Linda Lanzillotta è Presidente di Glocus
(www.glocus.it), l'associazione che ha organizzato
il convegno "Obiettivo cinema" lo scorso
15 luglio a Roma per discutere come il prodotto cinematografico
stia cambiando in Italia e in Europa grazie all'avvento
delle nuove tecnologie e per ipotizzare quale azione
possa esercitare la politica, in termini normativi
e di promozione, al fine di proteggere l’industria
e favorirne lo sviluppo. Quella che segue è
la sua introduzione al convegno.
Glocus
nasce un anno fa ed è composta da figure professionali
di varia estrazione, provenienti essenzialmente dal
mondo produttivo: imprenditori medi e piccoli, manager,
professionisti e ricercatori che ritengono utile avere
ed offrire a chi è interessato uno spazio dove
discutere ed elaborare proposte sui temi dell’innovazione
e del recupero di competitività del nostro
paese. Questa iniziativa nasce dalla presa di coscienza
della crisi dei luoghi in cui tradizionalmente avvengono
gli scambi tra realtà sociale, economica e
politica e del contemporaneo maturarsi di opinioni
ed idee da parte di persone che vivono in un mondo
in continua evoluzione. Altrimenti la politica si
inaridisce, le opinioni che si maturano nella nostra
ricchissima realtà non diventano patrimonio
collettivo e non aiutano il nostro paese a crescere.
Ciò
che spinge Glocus a guardare al cinema, nell’ottica
di produrre idee e stimoli che facciano uscire il
nostro Paese da una fase di ormai lunga stagnazione,
è fatto che il cinema sia un settore relativamente
specialistico e relativamente contenuto in termini
di volume e fatturato, ma esemplare nell’incrociare
molte delle questioni che vanno affrontate in Italia
in questo momento.
Il cinema è parte di quella identità
che consente all’Italia di conservare un ruolo
importante sui mercati globalizzati, di esercitare
quello che alcuni definirebbero un soft power ed affermare
ancora quell’egemonia del prodotto, della creatività,
della cultura, della bellezza che è propria
del nostro Paese.
Il cinema è importantissimo: lo è stato
storicamente e deve continuare ad esserlo. Esso è
simbolo e canale di diffusione della creatività
italiana, un asse competitivo che non possiamo permetterci
di disperdere: è questo che ci permetterà
di avere ancora un ruolo economico importante, in
un mondo globalizzato dove si delocalizzano le attività
di tipo manifatturiero a più basso valore aggiunto.
Il cinema, così come altri settori nei quali
l’Italia ha eccelso in passato, deve misurarsi
oggi con l’innovazione tecnologica, sia in termini
di trasformazione dei modelli produttivi sia in termini
di politiche adeguate a sostenere un settore in via
di evoluzione: è necessario dunque aiutarlo
affinché possa mantenere o anche accrescere
la propria competitività nel mercato internazionale.
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