296 - 24.03.06


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Inconfondibile, Amedeo Modigliani

Paola Casella



Una galleria di ritratti dai colori ora tenui ora accesi - rossoarancio infuocato, gelido verdeazzurro -, dai colli esili e interminabili e dagli ovali sempre più stilizzati, illuminati da occhi senza pupille (ma non per questo vuoti), solcati in verticale da nasi lunghi e alteri, in orizzontale da bocche piccole e capricciose: è questo il colpo d’occhio della mostra “Modigliani” inaugurata al Complesso del Vittoriano di Roma il 24 febbraio e prevista fino al 20 giugno - la prima grande retrospettiva che, dal 1959, la Capitale dedica a circa 100 opere dell’artista livornese.

Una mostra ricca e commovente, che pone l’accento proprio sulla “specialità” dell’artista: il ritratto appunto, colorato tanto dalla capacità espressiva - ognuno di quei visi allineati racconta una storia, un punto di vista e un’emozione, attraverso sguardi vaghi e lontani, malinconici o maliziosi - quanto dalla ricerca stilistica dell’artista, che si muove verso l’idealizzazione dei soggetti da lui rappresentati, trasformati in pure forme geometriche, in concetti di femminile (e maschile) che con il reale conservano un rapporto saldo ma lontano.

I pezzi forti della mostra sono il celebre ritratto “Paul Guillaume seduto” e tre nudi (“Nudo sdraiato con le braccia dietro la testa”, “Nudo coricato con le mani unite”, “Nudo coricato col braccio destro dietro la testa”) spettacolari nella loro essenzialità grafica e nella sensualità che nasce sia dalla sinuosità delle forme che dalla carnalità di un rosa frutto di strati di colore successivi, a riprodurre la dimensione tattile, il calore corporeo della pelle scoperta.

E’ proprio la consistenza la grande rivelazione di questa mostra: chi ha immaginato gli olii di Modigliani come freddi e distanti, per via della stilizzazione progressiva della figura umana che vi è rappresentata, rimarrà stupito di fronte alla materialità di certi incarnati, alla concretezza tangibile di certi tessuti (vedi la sciarpa cremisi al collo del ritratto di “Joseph Lévy”) che fanno da contrasto all’impalpabilità apparente di certe figure femminili eteree e rarefatte. Così come l’intensità dei colori, talvolta ai limiti della violenza cromatica, sorprenderà chi pensava a Modigliani come ad un artista da tinte tenui, benché delimitate da un tratto deciso. E l’attenzione quasi ossessiva ai dettagli, ancora più notevoli all’interno di volti ridotti all’essenzialità, come le occhiaia livide del “Nudo di donna con cappello, Maud Abrantès”.

Nella mostra del Vittoriano c’è gran parte del percorso artistico di Modigliani: dai disegni evanescenti - magistrale il ritratto della madre, visibile quasi in filigrana - alle fotografie degli amici più cari, poi soggetti dei grandi ritratti ad olio, dai carboncini agli acquerelli, ai pastelli, alle tempere. Ci sono gli studi per i lavori più complessi, le suggestioni impressioniste, la forte influenza della scultura, in particolare quella di Constantin Brancusi, protagonista anche di un bel ritratto a olio presente alla mostra.

Attraverso questa galleria di ritratti di donne, ma anche di uomini e bambini, dai volti pensosi e dagli sguardi obliqui dentro occhi dai riflessi d’ambra e di giada, di colori diversi, disposti ad altezze diverse, si segue il percorso stilistico di un autore con una personalità inconfondibile, via via sempre più definta da un segno sicuro, da una progressiva scelta di essenzialità e di autonomia espressiva, libera dalle mode e dalle correnti del suo tempo, unica. E l’efficacia del risultato non lascia trapelare - come invece nei lavori di Van Gogh - il costo personale di tanta originalità di visione.

Nella serenità ultraterrena di questi volti non trapela l’angoscia di un uomo che visse al confine della follia, che pagò la propria sensibilità con l’indigenza e l’emarginazione, che, come scrisse la sua amica russa Anna Achmatova, “era diverso, diverso dal resto del mondo… circondato da un compatto anello di solitudine”. Un uomo cui fu subito chiaro il proprio destino di artista: “L’uomo che dalla sua energia non sa continuamente sprigionare nuovi desideri… e abbattere tutto quello che è di vecchio e di putrido restato”, scrisse Modigliani, “non è un uomo: è un borghese, uno speziale”.

 

MODIGLIANI
Roma, Complesso del Vittoriano
Via San Pietro in Carcere (Fori Imperiali)
24 febbraio - 20 giugno 2006
Costo del biglietto: • 9,00 intero; • 7,00 ridotto
Orario: dal lunedì al giovedì 9.30 -19.30; venerdì e sabato 9.30 - 23.30; domenica 9.30 - 20.30
Per informazioni: tel. 06/6780664


 

 

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