Genova osserva
l’Africa, attraverso uno sguardo di profonda attrazione
sul continente nero, lo sguardo poetico di Ryszard Kapuscinski.
Dal 10 marzo al 7 aprile 2006, nella sala espositiva
della Fondazione Carige, il Centro Culturale Europeo
propone una suggestiva mostra fotografica sull’esperienza
africana del reporter polacco che da oltre quarant’anni
viaggia in Africa, “evitando i percorsi ufficiali,
i palazzi, i personaggi importanti e la grande politica”.
Così Kapuscinski definisce i suoi giorni africani
in “Ebano”, opera letteraria che, insieme
a “Lapidarium” e “ La prima guerra
del football e altre guerre di poveri”, guida
le straordinarie immagini in esposizione. Le trentadue
fotografie, in bianco e nero e a colori, sono accompagnate
da didascalie tratte dalle parole del giornalista polacco,
parole colme di un significato poetico che scruta l’Africa
attraverso gli occhi e le azioni del suo popolo.
Kapuscinski
sa che per parlare di un popolo bisogna accoglierlo, bisogna
fare “l’esperienza del deserto”: il deserto,
quindi, l’abbandono. L’Africa è un luogo dove la
fratellanza è un sentimento dominante, necessario, un luogo
dove bisogna essere uniti per rischiare la vita e per difenderla
contro una natura forte, predominante, spesso violenta. Da qui nasce
la cultura dello scambio e dell’accoglienza verso un luogo sì
magnifico ma spietato. “Qui nulla mitiga i rapporti tra uomo e
natura – scrive Kapuscinski – non esistono compromessi,
gradualità, stadi intermedi. E’ una continua battaglia
per la morte o la vita. L’africano è un uomo che fin
dalla nascita sta al fronte, sempre in lotta contro la natura sottile
del suo continente”.
Questa
dimensione della lotta, della guerra, è espressa nelle
immagini dei bambini al fronte, che impugnano le armi, che indossan????@?
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le mimetiche, ma anche dei bambini che lavorano la terra, che sono a
scuola, degli uomini e delle donne in cammino sotto la pioggia
battente. Lo sguardo di questo popolo esprime dolore, drammaticità,
fatica, nei ritratti, ma anche un’immensa capacità di
amore verso ciò che nutre e distrugge. Gli occhi delle donne
sanno dire un sì che non attende nulla in cambio, un
vero e proprio sguardo di gratuità e di profonda accettazione
verso una madre natura capace di grandi slanci, di immensi doni ma
anche di profonda efferatezza. Per questo gli africani hanno “un
rapporto forte con il male e con la spietatezza - dice Kapuscinski -
qui il male non è un assioma, il male è nell’azione.
Il peccato, nel momento in cui è punito, è cancellato.
Delitto e castigo vanno di pari passo”.
Esattamente
come quando la natura stravolge ogni equilibrio umano, quando ferisce
con forza; ecco, in quei momenti essa è l’espressione
del male ma poi, di colpo, diviene generosa, affascinante con quei
suoi colori intensi, vividi, prodiga di frutti e di bontà.
Queste immagini in mostra a Genova esprimono tutto questo, esse sono
l’esasperazione del dolore e della comunione con la natura, in
un’esistenza umana che nelle proprie azioni, non conosce il
conflitto dialettico.
Kapuscinski dall’Africa – Immagini di un reportage
10 marzo – 7 aprile 2006
lunedì – venerdì ore 10.00 / 19.00
Sale espositive – Fondazione Carige
Via G. D’Annunzio, 105 – Genova
Ingresso libero
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