Il caso
dell'infedele Klára (Instar Libri) di Michal
Viewegh, Rosso (Le lettere) di Uwe Timm e Il
ritorno dell'uligano - una vita (il SAggiatore)
di Norman Manea. Questi tre libri si contenderanno il
premio letterario Anfora Centroeuropea.
“È un tentativo di premiare scelte editoriali
che guardano a titoli non facili, un tentativo di dare
visibilità a una letteratura che esiste, che
è tradotta in molte lingue e ha successo in molti
paesi, non solo quelli in cui nasce, ma che purtroppo
in Italia trova poco spazio”.
La letteratura di cui parla Alain Lapointe, fondatore
della casa editrice, è quella appunto dell’Europa
Centrale, una zona geografica per la cui definizione
Lapointe evita di proposito espressioni che si sentono
assai spesso nel linguaggio politico e divulgativo ma
che possono risultare fuorvianti, come ad esempio l’Europa
dell’Est.
Non all’oriente del continente appartengono la
Romania, l’Ungheria, la Serbia, la Croazia, le
repubbliche ceca e slovacca. Ma sono nel cuore dell’Europa,
frammenti di un impero che la storia politica ha dissolto,
ma che ha permeato di una condivisione culturale molti
di quei frammenti che oggi vivono le propri avventure
nazionali. Una condivisione che rimane e si vede nella
letteratura, continua Lapointe: “La casa editrice
Anfora è nata quattro annida; allora di fronte
al mercato italiano, mi sono reso conto che per una
piccola casa editrice è necessario specializzarsi
per non morire presto. Dal mio primo viaggio in Ungheria
mi resi allora conto che esiste questa letteratura dell’Europa
centrale. È come se dopo la caduta dei confini
dell’Impero Austro-ungarico, la geografia si è
dissolta in diversi frammenti, ma la cultura si è
allargata verso ciascuno di questi frammenti”.
Una cultura letteraria dalle profonde tradizioni, che
vive nei nomi di scrittori assai noti come Kundera,
Marai o Kertész, ma anche in scrittori che hanno
poco spazio in Italia, come lo slovacco Pavel Vilikosky,
i cui libri sono tradotti in numerose lingue, tra cui
ultimamente anche l’arabo.
Dal tentativo di far emergere questa sorta di mondo
letterario abbastanza sommerso per i lettori italiani,
arriva questo premio letterario, e nella terna dei finalisti,
nominata dalla giuria a partire da tutte le pubblicazioni
giunte per partecipare, possiamo anche vedere questo
doppio binario di notorietà e sommerso, in particolare
in due nomi: Norman Manea, romeno, imprigionato bambino
con la famiglia in un campo di concentramento ucraino
perché ebreo, e poi emigrato nella Germania Occidentale
prima e negli Usa poi per fuggire alle dittature filosovietiche,
il cui nome è già noto; dall’altra
parte il ceco Michal Viewegh, giovane scrittore che
scala sistematicamente le classifiche del suo paese.
Il vincitore sarà reso noto a dicembre, dopo
che la giuria avrà fatto la sua scelta tra i
tre finalisti.
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