304 - 24.08.06


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Tra patria e differenza

Martina Toti



Possono esserci diversi modi di intendere l’espressione “la cultura fa la differenza”.
Il più banale e immediato è questo. Immaginiamo il caso di un gruppo di studenti non troppo brillanti che si trova a sostenere l’esame nello stesso giorno di un ragazzo assai capace. Ovviamente quando i primi riceveranno il loro risicato 18 e il secondo il suo bel 30 e lode, il fatto si commenterà da sé: “la cultura fa la differenza”. Ma la cultura intesa in questo senso potrebbe anche sfumare rapidamente in un’accezione un poco snob come un circolo riservato a pochi eletti. Insomma, dove c’è cultura c’è anche in-cultura, dove c’è il colto c’è l’incolto e via dicendo. Esiste, però, una seconda possibilità meno immediata: quando il termine cultura non indica il patrimonio di conoscenze, più o meno libresche, di un determinato individuo, ma, con valore più antropologico, il complesso di saperi, tradizioni, procedimenti tecnici, comportamenti trasmessi che caratterizzano un popolo, un gruppo di popoli o l’umanità intera. Qui non solo è vero che la cultura fa la differenza ma anche il contrario. Nell’incontro e nello scambio tra culture e popoli diversi si genera nuova cultura.

A questa nuova cultura, alla multi-cultura, Simona Bodo e Maria Rita Ciffarelli dedicano una raccolta di saggi dal titolo Quando la cultura fa la differenza. Patrimonio, arti e media nella società multiculturale. Gli autori dei testi – da Tony Bennett a Iain Chambers, da François Matarasso a Franco Bianchini, da Massimo Ghirelli a Goran Stefanovski – avanzano, ciascuno nel proprio ambito e nel rispetto delle proprie competenze, suggerimenti per una società realmente aperta all’inclusione delle diversità.

Il volume, che “si propone di esplorare il tema del rapporto tra politiche culturali e società multietnica”, si apre con una riflessione su alcuni concetti chiave e una mappa concettuale e terminologica: cosa s’intende con interculturalismo? E con multiculturalismo? Cosa vuol dire dialogo? Esiste una deontologia interculturale? La parte centrale resta, tuttavia, quella dedicata ai policy makers, alle istituzioni e ai media di fronte alle sfide poste dalla società multiculturale. Legittimazione democratica in testa.

Le istituzioni non si sono ancora adeguate al cambiamento e “ancora troppi individui e interi gruppi sociali sono tagliati fuori dalla cultura sovvenzionata”. È necessario “rinegoziare lo spazio pubblico” affinché la condivisione diventi “qualcosa di più di un semplice gesto simbolico”, rinnovare le istituzioni culturali già esistenti e crearne di nuove dando vita a politiche innovative nei settori della vita urbana, della cosiddetta “cultura ufficiale” (musei, commissioni di opere, ecc.) e dei media i quali troppo spesso cedono a rappresentazioni caricaturali dell’Altro e tendono a emarginare, anche dal punto di vista informativo, le comunità dei migranti. Non basta adattare il vecchio quadro politico alla nuova situazione sociale ma occorre sviluppare contesti nuovi capaci di ospitare le culture e le storie degli altri.

Questo discorso è particolarmente stringente nel contesto italiano dove le questioni dell’integrazione culturale non sono state ancora affrontate con la dovuta sensibilità e la recente immigrazione dalle coste africane è stata vissuta – erroneamente – come un evento radicalmente nuovo, se non allarmante. “Abituati a pensare alle questioni di emigrazione, immigrazione, razzismo e diversità come problemi altrui, siamo, invece, ora chiamati a pensarli come prodotti della nostra storia, della nostra cultura, del nostro linguaggio, del nostro potere, dei nostri desideri e delle nostre nevrosi. (…) Dopo Freud, ma, come Jean François Lyotard ci ricorda, già all’alba della tragedia greca, sappiamo che la patria è illusoria. Lo straniero, il represso, l’inconscio, si infiltrano nello spazio domestico, la porta è porosa”.

Simona Bodo, Maria Rita Ciffarelli (a cura di)
Quando la cultura fa la differenza.
Patrimonio, arti e media nella società multiculturale,

Meltemi, 2006; pp. 212, € 18,50


 

 

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