321 - 17.05.07


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Passione fuoritempo

Paolo Casella


Qualche volta il destino di un uomo è inscritto nel suo nome. E’ il caso di Hunter Preda, il protagonista del romanzo Fuoritempo di Stefano Bortolussi (peQuod): un italoamericano il cui nome in inglese significa “cacciatore”, e il cui cognome è “preda”. Un’osservazione importante per capire Fuoritempo, sia per contenuto che per stile.
E’ infatti la storia di un batterista jazz vicino alla quarantina che si innamora della figlia quattordicenne di una cantante, un tempo sua amante e poi moglie del suo migliore amico dei tempi del college. Un amore (infatuazione? Passione? Incontro di anime?) che vede Hunter tanto cacciatore quanto (e forse più) preda: di sentimenti e pulsioni al di fuori del suo controllo, di sensi di colpa, di scrupoli morali.
Ed è una storia narrata attraverso due Paesi – l’Italia e l’America – che sono le due identità nazionali del protagonista ma anche dell’autore, Stefano Bortolussi, traduttore dall’americano (è lui la voce italiana di James Ellroy e Cathleen Schine, per dirne due). Al punto che Fuoritempo dà l’impressione di essere stato scritto in inglese, e poi essere stato tradotto in italiano dal suo stesso autore.

Fuoritempo è dunque un romanzo apolide, e bipolare. Racconta un percorso di crescita, non solo della giovane protagonista ma anche del batterista quasi quarantenne: crescita che si svolge – così come la storia d’amore – “fuoritempo”, o meglio, fra il battere e il levare, fra un colpo e l’altro di batteria (e la musica, che accomuna nel profondo Hunter e la ragazzina, è co-protagonista dell’intera storia), e fra due persone che, indipendentemente dall’età, tendono a vivere fuori dal tempo, oltre che dalle convenzioni sociali. Più che innamorarsi l’una dell’altra, queste due anime si riconoscono come outsider, come “fuori dal coro” e insieme “sbagliate”.

Il loro percorso attraverserà la Versilia, dove trascorreranno (insieme al padre della ragazzina, che si ritroverà a fare da chaperon, o da terzo incomodo) un’estate anch’essa sospesa nel tempo, ammantata da quello stupore incantato che i luoghi stessi sembrano suscitare in chi li frequenta, soprattutto se proviene da un Paese poco portato alla magia; e proseguirà a New York, la città dove coesistono mille possibilità, dove le opportunità di incontro si moltiplicano: il che, per chi è solo dentro, significa frustrazione continua.
Non vi diciamo come sviluppa la storia d’amore fra il batterista e la ragazzina, né quali svolte seguirà per entrambi. Basta lasciarsi trasportare dalla scrittura apolide di Bortolussi e nella narrazione che fluttua fra continenti, universi emotivi ed età anagrafiche, facendoci provare quella sensazione straniante che è la caratteristica dell’innamoramento, e anche delle nostre vite “fuoritempo”.

Stefano Bortolussi
Fuoritempo
peQuod
Pagg. 284 Euro 16,80

 

 


 

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