Nell'estate
del 1896 due giovani studenti tedeschi arrivano a Roma:
sono fratelli, figli dell'alta borghesia di Lubecca
e a muoverli ci sono la passione per la letteratura,
gli echi del Grand Tour e il fascino esercitato dal
Bel Paese, “dove uomini e donne belli gridano
il loro 'Buon Giorno'”, sul loro poeta nazionale,
Goethe.
Il più giovane, subito prima della partenza,
scrive in una lettera: «Parto dopodomani e per
essere più preciso vado in Italia. Se non riesco
ad ideare in questo paese almeno una dozzina di novelle,
allora non sono un artista!». Ha 21 anni, lavora
“provvisoriamente” per una società
d'assicurazione ed ha da poco pubblicato una novella,
Perduta, scritta durante le ore d'ufficio.
Anche il maggiore dei due fratelli è scrittore
e si trova in Italia da due anni per curare una malattia
polmonare.
Sembrerebbe una storia come tante, ma non lo è.
I due fratelli, infatti, si chiamano Heinrich e Thomas,
di cognome fanno Mann e il più giovane dei due,
Thomas, proprio nel corso di questo primo viaggio in
Italia getterà le basi di quel romanzo, i Buddenbrook,
che nel 1929 gli varrà un Nobel per la Letteratura.
Quel primo soggiorno – e gli altri che seguiranno
– e il rapporto tra i fratelli “dissimili”
della letteratura tedesca e l'Italia ce li racconta
la mostra Heinrich e Thomas Mann in Italia,
inaugurata lo scorso 13 ottobre a Roma, presso la Casa
di Goethe, in occasione delle celebrazioni per il cinquantenario
della scomparsa di Thomas Mann.
Nelle tre stanze dell'allestimento troviamo dapprima
le tracce della Lubecca che i due scrittori lasciano
alla volta dell'Italia, con gli oggetti appartenuti
alla famiglia Mann, per poi proseguire con le testimonianze
degli autori che hanno accompagnato, nelle loro letture,
Heinrich e Thomas: Stendhal, Burckhardt e von Platen.
Grande l'influenza esercitata dalla musica. L'opera,
soprattutto Verdi e Puccini: Thomas porterà Verdi
e la sua Aida ne La Montagna Incantata,
mentre l'autore della Turandot sarà
di ispirazione per Heinrich nella stesura del romanzo
La Piccola Città, ambientato proprio
a Palestrina, dove i fratelli Mann erano stati ospiti
presso casa Bernardini e dove Thomas ambienta un capitolo
importante del Doktor Faustus.
La morte a Venezia, Mario e il Mago; Die Gottinnen:
l'Italia è un riferimento costante nell'opera
di Thomas e Heinrich Mann, che proprio in Italia sembra
trovare ispirazione, da un articolo di cronaca letto
su un giornale fiorentino, per il suo romanzo più
famoso, Professor Unrat.
Appunti, diari, fotografie, libri: tracce del quotidiano
processo creativo, come gli appunti di Heinrich annotati
su carte da gioco, che ci lasciano entrare nell'esistenza
e nell'officina dei fratelli Mann.
La mostra, ideata dalla Casa di Goethe di Roma in collaborazione
con l'Heinrich-und-Thomas-Mann-Zentrum di Lubecca, prosegue
fino al 21 gennaio 2006 e l'anno prossimo lascerà
le stanze dell'appartamento romano di Goethe per trasferirsi
in forma stabile a Palestrina.
Heinrich e Thomas Mann in Italia
13 ottobre 2005 – 21 gennaio 2006
Casa di Goethe
Via del Corso, 18, Roma
info@casadigoethe.it
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