287 - 28.10.05


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Walker Evans, la realtà
tradotta in bianco e nero

 



“Walker Evans. Argento e Carbone”
5 Ottobre 2005 - 8 Gennaio 2006
Museo di Roma Palazzo Braschi,
Piazza San Pantaleo, 10 - Roma


Una traduzione non è una traduzione.....
se non trasmette la musica della poesia
insieme alle parole - John M. Synge, 1907


Le traduzioni occupano da sempre un posto ragguardevole nel campo della letteratura, del teatro e della musica. Le nuove traduzioni di Omero, di Dante e di Proust sono oggetto di lodi, di studi e di critiche. Il teatro classico e quello Elisabettiano ci vengono riproposti in lingua moderna con costumi attuali. La musica di Bach e di Mozart che ascoltiamo oggi è stata spesso trascritta e solo raramente ci è dato di ascoltarla su strumenti d’epoca. Mentre è sempre più frequente l’ascolto mediante registrazioni digitali.
Queste trasposizioni hanno subito delle trasformazioni col passare del tempo e vengono accettate quasi senza discutere.
Per loro natura, le arti visive si prestano meno a questo tipo di rielaborazione intenzionale. Matisse ha creato nuove opere rendendo omaggio a Ingres, ma il risultato è solo e unicamente l’arte di Matisse. Allo stesso modo, Picasso si è ispirato agli stili e ai motivi della pittura vascolare greca, rimodellandoli però alla sua maniera. In questi casi si tratta di rielaborazioni creative, non di vere e proprie trasposizioni.

Salvo rare eccezioni, il processo fotografico rappresenta un modello “democratico” che consente di stampare molte copie dell’immagine originale. Come l’incisione e l’acquaforte, le lastre o i negativi spesso sopravvivono all’artista e sono oggetto di ulteriori edizioni e interpretazioni. Due famosi fotografi, Paul Strand e Ansel Adams, hanno specificamente dato il loro assenso a far stampare le loro immagini a titolo postumo, invitando di conseguenza a una nuova riflessione sul loro lavoro. Al contrario, Brett Weston ha formalmente bruciato i suoi negativi. Il fatto di non distruggere quelle prove può essere inteso come l’accettazione a non sottrarsi al giudizio dei posteri.

La stampa di questi lavori di Evans pone problemi di carattere critico. Da un lato, la tecnologia digitale impiegata si presta a un’alterazione volontaria lasciando spazio alla creatività, che osa sostituirsi al processo chimico basato sull’emulsione ai sali d’argento. Non vi è alcun dubbio che un identico
grido d’allarme si levò quando il dagherrotipo cominciò a subire la concorrenza del calotipo e della stampa all’albumina.
Tutti i nuovi media influiscono sulla voce e sul timbro. Una scala tonale più ampia e un controllo più accurato dei valori sono i due strumenti più significativi offerti dalla tecnologia digitale. Quei dati, che sarebbero difficilmente conservabili all’estremità chiara e scura di una gradazione nel caso di impiego di emulsioni ai sali d’argento, diventano ora accessibili. La musica non cambia ma alcune note impercettibili ora si possono udire più distintamente.

La seconda domanda che ci si pone logicamente riguarda la fedeltà di queste stampe fotografiche ai canoni di Evans. Per una parte del 1935 e nel 1936 Evans lavorò alle dipendenze del governo statunitense per conto della Farm Security Administration, l’agenzia governativa di sostegno ai piccoli agricoltori. Come a tutti i fotografi dell’équipe, gli fu chiesto di realizzare servizi fotografici a sostegno della politica di rilancio economico promossa dal presidente Franklin D. Roosevelt. Dare istruzioni a Evans era probabilmente irrealistico e arduo. Tuttavia, nei diciotto mesi durante i quali fu stipendiato dal governo, egli mise a frutto questa opportunità e si dedicò intensamente al lavoro. I suoi obiettivi e quelli dell’agenzia governativa coincidevano abbastanza da garantirgli un lavoro sicuro per un certo tempo. Fu la sua stagione più fertile. Lavori degni di memoria sono ascrivibili a prima e dopo quel periodo, ma la sua carriera era oramai segnata definitivamente dallo stile e della qualità di quelle immagini.

I continui spostamenti creavano problemi per lo sviluppo delle pellicole e non agevolavano la qualità della stampa. L’agenzia premeva affinché egli inviasse rapidamente i negativi e forse anche le copie fotografiche a Washington. Evans conservava numerose varianti dei negativi dei soggetti fotografati, ma le immagini di qualità migliore erano generalmente riservate al committente. Le stampe fotografiche originali realizzate da Evans sono un’assoluta rarità. Dal 1936 alla fine degli anni 1980, i funzionari governativi hanno riprodotto migliaia di copie a partire dai negativi della Farm Security Administration. L’enorme carico di lavoro dei laboratori fotografici incaricati dal governo ha influito il più delle volte sulla qualità delle immagini.

Nel 1938 il Museum of Modern Art dedicò una mostra all’opera di Evans, la prima esposizione fotografica personale organizzata da un museo importante. Il catalogo, American Photographs, conteneva 87 immagini. Evans si dedicò alacremente alla produzione e alla messa a punto delle lastre per la stampa in autotipia. Approfittando dell’esperienza nel campo dell’incisione, Evans apportò dei ritocchi che andavano al di là delle possibilità offerte dalla camera oscura.

Il catalogo testimonia della migliore tecnica rilievografica dell’epoca.
A giudicare da questo aneddoto, dal suo desiderio di sperimentare altri mezzi rettificativi e dalla sua conversione alla tecnologia della Polaroid, è probabile che Evans avrebbe adottato istintivamente la strumentazione digitale. American Photographs come libro stampato continua a svolgere un influsso autorevole. Le interpretazioni che egli conferisce alle proprie immagini in quel catalogo costituiscono il punto di riferimento più affidabile per le elaborazioni digitali presentate in questa sede.

Qualsiasi editore o stampatore alle prese con il lavoro di un artista dimostra una certa complicità nell’operare una conversione. Che il traduttore o lo stampatore conferiscano una impronta personale è cosa ovvia. La maggior parte delle opere grafiche che ci è dato di conoscere sono mediate dalla sensibilità e dalle capacità tecniche di chi le stampa. La questione ruota attorno al grado di competenza e all’impegno dello stampatore e alla qualità del manufatto realizzato con le apparecchiature.

Sven Martson ha lavorato nella camera oscura di Evans sotto la sua guida.
Ha studiato molto attentamente la tecnica di Evans. John T. Hill è stato collega di Evans all’università di Yale e suo esecutore testamentario. Negli ultimi tre anni hanno raccolto immagini e sperimentato materiali e metodi di stampa connessi alle tecniche digitali. Evans era ossessionato dalla ricerca del dettaglio visivo. Si era equipaggiato di un apparecchio 8x10” che gli consentiva di catturare i minimi particolari. Queste fotografie si propongono di restituirci la visione personale di Evans e di spiegare la grande importanza che assumevano per lui i dettagli.

Oltre alle stampe digitali, la mostra presenta delle foto realizzate con altri metodi di stampa, molti dei quali sono stati sperimentati direttamente dallo stesso Evans.Tre di questi primi lavori furono stampati in fototipia nel poema epico di Hart Crane, The Bridge, per le cure dell’editore Black Sun Press a Parigi, nel 1930. È esposto anche il portfolio realizzato dalla Eakins Press dopo la morte dell’autore comprendente immagini in fototipia, il seguito ideale della serie dedicata al ponte di Brooklyn.

Da autentico bibliofilo, Evans considerava il libro il mezzo più idoneo a presentare e a guidare la “lettura” della sua opera. Nel 1938 pubblicò American Photographs in occasione della mostra personale al Museum of Modern Art, un libro destinato a fare epoca. Nel 1941 egli attinse ai lavori già eseguiti per l’agenzia governativa e, con la collaborazione di James Agee, realizzò Let Us Now Praise Men, un documento di straordinaria forza poetica. Evans curò attentamente tutti i particolari della fase produttiva e della grafica, fino alle lastre per la stampa rilievografica.

Evans cominciò a lavorare per la rivista Fortune nel 1945, il che gli permise di approfondire l’esperienza acquisita nel campo delle tecniche di stampa e di controllare personalmente la qualità dei suoi lavori. Nei primi anni, la rivista impiegava ricercati processi di stampa, tre in particolare, la rilievografia, la stampa litografica e il rotocalco. Con il sostegno di Leslie Katz e della Eakins Press Foundation da lui diretta, nel 1964 realizzò Message from the Interior.
Tutte le opere presentate in questo catalogo documentano i suoi viaggi attraverso l’America a partire da giugno 1935 fino ad agosto 1936. Evans cominciò la sua esplorazione in West Virginia, spostandosi successivamente in Pennsylvania, Louisiana,Mississippi, Georgia,Carolina del Sud ed infine in Alabama.

In questo breve arco di tempo, Evans ha fornito una visione molto personale e assai obiettiva di un'America depressa colpita dalla crisi economica.
Da questa fase di ricerca è scaturito uno stile documentario caratterizzato dalla “poetizzazione” che continua a riecheggiare anche al di fuori del mondo della fotografia. L'intensità della sua opera va ricercata nella chiarezza dell'espressione e nell'osservazione spassionatamente realistica e analitica.
È un invito esplicito a una lettura in chiave universale, trascendendo i luoghi fotografati e le finalità della missione.

Walker Evans. Argento e Carbone
5 Ottobre 2005 - 8 Gennaio 2006
Museo di Roma Palazzo Braschi,
Piazza San Pantaleo, 10 – Roma
Promossa dall’Assessorato alle Politiche Culturali del Comune di Roma
Sovraintendenza ai Beni Culturali e dalla Fratelli Alinari
Curata da John T. Hill
Prodotta dalla Martson Hill Edition

Ingresso museo: intero € 6,20, ridotto €3,10, gratuito per i cittadini UE minori
di 18 o maggiori di 65 anni e per i cittadini stranieri in condizioni di
reciprocità. La biglietteria chiude un'ora prima.

Info: 06/67108346 dal martedì alla domenica 9.00-18.00
06/82077304 dal lunedì al giovedì 9.00-16.00; venerdì 9.00 – 13.00

e-mail: museodiroma@comune.roma.it
web: http://www.museodiroma.comune.roma.it

Catalogo: Edizione Alinari a cura di J. T. Hill - Testi in italiano e inglese
Formato cm 25x25, 64 pagine, 70 fotografie in bianco e nero.
Rilegato in brossura. Prezzo di copertina € 20.00


 

 

 

 

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