Riflessioni
e studi sulle civiltà antiche d’Europa
all’Istituto Archeologico Germanico di Roma che,
con la partecipazione della British School, dedica una
giornata di studio alle recenti ricerche archeologiche
nei territori campani di Teanum. Protagonisti, alcuni
reperti figurativi appartenenti ai Sidicini, una popolazione
osca che si insediò nella Campania settentrionale
interna. Le terrecotte figurate oggetto di studio, sono
conservate nel museo archeologico di Teano ed esse sono
anche i soggetti delle splendide fotografie di Luigi
Spina, giovane artista campano, la cui mostra, Ritratti
rituali Teanum Sidicinum, connoterà
artisticamente la giornata di studi sull’archeologia
sidicina, mostra che sarà a Roma presso l’Istituto
Germanico fino al 25 di maggio.
L’esposizione delle cinquanta immagini in bianco
e nero, terrecotte figurate provenienti dai santuari
rinvenuti nel territorio di Teano, farà tappa
in alcune città europee, perché: “L’esigenza
di esportare questa mostra in Europa nasce dal confronto
tra popolazioni – commenta Luigi Spina - dal desiderio
di conoscenza, di riflessione su come altri popoli hanno
compreso l’antico e le sue necessità”.
Da Ritratti rituali nasce un prestigioso volume
dal titolo omonimo, edito da Federico Motta Editore,
con testi di Roberto Mutti e Francesco Sirano.
Un progetto di ricerca sulla ritualità che queste
figure rappresentano, sulle forme e la loro modernità.
Le terrecotte rappresentano degli ex voto: sacerdoti,
guerrieri, donne, che avevano un rapporto intenso con
la divinità, la Terra, alla quale si rivolgevano
per comunicare un intenso universo emotivo, una spiritualità
che segna il non distacco tra antico e contemporaneo.
La modernità dei valori umani, dei desideri,
delle paure, della religiosità, caratterizza
l’intera opera di Luigi Spina che afferma: “mi
sono confrontato con questi volti; sono l’unica
traccia del legame tra passato e presente nel rapporto
con Dio”.
Nel sentimento religioso dunque, risiede l’attualità
dell’antico che è il motivo conduttore
del progetto; una ricerca, nel passato, di segni che
sono ancora vivi, segni spirituali. Ma Ritratti
rituali è anche una monografia sulle forme
della natura, perché secondo Spina c’è
sempre una rapporto tra patrimonio artistico e natura.
Come nella sua precedente ricerca, Anfiteatri,
la monumentalità si relazionava con il cielo,
così le figure ex voto sono legate alla terra,
difatti sono composte d’argilla.
“C’è un legame fortissimo che univa
gli antichi al loro territorio – racconta Spina
– L’immagine conclusiva del volume non a
caso è il fiume Savone accompagnata da una citazione
di Plinio. Ho scattato quella foto durante un temporale.
Mi sono affacciato sul fiume ed ho visto della terra
che si scioglieva nell’acqua in modo naturale.
E così si è creata quella nube che nella
foto fa sembrare l’acqua incandescente. E’
strano ma spesso le cose te le trovi dinanzi. Ovviamente
tutto ciò passa attraverso la mia interpretazione.
Per un fotografo è molto importante visualizzare
più che vedere, perché visualizzare è
osservare la realtà attraverso ciò che
si prova, attraverso le emozioni”. Una creatività
che nelle forme naturali si manifesta in modo spontaneo:
l’ambiente è ricco di elementi geometrici
mentre nell’arte queste forme sono certe, definite.
Ma è solo un passaggio per Spina, a segnare il
forte legame tra arte e natura. Tutti i volti degli
ex voto sono ritratti con la tecnica del chiaroscuro,
perché “in questo lavoro le ombre sono
volute e la luce è attesa. Il rigore del bianco
e nero è uno degli aspetti che sottolineano
le terrecotte, che danno questa forte ieraticità
ai soggetti. La luce, come il tempo, non si decidono,
ma si ricercano. Quindi si deve attendere il tempo giusto.
Si deve pazientare intere giornate per carpire la luce
giusta. Questo è il rapporto tra la fotografia
e il paesaggio”.
Una fotografia quella di Spina che usa i tagli netti,
che li compone, perché quelli saranno i punti
di vista dell’osservatore. Per l’artista
campano, uno dei principi di cui un fotografo deve prendere
coscienza è che la fotografia è anche
conoscenza, oltre alla creatività, che può
essere caotica come nella fotografia astratta. Insomma,
ci vuole metodo, disciplina. Il fotografo deve possederli,
dopodiché può esprimersi liberamente.
“L’anarchia – conclude Spina - non
aiuta la fotografia a crescere”.
Luigi Spina
Ritratti rituali
Federico Motta Editore
Pag. 79 Euro 40,00
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