"E' il movimento che distrae e consola".
Lo diceva Edgard Degas, e in tutta la sua opera -
pittura, scultura, disegni, incisioni - si respira
proprio la gioia dell'immagine in moto, il fluire
del colore, la torsione della figura nello spazio.
A questo movimento incessante, e alla varietà
tematica e stilistica delle sue declinazioni, è
dedicata la mostra Degas classico e moderno,
in visione al Complesso del Vittoriano di Roma fino
al primo febbraio 2005: oltre 170 opere fra cui olii,
pastelli, bozzetti, sculture e fotografie che ritraggono
non solo ballerine e fantini a cavallo ma anche autorevoli
colleghi dell'artista - da Manet a Renoir - ma anche
donne semplici e uomini di strada - uno per tutti:
il Volto di criminale, cui è dedicato
un bellissimo pastello, evanescente come il suo soggetto.
Naturalmente però sono le ballerine a fare
la parte del leone. Centrale, all'interno della sala
grande del Vittoriano, è La ballerina a
14 anni, che a suo tempo destò grande
scandalo sia per i lineamenti comuni, quasi rozzi
della ragazzina (quando la danza classica sembrava
dover essere appannaggio solo delle donne angelicate)
che per la spregiudicata fusione di materiali nobili
e poveri - il bronzo con la crinolina - che anticipava
di mezzo secolo l'arte che l'avrebbe seguita. E poi
ci sono i gruppi di danzatrici alle prove, che scendono
scale seminascoste nell'ombra per raggiungere pozze
di luce all'interno delle sale da ballo, disposte
in diagonale, secondo prospettive azzardate e innovative
che molto prendevano a prestito dalla fotografia e
soprattutto molto le insegnavano (vedi Cartier-Bresson).
In questo senso Degas è, prima di tutto, un
educatore dello sguardo: costringe chi ammira le sue
opere a seguire il suo percorso, ad aderire alle sue
scelte compositive.
Lui che proveniva da una famiglia altoborghese e
che aveva ricevuto un'educazione tradizionale, anche
dal punto di vista artistico, era profondamente democratico
nella scelta dei personaggi da ritrarre, e aperto
a ogni nuova suggestione, a ogni direzione suggerita
dal suo estro e dalle sue frequentazioni umane e artistiche.
Al rigore dello studio, che per Degas durerà
tutta la vita, si affianca il coraggio della novità,
la curiosità verso il sentire diverso della
sua epoca. Da qui nasce il titolo della mostra, che
mescola "esigenze di perfezione classica a una
visione acuta della realtà moderna".
Ma forse sarebbe stato ancora più appropriato
intitolare la mostra "Degas sconfinato".
L'esibizione al Vittoriano testimonia infatti la spregiudicatezza
con la quale Degas sperimentava tecniche nuove e si
cimentava con i soggetti più svariati, spingendosi
sempre un po' oltre i limiti della sua arte e del
suo tempo. La sua opera è una danza inebriante
fra buio e luminosità, colore e monocromia,
fra il definito del tratto a china e l'indefinito
delle chiazze che suggeriscono paesaggi appena accennati
sullo sfondo.
I ritratti, spesso fotografici, dei suoi celebri
contemporanei sono ricchi di genuina ammirazione,
ma anche di umana tenerezza. La sua fascinazione per
le figure femminili si rivela nuda nei ritratti di
donne al bagno o in camerino, spiate dal buco della
serratura ma mai degradate o rese grottesche (come
in Toulouse-Lautrec), semplicemente colte in un'initimità
verso la quale Degas prova attrazione ma anche profondo
rispetto.
La sua severità, la sua intransigenza erano
riservate soprattutto a sé, e infatti, già
a ventun anni, l'artista si ritrae come una figura
solitaria dallo sguardo impaziente e inquisitorio.
La sua intuizione fondamentale riguarda la frammentarietà
della realtà, il senso di incompiutezza di
certi contorni sfaldati che Degas riconosceva come
testimonianza viva del suo - del nostro - tempo. Per
questo molti dei suoi quadri (soprattutto gli olii
e gli acquarelli) sembrano sospesi a due terzi dell'esecuzione,
un'impressione creata in modo del tutto intenzionale
da un artista tanto maniacalmente perfezionista da
arrivare a distruggere molte delle sue opere perché
non corrispondevano alla completezza della sua visione.
Info:
Orario: dal lunedì al giovedì 9.30 -19.30;
venerdì e sabato 9.30 - 23.30; domenica 9.30
- 20.30
Costo del biglietto: Euro 9,00 intero; 6.50 ridotto
Per informazioni: tel. 06/6780664
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