266 - 27.11.04


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Un mosaico di tracce per raccontare l’Italia
Mauro Buonocore


Riflessi italiani. L’identità di un paese nella rappresentazione del suo territorio.
a cura di Sergio Conti,
Touring Club Italiano e Società Geografica Italiana
Pagg. 254, euro 50.00

Il mestiere del geografo consiste essenzialmente nello scovare l’identità di un luogo, di andarla a cercare nel territorio, nella storia, nella cultura, in tutte le rappresentazioni che ne hanno prodotto i numerosi ritratti, confrontarla con il presente e costruire nuove rappresentazioni, nuovi racconti.
Di fronte al desiderio di dipingere un ritratto complessivo della realtà italiana, Sergio Conti – professione geografo – si è trovato davanti a una domanda a cui dare risposta: “Come è possibile raccontare l’Italia, le sue realtà visibili e nascoste, i suoi paradossi, il mito della sua diversità che nasce e si riproduce di continuo?”. La risposta è un libro, dalla cui prefazione abbiamo rubato le parole dello stesso Conti, il cui titolo è Riflessi italiani. L’identità di un paese nella rappresentazione del suo territorio, e che, soprattutto, contiene nella stessa idea che lo ha fatto nascere il germe del quesito iniziale. In altre parole, ancora quelle di Conti, “ci troviamo di fronte a un libro intimamente plurale”, in cui sono raccolti i contributi di una ventina di geografi italiani che prestano occhi parole e mestiere alla realizzazione del volume.

Sfogliando, leggendo e guardando, l’identità della penisola emerge attraverso una molteplicità di visioni, di colori, di forme e di racconti: a ciascuno di questi geografi, Conti ha chiesto di raccontare l’Italia scegliendo una qualsiasi forma di narrazione, un medium qualsiasi, un approccio personale alle realtà nazionali. Riprendiamo ancora la prefazione di Conti, che ha ideato e creato quest’opera edita dalla Società Geografica Italiana e dal Touring Club Italiano: “Quello del geografo è il mestiere del dare senso ai luoghi, riorientarsi nel mondo non già per privarlo della sua identità, ma per condividerne il divenire espressivo, il ritmo. (…) Racconto e rappresentazione sono la duplice vocazione del geografo”, una vocazione che prende forma in una scienza che è alla continua ricerca dell’intreccio tra spazio reale e spazio immaginato. E dalla condivisione di questi spazi nasce l’esperienza di una raccolta di luoghi e di esperienze, di un “polittico di figure che mettono in scena differenze”.

Certo gli sguardi e le esperienze dei geografi passano attraverso le carte geografiche, le rappresentazioni tradizionali del territorio, ma anche attraverso la cultura popolare che anima i luoghi attraverso il filo della tradizione, della religione, del folklore. E allora danze in costume e feste di paese, processioni religiose e riti antichissimi congiungono passato e presente in un corto circuito temporale. Passeggiando tra le pagine del libro, prestando attenzione ai testi oppure facendosi rapire dalle numerosissime immagini, si possono incontrare occhi eccellenti che hanno fissato e immortalato visioni, sensazioni, colori di un luogo nell’eterno segno dell’arte. Pitture, quadri, acquerelli, ma anche pellicole su cui sono rimaste impresse le immagini di mille Italie. Cartier Bresson che ferma in uno scatto una piazza di Siena, volti abruzzesi di Scanno o i giochi d’ombra e di luce tra le case di Matera; il cinema e i suoi racconti di storie italiane, di luoghi le cui forme e i cui paesaggi scorrono sullo schermo: la Roma di Monicelli e la campagna toscana di Bertolucci, la capitale squarciata dalla guerra nell’opera di Rossellini o la Sicilia di Luchino Visconti e dei Malavoglia (La terra trema), fino alla denuncia degli scempi e della corruzione, l’abusivismo edilizio denunciato da Rosi (Le mani sulla città) o le isole siciliane nel diario di Nanni Moretti.
Non manca a questa preziosa collezione di rappresentazioni anche la frontiera di Internet, dove città telematiche rendono collegamenti, connessioni, approfondimenti che a volte sfuggono nel nostro quotidiano rapporto con le città reali.

Prendete tra le mani quest’opera e avrete qualcosa di più che un semplice libro di geografia, qualcosa di più di una ricerca, di una raccolta di foto, di una serie di testi, riflessioni, osservazioni e ricordi scritti da specialisti; non vedrete soltanto l’intrecciarsi di discipline che vanno dalla storia all’antropologia, dall’arte alla sociologia. Avrete molto di più, avrete un
“mosaico di luoghi, di frammenti abitati di segni. (…) Parole per rappresentare e specchiarsi nel proprio paese”.

 

 

 

 

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