304 - 24.08.06


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Una biografia per mille vite

Francesca Guinand



“Non ho mai avuto un amore particolare per i libri. Ma essi contenevano quello di cui mi sentivo privato, perché erano saturi di molteplici vite all’infinito”. E così è questa pungente autobiografia di François Maspero: satura di molteplici vite all’infinito. Editore di culto per generazioni di intellettuali francesi, giovane ribelle senza fede né partito che combatte e racconta le lotte politiche esterne ed interne al suo paese, giornalista per necessità di cronaca, traduttore per amore, scrittore. Viaggiatore per vocazione: la Cuba di Castro, la Bolivia delle scoperte, la Cina lontana, la Palestina e l’Israele da sempre in guerra, i Balcani dopo la lotta fratricida.

Si parla di tutto, in questa autobiografia fuori dalle righe: al centro non c’è Maspero, ma la Storia. Che nell’arco di poco più di un cinquantennio non fa che ripetersi, progredire e regredire con guerre, sofferenza, conflitti. Pungente, sottile, profonda, densa di significati, questa Storia.
Maspero ci racconta la vita dei suoi genitori, francesi chiusi in lager tedeschi non perché ebrei, quindi non “vittime”, ma “combattenti volontari”, cioè oppositori politici.

Racconta del fratello. Dei suoi amici, dei suoi collaboratori, di sconosciuti incontrati sulla strada del viaggio. Decine e decine di vite, di storie dentro la sua storia. Il giornalista Miguel, il medico Fanon, l’editore Ruedo Ibérico, l’amico algerino Sadek, la compagna di viaggio Michèle.
Per questo Maspero crea un nuovo tipo di biografia: non più “solo” la testimonianza di un’unica esperienza, ma mille e più vite mescolate, unite da un ideale e separate dalla morte.
Mille vite, mille api. Anche Maspero era un’ape, ma “per dirla con una metafora: di tutte quelle api che mi avevano preceduto, non avevo conservato neanche un po’ di miele. Solo il pungiglione. Ero diventato proprio una vespa”. Ogni lettore darà una sua interpretazione di cosa significhi esser vespa in un mondo di api.

Maspero Ci fa riflettere sul perché dell’odio, su come sia possibile affrontare questa vita, troppo spesso dura e malinconica. Fondamentale quindi, anche per lui, futuro editore militante nella Francia anni ’70, la lettura del nostro Primo Levi: “Se questo è un uomo… essere un uomo, un essere umano, può anche significare uccidere, come estrema risorsa il nemico che nega ad altri il diritto di essere un essere umano. Non se ne esce. I benpensanti si stupiscono: come si può lottare e uccidere per un’idea, l’idea che uno si fa dell’uomo? Questo è vero, i benpensanti hanno ragione: l’uomo non è un’idea. Ma senza idea non c’è più uomo”.

La sua vita è quella sottile linea rossa che unisce tutto: eventi, guerre, amore e morte, riflessioni, passione per l’avventura. Emerge, soprattutto nella prime pagine (dove ci spiega la fine della sua famiglia) la personalità del francese doc: affascinante, distaccato, senza radici, bohèmien ma battagliero. Pungente, spesso tagliente, perché sa dove colpire.

Maspero ha scritto un libro stimolante, coinvolgente, a tratti un po’ triste, ma sempre pieno di passione. Un libro che non aspira a cambiare il mondo – come i primi che lui stesso ha pubblicato sulla guerra in Algeria – ma che si accontenta di descriverlo così com’è.

François Maspero
Le api e la vespa
(Fusi orari), pag. 272, euro 16,00


 

 

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