288 - 13.11.05


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Strade di lettura alternativa

Beatrice Mani



”La salvezza della piccola editoria passa attraverso la specializzazione e la riconoscibilità, anche grafica oltre che contenutistica, del prodotto”. Non ha dubbi Lucia dalla Porta, direttrice del Pisa Book Festival 2005, svoltosi nella città toscana a metà ottobre. Tre giorni interamente dedicati ai 100 editori indipendenti italiani e stranieri, con ospite d’onore la Romania, incoraggiati e gratificati da oltre quindicimila visitatori. Tra i più conosciuti a livello nazionale Bollati e Boringhieri, Voland, E/O, Robin-Biblioteca del Vascello, Instar, Manni, Il Castoro, Nottetempo, Edt, Iperborea, Stampa Alternativa e Meridiano Zero, mentre Les Èdidions Tobias sono state l’invitato di qualità, riscuotendo il favore del pubblico durante la presentazione di De Compostelle à Jerusalem, la storia del pellegrinaggio attraverso l’Europa e il Medio Oriente di Leonnard Leroux.

L’editoria indipendente ha avuto con questo festival l’occasione per interrogarsi sul proprio futuro e sui problemi che la affliggono. “In primo luogo la distribuzione – precisa la direttrice Dalla Porta – l’editoria indipendente soffre di poca visibilità e della necessità di consolidare il rapporto fra editore e distributore”. Gli editori non si sono lasciati sfuggire l’occasione per fare, in un certo senso, il punto della condizione in cui verte il loro settore, ma non si è trattato di una mera constatazione delle problematiche che la affliggono, piuttosto di una ricerca di vie alternative. Tra le proposte, alcune già realizzate, altre ancora da pianificare, risalta l’idea di diffondere la produzione dell’editoria indipendente anche nei supermercati o nelle grandi librerie, generalmente poco interessate agli editori di secondo piano che a loro volta spesso le snobbano. Sarebbe questa una strada per superare un tabù che talvolta ha contribuito a delimitare i limiti proprio della distribuzione. Insomma, la storica stazione Leopolda che ha ospitato la manifestazione, si è trasformata in un laboratorio culturale in pieno fermento, arricchito non solo dall’esposizione dei libri, ma anche da altri momenti di scambio come i seminari in collaborazione con l’ateneo pisano, le mostre, gli incontri culinari e i premi letterari (come il premio Premio letterario Antonio Zinzula, che attraverso una serie di poesie e racconti esplora il mondo dei giovani autori reclusi).

Già al suo terzo anno di vita il Festival del Libro ha guadagnato una certa visibilità a livello internazionale e sarà infatti presente alla London Book Fair e alla Fiera di Varsavia. A questo successo ha contribuito l’iniziativa degli organizzatori di scegliere, fin dagli esordi, una linea tematica di estrema attualità come quella dell’integrazione europea tra Est e Ovest. L’integrazione dei paesi dell’Est passa anche attraverso la reciproca conoscenza culturale e artistica, questo il principio che regola le scelte del festival. Lo scorso anno l’ospite d’onore è stata l’Ucraina, in questa edizione la Romania e per l’anno venturo si pensa alla Repubblica Ceca. Nello stand collettivo le maggiori case editrici rumene hanno esposto le loro novità editoriali, ma il momento di maggiore scambio è stato nella giornata interamente dedicata al paese ospite, “Il giorno del libro rumeno”, una riflessione storica, artistica e letteraria, al cui successo ha contribuito la presenza dell’Ambasciata di Romania e l’Accademia Rumena di Roma, oltre a quella di studiosi e autori quali Anna Blandiana e Bianca Maria Frabotta. La parte accademica del confronto è stata affiancata da alcuni eventi collaterali come la mostra fotografica “Romania mon amour. Immagini da un paese ancora sconosciuto”, allestita a Palazzo Gambacorti.

Un altro filo conduttore che ha legato molti degli appuntamenti della manifestazione, sottolineandone, ancora una volta, l’ambizione ad uscire dai confini italiani e caratterizzarsi come evento internazionale, è l’attenzione per la cultura di Paesi del continente africano, del Medio Oriente e del Sudest asiatico. Numerosi autori italiani hanno infatti racconteranno la loro esperienza di Paesi come il Sudan, il Kurdistan o di viaggi particolari in bicicletta attraverso il Mali e il Burkina Faso. Ospite proveniente dal Sud Africa è stata Sindiwe Magona, scrittrice impegnata nella lotta per i diritti umani e in particolare per i diritti delle donne, presentata dalla casa editrice Gorée, mentre da Israele è arrivato il poeta e saggista Alon Altaras, pubblicato in Italia da Voland.
Un Festival neonato, ma con grandi ambizioni, impegnato e convinto che l’editoria indipendente sia uno strumento valido ed efficace per proseguire il processo di integrazione e conoscenza del diverso passando attraverso la scoperta e la comprensione dell’arte e della cultura che lo caratterzzano.

 

 

 

 

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