288 - 13.11.05


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Come si fa a non amare
Pier Paolo Pasolini

Mimmo Calopresti



E oggi 24 aprile 1970 è giorno di sciopero. L’ordine degli scopini è entrato nella storia, bisogna essere contenti,
come se gli angeli fossero scesi sulla terra a sedersi sulle panchine dei viali e dei muretti della borgata.
E’ giorno di Rivelazione, è caduta ogni separazione tra il regno d’Ognigiorno e il Regno della Coscienza;
ciò che resta intatta è l’umiltà; perchè chi ebbe una vocazione vera non conosce la violenza;
e parla con grazia anche dei propri diritti.
(Pier Paolo Pasolini,
da Appunti per un romanzo dell’immondezza, 1970)

Nel 1970 Pier Paolo Pasolini girò un documentario prodotto dal Unitelefilm, uno dei prodotti del Comitato Cineasti Italiani contro la repressione.
I versi sopra riportati fanno parte di una vera e propria ode che doveva accompagnare le immagini girate e montate. Pasolini ne parlò in qualche intervista e disse che era parte di un progetto più ampio: accennava addirittura a un film di molte ore che riguardava il Terzo Mondo (“Paese Sera”, 19 giugno 1970). Laura Betti, dopo la morte del suo amato Pier Paolo, dirigendo il Centro Pasolini provò a cercarne il girato per diversi anni, senza alcun risultato, e alla fine ci rinunciò: non si dimenticò però di farvi riferimento nel suo film Pier Paolo Pasolini e la ragione di un sogno (2001), facendo volare (sue parole testuali) Pier Paolo sopra una grande discarica di immondizia.

Poi, per molti anni, il filmato fu dato per disperso, anche se alcune filmografie francesi ne fanno riferimento specifico. ma il film, anzi, la parte filmata del Romanzo dell’immondezza, è lì dove doveva essere, all’Archivio Audiovisivo del Monumento Operaio, oggi fondazione indipendente e negli anni ’70 parte del Unitelefilm. Il film è diviso in tre parti: la prima raccoglie le riprese dell’assemblea degli scopini, nella seconda scorrono le immagini della discarica di Roma, e nella parte finale ci sono delle interviste agli stessi scopini sul loro posto di lavoro: alcuni, per esempio, fanno vedere i loro armadietti, e mi sembra che parlino delle proprie condizioni di vita. Mi sembra, perché mentre sono riuscito qualche tempo fa a vedere le immagini di alcuni rulli di pellicola, per lo meno premontati, non sono ancora riuscito a rintracciare il sonoro dei quelle immagini. Ma ecco che lo scorrere di quelle facce che, riunite in assemblea, nel loro muto movimento labiale discutono dello sciopero, scopre il romanzo pasoliniano. Non sono gli umili lavoratori della scopa che Pasolini sta guardando, ma gli angeli scesi sulla terra il 24 aprile 1970, il giorno della sciopero, come scrive lui nel suo poema, giorno della rivelazione e della presa di coscienza, divinità meravigliosamente umili, che parlano con grazia dei loro diritti: non si sente cosa dicono, non importa. La cosa importante è che non riescono a fare a meno di avere grazia. Ecco quindi Pasolini, immerso dentro la sua poesia, come gli succede sempre quando fa cinema o scrive. Pasolini guarda tutto, compresa l’immondizia, con l’attenzione di chi sta cercando qualcosa di importante ed è sicuro di riuscire a trovarlo. Lui lo sa, lo ha sempre saputo, la rivelazione (rivoluzione) è l’attimo poetico. La presa di coscienza della realtà è il momento della conoscenza. Il suo compito d’artista ha sempre voluto dire stare in quella realtà, l’unica realtà che si possa comprendere e raccontare. Un piccolo pezzo di carta trascinato dal vento che svolazzava in mezzo alla strada attirava la sua attenzione. questo ho sentito dire da Bernardo Bertolucci che seguiva come aiuto regista il film Accattone: metteva all’interno dell’inquadratura quel che casualmente incrociava il suo sguardo, perché era il tratto pittorico di cui aveva bisogno. Il cinema di Pasolini fa i conti con tutto quello che si agita intorno a lui, ma il suo agire non è rappresentare la realtà, essere militante (così si diceva negli anni ’70) del reale: per lui la cosa importante è la ricerca del particolare pittorico da inserire nel grande affresco della vita. Una morte violenta quella di Pasolini, ma una vita vissuta con molta grazia, come ancora una volta si può vedere da questo piccolo progetto di film che ci ha lasciato in uno scaffale in via Sprovieri 14 a Roma.

 

Questo scritto è tratto dal catalogo della mostra
Pasolini e Roma
Museo di Roma in Trastevere – Piazza S. Egidio 1b
21 ottobre 2005 – 22 gennaio 2006
orario d’apertura:
martedì-domenica ore 10.00-20.00
lunedì chiuso
Curatori Enzo Siciliano e Federica Pirani
Catalogo: Silvana Editore
Organizzazione: Zètema Progetto Cultura srl
Promotore Assessorato alle Politiche Culturali del Comune di Roma Sovraintendenza ai Beni Culturali
Biglietto:integrato mostre+museo: intero € 6,00; ridotto € 5,00. Il costo del biglietto comprende la visita del museo e delle tre mostre dedicate a Pier Paolo Pasolini
Info tel. 06 5816563

 

 

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