Riflessi
italiani. L’identità di un paese nella
rappresentazione del suo territorio.
a cura di Sergio Conti,
Touring Club Italiano e Società Geografica Italiana
Pagg. 254, euro 50.00
Il mestiere del geografo consiste essenzialmente nello
scovare l’identità di un luogo, di andarla
a cercare nel territorio, nella storia, nella cultura,
in tutte le rappresentazioni che ne hanno prodotto i
numerosi ritratti, confrontarla con il presente e costruire
nuove rappresentazioni, nuovi racconti.
Di fronte al desiderio di dipingere un ritratto complessivo
della realtà italiana, Sergio Conti – professione
geografo – si è trovato davanti a una domanda
a cui dare risposta: “Come è possibile
raccontare l’Italia, le sue realtà visibili
e nascoste, i suoi paradossi, il mito della sua diversità
che nasce e si riproduce di continuo?”. La risposta
è un libro, dalla cui prefazione abbiamo rubato
le parole dello stesso Conti, il cui titolo è
Riflessi italiani. L’identità di un
paese nella rappresentazione del suo territorio,
e che, soprattutto, contiene nella stessa idea che lo
ha fatto nascere il germe del quesito iniziale. In altre
parole, ancora quelle di Conti, “ci troviamo di
fronte a un libro intimamente plurale”, in cui
sono raccolti i contributi di una ventina di geografi
italiani che prestano occhi parole e mestiere alla realizzazione
del volume.
Sfogliando, leggendo e guardando, l’identità
della penisola emerge attraverso una molteplicità
di visioni, di colori, di forme e di racconti: a ciascuno
di questi geografi, Conti ha chiesto di raccontare l’Italia
scegliendo una qualsiasi forma di narrazione, un medium
qualsiasi, un approccio personale alle realtà
nazionali. Riprendiamo ancora la prefazione di Conti,
che ha ideato e creato quest’opera edita dalla
Società Geografica Italiana e dal Touring Club
Italiano: “Quello del geografo è il mestiere
del dare senso ai luoghi, riorientarsi nel mondo non
già per privarlo della sua identità, ma
per condividerne il divenire espressivo, il ritmo. (…)
Racconto e rappresentazione sono la duplice vocazione
del geografo”, una vocazione che prende forma
in una scienza che è alla continua ricerca dell’intreccio
tra spazio reale e spazio immaginato. E dalla condivisione
di questi spazi nasce l’esperienza di una raccolta
di luoghi e di esperienze, di un “polittico di
figure che mettono in scena differenze”.
Certo gli sguardi e le esperienze dei geografi passano
attraverso le carte geografiche, le rappresentazioni
tradizionali del territorio, ma anche attraverso la
cultura popolare che anima i luoghi attraverso il filo
della tradizione, della religione, del folklore. E allora
danze in costume e feste di paese, processioni religiose
e riti antichissimi congiungono passato e presente in
un corto circuito temporale. Passeggiando tra le pagine
del libro, prestando attenzione ai testi oppure facendosi
rapire dalle numerosissime immagini, si possono incontrare
occhi eccellenti che hanno fissato e immortalato visioni,
sensazioni, colori di un luogo nell’eterno segno
dell’arte. Pitture, quadri, acquerelli, ma anche
pellicole su cui sono rimaste impresse le immagini di
mille Italie. Cartier Bresson che ferma in uno scatto
una piazza di Siena, volti abruzzesi di Scanno o i giochi
d’ombra e di luce tra le case di Matera; il cinema
e i suoi racconti di storie italiane, di luoghi le cui
forme e i cui paesaggi scorrono sullo schermo: la Roma
di Monicelli e la campagna toscana di Bertolucci, la
capitale squarciata dalla guerra nell’opera di
Rossellini o la Sicilia di Luchino Visconti e dei Malavoglia
(La terra trema), fino alla denuncia degli
scempi e della corruzione, l’abusivismo edilizio
denunciato da Rosi (Le mani sulla città) o le
isole siciliane nel diario di Nanni Moretti.
Non manca a questa preziosa collezione di rappresentazioni
anche la frontiera di Internet, dove città telematiche
rendono collegamenti, connessioni, approfondimenti che
a volte sfuggono nel nostro quotidiano rapporto con
le città reali.
Prendete tra le mani quest’opera e avrete qualcosa
di più che un semplice libro di geografia, qualcosa
di più di una ricerca, di una raccolta di foto,
di una serie di testi, riflessioni, osservazioni e ricordi
scritti da specialisti; non vedrete soltanto l’intrecciarsi
di discipline che vanno dalla storia all’antropologia,
dall’arte alla sociologia. Avrete molto di più,
avrete un
“mosaico di luoghi, di frammenti abitati di segni.
(…) Parole per rappresentare e specchiarsi nel
proprio paese”.
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