C’era
una volta: una generazione che si poteva raccontare
con qualche verso e due accordi di elettrica. Oggi non
c’è più. È tutto molto più
complicato.
Spesso si fa riferimento alle proprie esperienze per
misurare le cose della vita: è naturale e istintivo.
Tutti (o quasi) abbiamo avuto 16 anni, tutti 17 e 18,
moltissimi 20 o 25.
Dunque, per parlare di quel particolare snodo dell’esistenza,
si tende ad utilizzare categorie note: il cambiamento,
le decisioni, le arcinote “esperienze formative”.
Solo che, all’alba del nuovo millennio e dei nuovi
linguaggi e dei nuovi giovani, queste categorie assumono
contorni quanto mai sfumati. I giovani d’oggi
sono più curiosi, più grandi
dei giovani di ieri; sono più ricettivi, e più
confusi; si muovono su terreni e livelli sconosciuti
e difficili da interpretare.
Ricevono moltissimo, in termini di comunicazione e stimolo,
e poco per quanto riguarda l’ascolto o il servizio.
Hanno il dito su mille bottoni e pigiano a caso, alla
ricerca, semplicemente, di qualcosa.
Da questo disorientamento naturale, quasi congenito,
nasce la riflessione di Paolo Crepet e Vittorio Bo che
funge da pietra d’angolo per il be you - young
festival.
Da questa pietra nascono per la prima volta, tra il
14 ed il 16 luglio, due case per i giovani, sulle sponde
antiche del Mar Ligure. Genova (presso l’area
Darsena e il Porto Antico) e Sanremo (nella vecchia
stazione ferroviaria), che si trasformano per tre giorni
in Ostelli della gioventù: colorati, caotici,
chiassosi e allegri nel migliore dei modi possibili;
come osserva il Presidente della Regione Liguria Claudio
Burlando: “Terra di viaggi ed esplorazioni, ma
anche porto accogliente per viandanti e stimoli nuovi;
il connubio di tradizione e innovazione che da sempre
caratterizza la Liguria si propone come punto di partenza
ideale per una riflessione sui giovani. Alla ricerca,
come i navigatori che partono e i viandanti che arrivano,
di spinte e sfide, ma anche di un porto riparato e accogliente”.
Per i corridoi delle Case be you gireranno
a ruota libera le idee, le parole, gli accordi delle
chitarre e le evoluzioni degli skate board; si parleranno
lingue diverse, si incontreranno persone e stili, volti
noti e realtà sotterranee. Di tutto, di più,
per scippare parole altrui.
be you festival è reso possibile dal
patrocinio della Regione Liguria, dal sostegno di Compagnia
di San Paolo e dalla partecipazione di Aprilia e Benetton;
si avvale di prestigiose media partnership con MTV e
Il Secolo XIX e Radio 19 e rappresenta, come ogni casa,
innanzitutto un contenitore. Al cui interno i giovani
potranno muoversi seguendo percorsi personali, ognuno
diverso e unico. Ad accoglierli, uno scenario vivo e
palpitante: ogni giorno, in ogni casa, saranno allestiti
spazi pensati appositamente per dare al pubblico il
modo di esprimersi ed interagire con be you,
diventando esso stesso protagonista, e non solo fruitore.
Rampe e trampolini per skate board e pattini, una postazione
tecnologica con consolle per giocare e accesso
alla Rete, un muro bianco da riempire e far vivere di
mille voci. E il mare della Liguria, a fare da confine
e orizzonte alle giornate e alle notti be you.
be you festival è anche una bussola,
meglio: un vocabolario. Non un’enciclopedia, che
insegna e spiega, ma un semplice strumento in mano ai
ragazzi, perché vedano e sentano quello che gira
intorno. Senza l’affanno di dover rispondere,
scegliere, comprare, prendere o lasciare.
Non è una statistica, o un sondaggio, il percorso
be you: è una galleria, interattiva,
giovane e per i giovani, stracolma di stimoli e di storie,
ma senza morale alla fine. Con buona pace di Fedro e
Esopo, i tre giorni del festival sono semplicemente
una casa, anzi due, per una generazione che, probabilmente
stufa di sentire cosa ci si aspetta da lei, è
certamente pronta ad essere ascoltata, stuzzicata e,
perché no, anche un po’ coccolata. In fondo,
parliamo di ragazzi.
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