberato”. I componenti di questi due gruppi, rispettivamente di 346 e 546 cittadini, sono stati scelti in modo scientifico. Dunque un totale di 1158 persone hanno partecipato all’esperimento, che continuerà fino all’elezioni di novembre.

I partecipanti hanno discusso, un’ora a settimana, in piccoli gruppi con un moderatore, dopo aver studiato resoconti equilibrati. Hanno posto domande a esperti, da cui hanno ricevuto risposte online. Hanno ricevuto un Cd contenente materiale scritto e video sui candidati. E’ stato consegnato un computer a chi non l’aveva, e le discussioni sono state effettuate tramite microfoni, perché, più che attraverso i testi, avvenissero via voce. Il processo procura un’informazione non solo più completa, ma anche più equilibrata di quella che i votanti acquisiscono di solito, anche durante una campagna presidenziale. Il livello d’informazione dei partecipanti in questo caso è cresciuto del 10%, mentre quello dei “gruppi di controllo” solo del 2%. Perciò, il deliberative poll offre un quadro di come reagirebbero se fossero indotti a pensare più seriamente ai candidati e ai temi.

Veniamo ai risultati. I partecipanti, durante queste deliberations, sono diventati più internazionalisti, nel senso che è cresciuto il numero di chi condizionava l’intervento militare in Iraq al conseguimento di una “approvazione internazionale”. Quanto ai candidati, l’aver acquisito nuove informazioni su Kerry e Edwards ha fatto salire di più del 10% il consenso verso i due democratici. Più in particolare, in contrasto con i risultati dei sondaggi tradizionali e delle primarie, dove Kerry ha mantenuto un ampio margine sul rivale di partito, i partecipanti al deliberative poll hanno espresso per Edwards un apprezzamento uguale se non superiore rispetto a Kerry (in media 56 a 55, in un “termometro” di preferenza che arrivava fino a 100; 66 contro 61 sulla base di tratti come “sincero” e “intelligente”).
La predilezione per Edwards viene motivata dal suo maggiore appeal presso i partecipanti repubblicani (che danno una preferenza di grado 57 per Edwards, e di grado 43 per Kerry) e presso quelli indipendenti (66 contro 61), mentre i democratici li valutano praticamente allo stesso grado. Il vantaggio di Edwards cresce se si prendono in considerazione solo i partecipanti alle deliberations (che sono, come detto, ancora più razionali e approfondite rispetto ai “gruppi di controllo”). L’interesse dell’esperimento consiste però specialmente dai risultati del confronto con George W. Bush. In un ipotetico duello con l’attuale presidente, ben il 48% dei partecipanti afferma che voterebbe Edwards, mentre il 37% sceglierebbe Bush. Se fosse invece Kerry il candidato democratico, sia lui sia Bush avrebbero il 47% delle preferenze (anche in questi casi il vantaggio di Edwards scende nei “gruppi di controllo”). Ben un quarto di quanti voterebbero Bush affermano che sarebbero tentati di preferirgli Edwards, il ché conferma il forte appeal di quest’ultimo presso gli elettori repubblicani e indipendenti. Questa è l’opinione anche di James Fishkin, direttore del Centro per la Democrazia Deliberativa alla Stanford Univeristy, che ha condotto lo studio insieme a Shanto Iyengar e a Robert Luskin: “Il Deliberative Poll – spiega Fishkin – offre un quadro di opinione pubblica informata, dopo che i votanti hanno discusso sui candidati”.




 



 

 

 

 

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