E oggi
24 aprile 1970 è giorno di sciopero. L’ordine
degli scopini è entrato nella storia, bisogna
essere contenti,
come se gli angeli fossero scesi sulla terra a sedersi
sulle panchine dei viali e dei muretti della borgata.
E’ giorno di Rivelazione, è caduta ogni
separazione tra il regno d’Ognigiorno e il Regno
della Coscienza;
ciò che resta intatta è l’umiltà;
perchè chi ebbe una vocazione vera non conosce
la violenza;
e parla con grazia anche dei propri diritti.
(Pier Paolo Pasolini,
da Appunti per un romanzo dell’immondezza,
1970)
Nel 1970 Pier Paolo Pasolini girò un documentario
prodotto dal Unitelefilm, uno dei prodotti del Comitato
Cineasti Italiani contro la repressione.
I versi sopra riportati fanno parte di una vera e propria
ode che doveva accompagnare le immagini girate e montate.
Pasolini ne parlò in qualche intervista e disse
che era parte di un progetto più ampio: accennava
addirittura a un film di molte ore che riguardava il
Terzo Mondo (“Paese Sera”, 19 giugno 1970).
Laura Betti, dopo la morte del suo amato Pier Paolo,
dirigendo il Centro Pasolini provò a cercarne
il girato per diversi anni, senza alcun risultato, e
alla fine ci rinunciò: non si dimenticò
però di farvi riferimento nel suo film Pier
Paolo Pasolini e la ragione di un sogno (2001),
facendo volare (sue parole testuali) Pier Paolo sopra
una grande discarica di immondizia.
Poi, per molti anni, il filmato fu dato per disperso,
anche se alcune filmografie francesi ne fanno riferimento
specifico. ma il film, anzi, la parte filmata del Romanzo
dell’immondezza, è lì dove
doveva essere, all’Archivio Audiovisivo del Monumento
Operaio, oggi fondazione indipendente e negli anni ’70
parte del Unitelefilm. Il film è diviso in tre
parti: la prima raccoglie le riprese dell’assemblea
degli scopini, nella seconda scorrono le immagini della
discarica di Roma, e nella parte finale ci sono delle
interviste agli stessi scopini sul loro posto di lavoro:
alcuni, per esempio, fanno vedere i loro armadietti,
e mi sembra che parlino delle proprie condizioni di
vita. Mi sembra, perché mentre sono riuscito
qualche tempo fa a vedere le immagini di alcuni rulli
di pellicola, per lo meno premontati, non sono ancora
riuscito a rintracciare il sonoro dei quelle immagini.
Ma ecco che lo scorrere di quelle facce che, riunite
in assemblea, nel loro muto movimento labiale discutono
dello sciopero, scopre il romanzo pasoliniano. Non sono
gli umili lavoratori della scopa che Pasolini sta guardando,
ma gli angeli scesi sulla terra il 24 aprile 1970, il
giorno della sciopero, come scrive lui nel suo poema,
giorno della rivelazione e della presa di coscienza,
divinità meravigliosamente umili, che parlano
con grazia dei loro diritti: non si sente cosa dicono,
non importa. La cosa importante è che non riescono
a fare a meno di avere grazia. Ecco quindi Pasolini,
immerso dentro la sua poesia, come gli succede sempre
quando fa cinema o scrive. Pasolini guarda tutto, compresa
l’immondizia, con l’attenzione di chi sta
cercando qualcosa di importante ed è sicuro di
riuscire a trovarlo. Lui lo sa, lo ha sempre saputo,
la rivelazione (rivoluzione) è l’attimo
poetico. La presa di coscienza della realtà è
il momento della conoscenza. Il suo compito d’artista
ha sempre voluto dire stare in quella realtà,
l’unica realtà che si possa comprendere
e raccontare. Un piccolo pezzo di carta trascinato dal
vento che svolazzava in mezzo alla strada attirava la
sua attenzione. questo ho sentito dire da Bernardo Bertolucci
che seguiva come aiuto regista il film Accattone:
metteva all’interno dell’inquadratura quel
che casualmente incrociava il suo sguardo, perché
era il tratto pittorico di cui aveva bisogno. Il cinema
di Pasolini fa i conti con tutto quello che si agita
intorno a lui, ma il suo agire non è rappresentare
la realtà, essere militante (così si diceva
negli anni ’70) del reale: per lui la cosa importante
è la ricerca del particolare pittorico da inserire
nel grande affresco della vita. Una morte violenta quella
di Pasolini, ma una vita vissuta con molta grazia, come
ancora una volta si può vedere da questo piccolo
progetto di film che ci ha lasciato in uno scaffale
in via Sprovieri 14 a Roma.
Questo scritto è tratto dal catalogo della mostra
Pasolini e Roma
Museo di Roma in Trastevere – Piazza S. Egidio
1b
21 ottobre 2005 – 22 gennaio 2006
orario d’apertura:
martedì-domenica ore 10.00-20.00
lunedì chiuso
Curatori Enzo Siciliano e Federica Pirani
Catalogo: Silvana Editore
Organizzazione: Zètema Progetto Cultura srl
Promotore Assessorato alle Politiche Culturali del Comune
di Roma Sovraintendenza ai Beni Culturali
Biglietto:integrato mostre+museo: intero € 6,00;
ridotto € 5,00. Il costo del biglietto comprende
la visita del museo e delle tre mostre dedicate a Pier
Paolo Pasolini
Info tel. 06 5816563
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