328 - 25.09.07


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Ecco come nasce
un grande evento

Francesca Colombo
con Alessandra Spila


“Prima di tutto serve la decisione politica, poi bisogna essere ben organizzati”. È questo il segreto del successo per Francesca Colombo, segretario generale dell'Associazione per il Festival Internazionale della Musica di Milano, che spiega come sia possibile mettere in piedi in meno di sei mesi, con uno staff di solo cinque persone, la “sezione” milanese del MITO SettembreMusica. All'indomani della sua inaugurazione, il festival musicale sbarcato da Torino nella città scaligera, rappresenta già un esempio virtuoso che lascia a bocca aperta non solo per le dimensioni imponenti dell'iniziativa (solo nella città di Milano 2.800 artisti, 100 eventi, 51 location), ma anche per la qualità dell'offerta. Che non è da meno: le musiche proposte vanno da quelle del Medioevo a quelle scritte oggi; dall’Europa all’America, dal Giappone alla Corea; dal jazz, al tango, al fado, al più sontuoso repertorio classico e romantico, all’opera barocca; dalle divagazioni estemporanee della fisarmonica di Galliano sui tanghi di Piazzolla al rigore della Grande fuga di Beethoven. Il tutto a prezzi bassissimi.
Ma vediamo meglio com'è possibile organizzare un avvenimento simile in una città complessa come Milano e in così poco tempo, parlandone proprio con Francesca Colombo, punto di riferimento della macchina organizzativa del Festival di Milano.

L’aspetto organizzativo dell'evento è quello più sorprendente: sembra impossibile nel panorama italiano, troppo spesso soffocato da lungaggini burocratiche che in questo caso sembrano invece essere state del tutto aggirate. Così come sono state messe insieme strutture pubbliche, addirittura di due città diverse: anche questa un’impresa difficile. Come ci siete riusciti?

Innanzitutto c'è stata la decisione politica. Risale a un incontro informale nell’agosto 2006, tra i due sindaci Sergio Chiamparino e Letizia Moratti, avvenuto grazie alla sollecitazione del nostro presidente Francesco Micheli, che da diversi anni proponeva un’iniziativa di questo genere a Milano dove, a differenza di Torino, non esisteva nulla del genere. In quell'occasione è stata finalmente colta l’importanza di una simile proposta, completamente nuova dal punto di vista culturale, anche per una città come Milano.
Si è deciso subito di creare un festival unico tra le due città, con orientamento unico: la direzione artistica è stata assegnata a Enzo Restagno, che era già il direttore artistico di Torino dove questa iniziativa era attiva già da anni.

E dopo quell'incontro tra i sindaci quando vi siete messi davvero a lavoro?

Il mandato vero e proprio l'abbiamo avuto lo scorso febbraio. E se a Torino l'organizzazione è affidata da sempre al Teatro Regio, per Milano si è deciso invece di creare un’associazione apposta per il festival della musica. L’intera organizzazione quindi è stata assegnata unicamente all’associazione che ha offerto un prodotto finito. Tutto grazie allo staff, snello (solo 5 persone, ma sotto festival ne sono state aggiunte una decina) ed efficiente. Un altro punto fondamentale è che la gestione è completamente autonoma: ci occupiamo di tutto, dai biglietti agli artisti.

Il gemellaggio con Torino come ha inciso nell'organizzazione?

Se a Milano si è riusciti a mettere in piedi tutto dal 28 febbraio, cioè in meno di sei mesi, quando di solito ci si mette anni, questo è grazie anche al know how di Torino. Ma poi conta molto l'autonomia. Stiamo gestendo 2.800 artisti, 100 eventi, per 51 location diverse sparse per tutta la città, non solo nelle zone centrali. Se si tiene conto che questa è la prima edizione di Milano, queste cifre appaiono davvero importanti.

Non c'è dubbio che l'avvenimento è di portata straordinaria per dimensioni e qualità anche a livello europeo.

Assolutamente sì, questo festival si pone già oggi al terzo posto in Europa, dopo Salisburgo e Lucerna, per offerta e per coinvolgimento di artisti internazionali. Ma non bisogna dimenticare che per certi aspetti ha delle caratteristiche, abbastanza uniche. Da un lato gli eventi offrono una qualità molto alta e di generi molto diversi; dall'altro, grazie ai due comuni, si riesce a offrire al pubblico concerti gratuiti oppure a prezzi molto bassi. A Milano, per esempio, su 100 eventi ben 60 sono gratuiti. E gli altri molto economici: basti pensare che per la Filarmonica della Scala l'ingresso è a 5 euro.

 

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