Dove si concludeva
il viaggio iniziatico dei due fratelli protagonisti
de La meglio gioventù di Marco Tullio
Giordana? E dove si trasferivano verso la fine della
storia il padre e il figlio di Le chiavi di casa di
Gianni Amelio? Se avete risposto "in Norvegia",
avete un'ottima memoria cinematografica. O forse gli
scenari che avete visto erano particolarmente indimenticabili.
Fatto sta che ne vedrete ancora, di scenari norvegesi,
sugli schermi italiani: la Norwegian Film Commission
è infatti appena sbarcata in Italia per incentivare
nuove coproduzioni fra i nostri due Paesi.
Tutto questo nell'ottica secondo cui, benché
la Norvegia non faccia parte dell'Unione - tant'è
vero che è stata epurata dalla piantina che appare
sull'euro, come fa notare Jan ErickHolst, direttore
del Norwegian Film Institute - è tuttavia un
membro del Consiglio d'Europa e, attraverso un accordo
economico, della Cee, dunque da 15 anni beneficia dei
fondi europei per il cinema, spesso attraverso l'intervento
mediatore di Eurimages, mettendo a punto numerose coproduzioni
intracomunitarie.
Del resto coprodurre è diventato un imperativo
anche per i cineasti italiani, sempre più a corto
di finanziamenti statali. "La nuova legge per il
cinema privilegia le coproduzioni", ha detto Mario
Leggeri, rappresentante italiano Eurimages, nel corso
del convegno "Occhio alla Norvegia" che si
è svolto pochi giorni fa alla Casa del Cinema
di Roma (dove ha avuto luogo anche una rassegna del
cinema norvegese). "Nel decreto attuativo si dice
che qualora un film italiano sia coprodotto al 60% il
sostegno finanziario viene assegnato sulla base dell'intero
costo di produzione. E anche se ancora non esiste un
vero e proprio accordo bilaterale fra Italia e Norvegia,
le coproduzioni fra i due Paesi possono essere approvate
caso per caso". Come è appena successo ad
Altrove, il film di Guido Fiandra basato su
una novella di Pirandello che sarà ambientato
in gran parte in Norvegia ed è coprodotto da
una casa di produzione norvegese e una italiana.
"Prima di iniziare le riprese ero convinto che
i nostri mondi fossero agli antipodi", dice Fiandra.
"Pensavo di sviluppare tutto il film su un doppio
asse: l'Italia calda e solare, raccontata con i colori
giallo e rosso, contrapposta alla Norvegia fredda e
algida, filmata in verde e blu. Invece ho scoperto la
bellezza di certe casette norvegesi scarlatte stagliate
scontro il verde delle montagne e il blu dei fiordi,
così come ho scoperto la natura passionale e
il senso dell'umorismo tutt'altro che freddo dei norvegesi".
Del quale dà subito prova Truls Kontny, direttore
della Norwegian Film Commission, sottolineando come
la sede centrale della Commissione a Bergen si trovi
in un'ex fabbrica di sardine e come la cittadinanza
abbia cominciato ad approvare l'idea non appena si è
resa conto che con i film si guadagnava meglio che con
le aringhe. "Il nostro sforzo attuale", spiega
Kontny, tornando serio, "è quello di sviluppare
in Parlamento un doppio modello di finanziamento per
il cinema nazionale: attraverso una percentuale delle
tasse pagate dai cittadini e attraverso un sistema di
sconti fiscali per chi investe nel cinema."
Ma soprattutto, la Film Commission ci tiene a lanciare
la Norvegia come location cinematografica. "Abbiamo
alcuni degli scenari naturali più belli del mondo,
le nostre infrastrutture sono ben sviluppate, possiamo
fornire team tecnici locali piccoli ed efficienti, il
che riduce di molto i costi di produzione. E poi, in
quale altro Paese, almeno per un certo periodo dell'anno
(quello del sole di mezzanotte, ndr) si può filmare
a condizioni di luce ottimali 24 ore su 24?"
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