298 - 05.05.06


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Arrestato Ramin Jahanbegloo, filosofo liberal di Teheran

Daniele Castellani Perelli



Il filosofo iraniano Ramin Jahanbegloo è stato arrestato all’aeroporto di Teheran giovedì scorso, per motivi ancora sconosciuti. La notizia, diffusa dal sito indipendente Roozonline, è stata ripresa dal quotidiano spagnolo El Pais. Intellettuale liberal molto noto in Europa, Jahanbegloo è nato a Teheran e attualmente insegna presso il Dipartimento per gli Studi Contemporanei del Cultural Research Bureau della capitale. Sebbene nulla sia stato detto sui motivi dell’arresto, è probabile che l’intellettuale paghi oggi la polemica pacifica ma intransigente che nell’ultimo anno egli ha condotto verso il presidente Mahmoud Ahmadinejad.

A gennaio aveva raccontato su El Pais la sua visita ad Auschwitz, in un articolo che suonava indirettamente critico verso le dichiarazioni con cui, appena un mese prima, il presidente iraniano aveva negato l’Olocausto. Spiegava: “Senza dubbio Auschwitz è un avvenimento inqualificabile dell’inumano, ma è nostra responsabilità testimoniare l’inqualificabile di Auschwitz”. Risale invece al 20 aprile l’ultimo articolo pubblicato sul quotidiano progressista madrileno, Il dibattito intellettuale iraniano.

In Italia è noto per aver partecipato a diversi convegni, tra cui quello organizzato a ottobre a Venezia da Francesco Rutelli, sul tema del rapporto tra Islam e democrazia. Autore di alcuni articoli pubblicati dalla rivista italiana Reset, diretta da Giancarlo Bosetti, è da poco entrato a far parte del comitato scientifico della neonata associazione internazionale Reset-Dialogues on Civilizations, nel cui Consiglio direttivo siedono tra gli altri Giuliano Amato, Francesco Micheli e Piergaetano Marchetti. A inizio marzo ha partecipato al primo convegno dell’associazione, tenutosi al Cairo, dove ha letto un testo dall’emblematico titolo “Al di là dello scontro delle intolleranze”.

Dopo aver conseguito un dottorato in filosofia alla Sorbona e un post-dottorato a Harvard, Jahnabegloo ha intrapreso la carriera accademica: assistant professor all’Università di Toronto, docente all’Associazione filosofica iraniana, ricercatore all’Istituto Francese di Iranistica a Teheran. Proprio questo mese stava per iniziare nuovi corsi di insegnamento delle dottrine di Hegel alla Casa degli Artisti della capitale.

Autore di numerosi libri sulla globalizzazione, la filosofia indiana ed occidentale (tra cui Conversazioni con Isaiah Berlin), Jahanbegloo ha portato a Teheran pensatori come Jürgen Habermas, Richard Rorty e Antonio Negri, e ha tenuto corsi anche su autori ebrei come Hannah Arendt. E’ stato arrestato mentre era in partenza per Bruxelles, dove avrebbe dovuto partecipare al Transatlantic Forum organizzato dal German Marshall Fund (200 partecipanti di alto livello, da John McCain a Javier Solana). La notizia dell’arresto non e’ stata ancora ufficializzata, ma suona come una conferma il pianto con cui la moglie dell’intellettuale ha accolto un giornalista che chiedeva informazioni, e anche il suo sito personale è ora inaccessibile.

Nelle ultime settimane, si legge sul sito Roozonline, vari intellettuali hanno denunciato l’intensificarsi di una campagna del governo contro le voci d’opposizione. “Essere a favore o contro dell’Occidente non è un problema. Il vero problema è chi siamo noi. E non possiamo rispondere a questa domanda senza sentirci parte del mondo e responsabili di ciò che succede in esso”. E’ anche per queste parole che Jahanbegloo è oggi in una prigione di Teheran.



 

 

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