”La
salvezza della piccola editoria passa attraverso la
specializzazione e la riconoscibilità, anche
grafica oltre che contenutistica, del prodotto”.
Non ha dubbi Lucia dalla Porta, direttrice del Pisa
Book Festival 2005, svoltosi nella città toscana
a metà ottobre. Tre giorni interamente dedicati
ai 100 editori indipendenti italiani e stranieri, con
ospite d’onore la Romania, incoraggiati e gratificati
da oltre quindicimila visitatori. Tra i più conosciuti
a livello nazionale Bollati e Boringhieri, Voland, E/O,
Robin-Biblioteca del Vascello, Instar, Manni, Il Castoro,
Nottetempo, Edt, Iperborea, Stampa Alternativa e Meridiano
Zero, mentre Les Èdidions Tobias sono state l’invitato
di qualità, riscuotendo il favore del pubblico
durante la presentazione di De Compostelle à
Jerusalem, la storia del pellegrinaggio attraverso
l’Europa e il Medio Oriente di Leonnard Leroux.
L’editoria indipendente ha avuto con questo festival
l’occasione per interrogarsi sul proprio futuro
e sui problemi che la affliggono. “In primo luogo
la distribuzione – precisa la direttrice Dalla
Porta – l’editoria indipendente soffre di
poca visibilità e della necessità di consolidare
il rapporto fra editore e distributore”. Gli editori
non si sono lasciati sfuggire l’occasione per
fare, in un certo senso, il punto della condizione in
cui verte il loro settore, ma non si è trattato
di una mera constatazione delle problematiche che la
affliggono, piuttosto di una ricerca di vie alternative.
Tra le proposte, alcune già realizzate, altre
ancora da pianificare, risalta l’idea di diffondere
la produzione dell’editoria indipendente anche
nei supermercati o nelle grandi librerie, generalmente
poco interessate agli editori di secondo piano che a
loro volta spesso le snobbano. Sarebbe questa una strada
per superare un tabù che talvolta ha contribuito
a delimitare i limiti proprio della distribuzione. Insomma,
la storica stazione Leopolda che ha ospitato la manifestazione,
si è trasformata in un laboratorio culturale
in pieno fermento, arricchito non solo dall’esposizione
dei libri, ma anche da altri momenti di scambio come
i seminari in collaborazione con l’ateneo pisano,
le mostre, gli incontri culinari e i premi letterari
(come il premio Premio letterario Antonio Zinzula, che
attraverso una serie di poesie e racconti esplora il
mondo dei giovani autori reclusi).
Già al suo terzo anno di vita il Festival del
Libro ha guadagnato una certa visibilità a livello
internazionale e sarà infatti presente alla London
Book Fair e alla Fiera di Varsavia. A questo successo
ha contribuito l’iniziativa degli organizzatori
di scegliere, fin dagli esordi, una linea tematica di
estrema attualità come quella dell’integrazione
europea tra Est e Ovest. L’integrazione dei paesi
dell’Est passa anche attraverso la reciproca conoscenza
culturale e artistica, questo il principio che regola
le scelte del festival. Lo scorso anno l’ospite
d’onore è stata l’Ucraina, in questa
edizione la Romania e per l’anno venturo si pensa
alla Repubblica Ceca. Nello stand collettivo le maggiori
case editrici rumene hanno esposto le loro novità
editoriali, ma il momento di maggiore scambio è
stato nella giornata interamente dedicata al paese ospite,
“Il giorno del libro rumeno”, una riflessione
storica, artistica e letteraria, al cui successo ha
contribuito la presenza dell’Ambasciata di Romania
e l’Accademia Rumena di Roma, oltre a quella di
studiosi e autori quali Anna Blandiana e Bianca Maria
Frabotta. La parte accademica del confronto è
stata affiancata da alcuni eventi collaterali come la
mostra fotografica “Romania mon amour. Immagini
da un paese ancora sconosciuto”, allestita a Palazzo
Gambacorti.
Un altro filo conduttore che ha legato molti degli
appuntamenti della manifestazione, sottolineandone,
ancora una volta, l’ambizione ad uscire dai confini
italiani e caratterizzarsi come evento internazionale,
è l’attenzione per la cultura di Paesi
del continente africano, del Medio Oriente e del Sudest
asiatico. Numerosi autori italiani hanno infatti racconteranno
la loro esperienza di Paesi come il Sudan, il Kurdistan
o di viaggi particolari in bicicletta attraverso il
Mali e il Burkina Faso. Ospite proveniente dal Sud Africa
è stata Sindiwe Magona, scrittrice impegnata
nella lotta per i diritti umani e in particolare per
i diritti delle donne, presentata dalla casa editrice
Gorée, mentre da Israele è arrivato il
poeta e saggista Alon Altaras, pubblicato in Italia
da Voland.
Un Festival neonato, ma con grandi ambizioni, impegnato
e convinto che l’editoria indipendente sia uno
strumento valido ed efficace per proseguire il processo
di integrazione e conoscenza del diverso passando attraverso
la scoperta e la comprensione dell’arte e della
cultura che lo caratterzzano.
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