Qualche volta
il destino di un uomo è inscritto nel suo nome.
E’ il caso di Hunter Preda, il protagonista del
romanzo Fuoritempo di Stefano Bortolussi (peQuod):
un italoamericano il cui nome in inglese significa “cacciatore”,
e il cui cognome è “preda”. Un’osservazione
importante per capire Fuoritempo, sia per contenuto
che per stile.
E’ infatti la storia di un batterista jazz vicino
alla quarantina che si innamora della figlia quattordicenne
di una cantante, un tempo sua amante e poi moglie del
suo migliore amico dei tempi del college. Un amore (infatuazione?
Passione? Incontro di anime?) che vede Hunter tanto
cacciatore quanto (e forse più) preda: di sentimenti
e pulsioni al di fuori del suo controllo, di sensi di
colpa, di scrupoli morali.
Ed è una storia narrata attraverso due Paesi
– l’Italia e l’America – che
sono le due identità nazionali del protagonista
ma anche dell’autore, Stefano Bortolussi, traduttore
dall’americano (è lui la voce italiana
di James Ellroy e Cathleen Schine, per dirne due). Al
punto che Fuoritempo dà l’impressione
di essere stato scritto in inglese, e poi essere stato
tradotto in italiano dal suo stesso autore.
Fuoritempo è dunque un romanzo apolide,
e bipolare. Racconta un percorso di crescita, non solo
della giovane protagonista ma anche del batterista quasi
quarantenne: crescita che si svolge – così
come la storia d’amore – “fuoritempo”,
o meglio, fra il battere e il levare, fra un colpo e
l’altro di batteria (e la musica, che accomuna
nel profondo Hunter e la ragazzina, è co-protagonista
dell’intera storia), e fra due persone che, indipendentemente
dall’età, tendono a vivere fuori dal tempo,
oltre che dalle convenzioni sociali. Più che
innamorarsi l’una dell’altra, queste due
anime si riconoscono come outsider, come “fuori
dal coro” e insieme “sbagliate”.
Il loro percorso attraverserà la Versilia, dove
trascorreranno (insieme al padre della ragazzina, che
si ritroverà a fare da chaperon, o da terzo incomodo)
un’estate anch’essa sospesa nel tempo, ammantata
da quello stupore incantato che i luoghi stessi sembrano
suscitare in chi li frequenta, soprattutto se proviene
da un Paese poco portato alla magia; e proseguirà
a New York, la città dove coesistono mille possibilità,
dove le opportunità di incontro si moltiplicano:
il che, per chi è solo dentro, significa frustrazione
continua.
Non vi diciamo come sviluppa la storia d’amore
fra il batterista e la ragazzina, né quali svolte
seguirà per entrambi. Basta lasciarsi trasportare
dalla scrittura apolide di Bortolussi e nella narrazione
che fluttua fra continenti, universi emotivi ed età
anagrafiche, facendoci provare quella sensazione straniante
che è la caratteristica dell’innamoramento,
e anche delle nostre vite “fuoritempo”.
Stefano Bortolussi
Fuoritempo
peQuod
Pagg. 284 Euro 16,80
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