Il più
grande scrittore di avventura e fantascienza, il più
tradotto in tutto il mondo, il più diffuso, sicuramente
il più amato. Da Ventimila leghe sotto i
mari a Il giro del mondo in ottanta giorni,
da L’isola del tesoro a Dalla
Terra alla Luna, difficile, lungo soprattutto,
elencare la lista di romanzi immortali che da sempre
appassionano ragazzi e adulti. Si celebra quest’anno
l’opera di Jules
Verne, scomparso un secolo fa ad Amiens, dove aveva
scelto di trascorrere la seconda parte della sua vita.
Città che si appresta a onorarlo e festeggiarlo
con un programma di eventi sviluppato in armonia con
la prima patria dello scrittore, quella Nantes dove
era nato e cresciuto. Grande città commerciale,
punto di partenza e arrivo per lunghi viaggi che probabilmente
stimolavano l’immaginazione del giovane Verne,
come lui stesso ipotizza. Per tutta la vita lo scrittore
non abbandonerà mai il tema del viaggio, del
mare, dell’avventura; nei romanzi e nella realtà.
Una volta ottenuta fama e ricchezza con i suoi libri,
infatti, Verne potrà realizzare con imbarcazioni
autentiche le navigazioni che aveva sempre sognato.
E lontano da quella carriera di avvocato alla quale
era stato destinato dal padre solcherà i mari
con il Saint-Michel III, l’ultimo e il più
bello dei suoi yacht.
Prefiguratore di tecnologie di là da venire,
i suoi protagonisti si imbarcano in sottomarini, galleggiano
in assenza di gravità, e arrivano sulla Luna.
Premonizioni, o forse soltanto sogni che la tecnologia
non farà altro che avverare (privandoci forse
di parte della meraviglia del lettore di inizi Novecento).
Ma se sono in molti a sognare la Luna, pochi scrivono
racconti permeati di scienza.
Nasce con Verne il romanzo scientifico, in cui la scienza
«proviene dall’esterno, come un linguaggio
riferito... appare sotto forma di frammenti irruttivi
e autonomi», scrive Michel Foucault in una introduzione
a Il giro del mondo in 80 giorni. È
una scienza che si elabora altrove e che nella realtà
non può che legarsi al difetto: «meno lo
scienziato sbaglia e più è malvagio, o
pazzo o fuori dal mondo», spiega Foucault, «più
è un personaggio positivo e più sbaglia».
Malgrado questo, o forse proprio per questa caratteristica
la scienza di Verne è amica, una tecnologia che
aiuta l’uomo e che, malgrado pericolose derive,
lo accompagna nel suo viaggio attraverso l’evoluzione:
«Tutto quello che è possibile si farà»,
è la convinzione dello scrittore. Anche per questo
il mondo scientifico è ben felice di pagare un
tributo al grande artista e in occasione del centenario
l’Associazione Tuscolana di Astronomia ha organizzato
un ciclo di conferenze dal titolo Spazio ...alla
fantasia!.
Inaugurata il 19 marzo dai racconti dell’astronauta
Umberto Guidoni su “La mia avventura nello spazio”,
le giornate in onore dell’autore de L’isola
misteriosa continuano ogni sabato, fino al 7 maggio,
con rappresentanti dell’Agenzia spaziale italiana,
dell’Esa o del Cnr che ci parleranno di “scienza
e Fantascienza”, dell’”Italia nello
spazio”, della “conquista di Marte”
e di molto altro ancora.
Ma come dicevamo, le principali commemorazioni saranno
in Francia, che ha intitolato il 2005 a Verne. Per tutto
l’anno si susseguiranno eventi che attireranno
l’attenzione di ogni genere di pubblico. In questi
giorni, si incontrano presso il Centro internazionale
Jules Verne, ad Amiens, i più grandi stimatori
dello scrittore, che per una settimana animeranno incontri
e dibattiti. In dicembre, dopo importanti lavori sotto
la direzione di François Schuiten, si riaprirà
la Maison de Jules Verne, dove attraverso le
stanze (tra cui lo studio dove scrisse gran parte delle
22 mila pagine che compongono il corpus edito da Hetzel),
e gli oggetti (dai globi ai cannocchiali, dai portamine
agli scrittoi da viaggio, alle grandi carte geografiche
e nautiche), si farà rivivere Verne e il suo
mondo. E alla Bibliothèque départamentale
de la Senna proseguirà questo viaggio nel passato
con la mostra “macchine straordinarie di Verne”,
che esporrà modellini e disegni da cui la fantascienza
ha poi attinto a piene mani.
Dietro le quinte di questa commemorazione in grande
stile si muove il torinese Piero Gondolo della Riva,
il più grande collezionista di Verne. Raccoglitore
di opere e mille altri pezzi del grande autore, che
in questa occasione ha donato alla Biblioteca di Amiens-Metropole,
dove è stato creato un fondo apposito.
Scritti originali, mobili e ritratti di famiglia si
potranno ammirare anche a Nantes, al Musée Jules
Verne. Sempre a Nantes dal 3 al 5 giugno, altro viaggio
straordinario attraverso la flora dei romanzi verniani:
Tour di Nantes in 80 piante, nei parchi della
città. E la città natale dello scrittore,
che ospita uno dei più prestigiosi festival di
fantascienza lo dedica quest’anno a Verne: Les
Utopiales, con film, libri, fotografie, dibattiti
dall’11 al 14 novembre 2005 alla Cité des
Congrès. La capitale non poteva sottrarsi a queste
commemorazioni e fino al 31 agosto il Museés
National de la Marine propone la mostra “Il romanzo
del mare”: con le rotte del Nautilus, modellini
navali, disegni, mappe e foto.
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