276 - 29.04.05


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Quando i sogni
divennero scienza

Sara Capogrossi Colognesi



Il più grande scrittore di avventura e fantascienza, il più tradotto in tutto il mondo, il più diffuso, sicuramente il più amato. Da Ventimila leghe sotto i mari a Il giro del mondo in ottanta giorni, da L’isola del tesoro a Dalla Terra alla Luna, difficile, lungo soprattutto, elencare la lista di romanzi immortali che da sempre appassionano ragazzi e adulti. Si celebra quest’anno l’opera di Jules Verne, scomparso un secolo fa ad Amiens, dove aveva scelto di trascorrere la seconda parte della sua vita. Città che si appresta a onorarlo e festeggiarlo con un programma di eventi sviluppato in armonia con la prima patria dello scrittore, quella Nantes dove era nato e cresciuto. Grande città commerciale, punto di partenza e arrivo per lunghi viaggi che probabilmente stimolavano l’immaginazione del giovane Verne, come lui stesso ipotizza. Per tutta la vita lo scrittore non abbandonerà mai il tema del viaggio, del mare, dell’avventura; nei romanzi e nella realtà. Una volta ottenuta fama e ricchezza con i suoi libri, infatti, Verne potrà realizzare con imbarcazioni autentiche le navigazioni che aveva sempre sognato. E lontano da quella carriera di avvocato alla quale era stato destinato dal padre solcherà i mari con il Saint-Michel III, l’ultimo e il più bello dei suoi yacht.

Prefiguratore di tecnologie di là da venire, i suoi protagonisti si imbarcano in sottomarini, galleggiano in assenza di gravità, e arrivano sulla Luna. Premonizioni, o forse soltanto sogni che la tecnologia non farà altro che avverare (privandoci forse di parte della meraviglia del lettore di inizi Novecento). Ma se sono in molti a sognare la Luna, pochi scrivono racconti permeati di scienza.

Nasce con Verne il romanzo scientifico, in cui la scienza «proviene dall’esterno, come un linguaggio riferito... appare sotto forma di frammenti irruttivi e autonomi», scrive Michel Foucault in una introduzione a Il giro del mondo in 80 giorni. È una scienza che si elabora altrove e che nella realtà non può che legarsi al difetto: «meno lo scienziato sbaglia e più è malvagio, o pazzo o fuori dal mondo», spiega Foucault, «più è un personaggio positivo e più sbaglia». Malgrado questo, o forse proprio per questa caratteristica la scienza di Verne è amica, una tecnologia che aiuta l’uomo e che, malgrado pericolose derive, lo accompagna nel suo viaggio attraverso l’evoluzione: «Tutto quello che è possibile si farà», è la convinzione dello scrittore. Anche per questo il mondo scientifico è ben felice di pagare un tributo al grande artista e in occasione del centenario l’Associazione Tuscolana di Astronomia ha organizzato un ciclo di conferenze dal titolo Spazio ...alla fantasia!.
Inaugurata il 19 marzo dai racconti dell’astronauta Umberto Guidoni su “La mia avventura nello spazio”, le giornate in onore dell’autore de L’isola misteriosa continuano ogni sabato, fino al 7 maggio, con rappresentanti dell’Agenzia spaziale italiana, dell’Esa o del Cnr che ci parleranno di “scienza e Fantascienza”, dell’”Italia nello spazio”, della “conquista di Marte” e di molto altro ancora.

Ma come dicevamo, le principali commemorazioni saranno in Francia, che ha intitolato il 2005 a Verne. Per tutto l’anno si susseguiranno eventi che attireranno l’attenzione di ogni genere di pubblico. In questi giorni, si incontrano presso il Centro internazionale Jules Verne, ad Amiens, i più grandi stimatori dello scrittore, che per una settimana animeranno incontri e dibattiti. In dicembre, dopo importanti lavori sotto la direzione di François Schuiten, si riaprirà la Maison de Jules Verne, dove attraverso le stanze (tra cui lo studio dove scrisse gran parte delle 22 mila pagine che compongono il corpus edito da Hetzel), e gli oggetti (dai globi ai cannocchiali, dai portamine agli scrittoi da viaggio, alle grandi carte geografiche e nautiche), si farà rivivere Verne e il suo mondo. E alla Bibliothèque départamentale de la Senna proseguirà questo viaggio nel passato con la mostra “macchine straordinarie di Verne”, che esporrà modellini e disegni da cui la fantascienza ha poi attinto a piene mani.

Dietro le quinte di questa commemorazione in grande stile si muove il torinese Piero Gondolo della Riva, il più grande collezionista di Verne. Raccoglitore di opere e mille altri pezzi del grande autore, che in questa occasione ha donato alla Biblioteca di Amiens-Metropole, dove è stato creato un fondo apposito.
Scritti originali, mobili e ritratti di famiglia si potranno ammirare anche a Nantes, al Musée Jules Verne. Sempre a Nantes dal 3 al 5 giugno, altro viaggio straordinario attraverso la flora dei romanzi verniani: Tour di Nantes in 80 piante, nei parchi della città. E la città natale dello scrittore, che ospita uno dei più prestigiosi festival di fantascienza lo dedica quest’anno a Verne: Les Utopiales, con film, libri, fotografie, dibattiti dall’11 al 14 novembre 2005 alla Cité des Congrès. La capitale non poteva sottrarsi a queste commemorazioni e fino al 31 agosto il Museés National de la Marine propone la mostra “Il romanzo del mare”: con le rotte del Nautilus, modellini navali, disegni, mappe e foto.

 

 

 

 

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