È
un paese giovane la Slovacchia. Ma negli ultimi anni
la sua storia sembra essere attraversata da una forte
accelerazione che ha portato cambiamenti epocali nel
giro di pochi anni. Novembre dell’89: la Rivoluzione
di Velluto cecoslovacca sancisce la fine del comunismo;
1 gennaio ’93 la Cecoslovacchia si divide negli
stati indipendenti di Repubblica Ceca e Slovacchia;
1 maggio 2004 la Slovacchia entra definitivamente a
far parte dell’Unione europea.
Un paese giovane, dunque, una terra che ha iniziato
una nuova storia che la lancia tra le protagoniste della
realtà europea. Ma poco si sa della Slovacchia.
Poco si sa della politica interna che vede al governo
una coalizione di centro destra guidata Mikulas Dzurinda;
poco si sa del fatto che la Slovacchia è il paese
dell’Europa Centrale con la più rapida
crescita economica, ma questa allo stesso tempo sta
pesando sui ceti più deboli della popolazione
perché ha duramente colpito lo stato sociale
con forti tagli a pensioni e sanità.
E poco si sa della cultura slovacca, delle sue tradizioni
e della sua letteratura. Ma qualcosa si sta movendo
grazie anche a due iniziative particolari, una articolata
intorno ad una serie di eventi che portano la firma
della Fondazione Bellonci, e un’altra che vede
come protagonista la giovane casa editrice Anfora con
due nuove pubblicazioni.
La Fondazione Bellonci ha lanciato un progetto intitolato
I Paesi della Giovane Europa per sollecitare lo
scambio tra le reciproche culture e consolidare il rispetto
della diversità all’interno della “casa”
europea. E allora spazio ai nuovi membri dell’Ue
per scoprire la nostra storia condivisa tra letterature
e tradizioni. Un atlante geografico (edito da De Agostini)
dedicato ai dieci nuovi entrati, la pubblicazione del
secondo “Quaderno della Fondazione Bellonci”
dal titolo Terre di confine, con interventi
di Pedrag Matvejevic¹ (che racconta la Slovenia e i
Balcani), Franco Marcoaldi (Viaggio baltico)
e Giuseppe Conte (Cipro). Ma non è ancora
tutto. La Fondazione Bellonci ha inviato una selezione
di opere letterarie rappresentative dei dieci membri
della “giovane Europa” ad alcune scuole
invitandole a partecipare ad un concorso sul tema dei
nuovi entrati nell’Ue. Infine, a ciascun paese
sarà dedicata una conferenza per fissare l’attenzione
su realtà che poco si conoscono ma che stanno
diventando sempre più vicine, sia sul piano culturale
che politico.
La seconda protagonista della curiosità che
si anima intorno alla Slovacchia è la casa editrice
Anfora, nata nel 2003 con l’esatto intento di
valorizzare la letteratura dell’Europa Centrale
creando uno spazio di visibilità all’interno
del mercato italiano, che da questo punto di vista era
un po’ distratto. Ne è un esempio proprio
la Slovacchia: al di fuori dei romanzi di Jarmila Oc¹kayová
(che è slovacca, ma vive in Italia e scrive in
italiano pubblicata da Baldini & Castoldi), oltre
la sua traduzione delle favole di Pavol Dobs¹inky´
(Il re del tempo, Sellerio), non si trovano
autori di lingua Slovacca tradotti nella nostra lingua.
O meglio, non si trovavano, perché compaiono
sugli scaffali delle librerie E’ Sempre Verde...
di Pavel Vilikovsky´ e Le Campane di Einstein
di Lajos Grendel. Due autori che bene rappresentano
una letteratura capace di raccontare storie che ci parlano
di un paese vicino, ma che per anni è stato nascosto
ai nostri occhi tra le pieghe della storia. Due romanzi
che dimostrano una scrittura agile e avvolgente, che
sa caricarsi di ironia e gonfiarsi in ampie volute fino
a sfiorare barocchismi formali. Ma sono libri, soprattutto,
che aprono la porta a un mondo pieno di suggestioni
che ci appartengono. A partire dalla condivisione della
cultura europea.
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