307 - 12.10.06


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Anfora, premio alla
letteratura centroeuropea




Il caso dell'infedele Klára (Instar Libri) di Michal Viewegh, Rosso (Le lettere) di Uwe Timm e Il ritorno dell'uligano - una vita (il SAggiatore) di Norman Manea. Questi tre libri si contenderanno il premio letterario Anfora Centroeuropea.
“È un tentativo di premiare scelte editoriali che guardano a titoli non facili, un tentativo di dare visibilità a una letteratura che esiste, che è tradotta in molte lingue e ha successo in molti paesi, non solo quelli in cui nasce, ma che purtroppo in Italia trova poco spazio”.
La letteratura di cui parla Alain Lapointe, fondatore della casa editrice, è quella appunto dell’Europa Centrale, una zona geografica per la cui definizione Lapointe evita di proposito espressioni che si sentono assai spesso nel linguaggio politico e divulgativo ma che possono risultare fuorvianti, come ad esempio l’Europa dell’Est.

Non all’oriente del continente appartengono la Romania, l’Ungheria, la Serbia, la Croazia, le repubbliche ceca e slovacca. Ma sono nel cuore dell’Europa, frammenti di un impero che la storia politica ha dissolto, ma che ha permeato di una condivisione culturale molti di quei frammenti che oggi vivono le propri avventure nazionali. Una condivisione che rimane e si vede nella letteratura, continua Lapointe: “La casa editrice Anfora è nata quattro annida; allora di fronte al mercato italiano, mi sono reso conto che per una piccola casa editrice è necessario specializzarsi per non morire presto. Dal mio primo viaggio in Ungheria mi resi allora conto che esiste questa letteratura dell’Europa centrale. È come se dopo la caduta dei confini dell’Impero Austro-ungarico, la geografia si è dissolta in diversi frammenti, ma la cultura si è allargata verso ciascuno di questi frammenti”.
Una cultura letteraria dalle profonde tradizioni, che vive nei nomi di scrittori assai noti come Kundera, Marai o Kertész, ma anche in scrittori che hanno poco spazio in Italia, come lo slovacco Pavel Vilikosky, i cui libri sono tradotti in numerose lingue, tra cui ultimamente anche l’arabo.

Dal tentativo di far emergere questa sorta di mondo letterario abbastanza sommerso per i lettori italiani, arriva questo premio letterario, e nella terna dei finalisti, nominata dalla giuria a partire da tutte le pubblicazioni giunte per partecipare, possiamo anche vedere questo doppio binario di notorietà e sommerso, in particolare in due nomi: Norman Manea, romeno, imprigionato bambino con la famiglia in un campo di concentramento ucraino perché ebreo, e poi emigrato nella Germania Occidentale prima e negli Usa poi per fuggire alle dittature filosovietiche, il cui nome è già noto; dall’altra parte il ceco Michal Viewegh, giovane scrittore che scala sistematicamente le classifiche del suo paese.
Il vincitore sarà reso noto a dicembre, dopo che la giuria avrà fatto la sua scelta tra i tre finalisti.


 

 

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