Teresa Cirillo è docente di letteratura
ispano-americana all'Universita' Orientale di Napoli
e consulente storico-letteraria di "Pablo Neruda,
passi in Italia". Questo suo intervento è
ripreso dal catalogo della mostra.
Per
un uomo come Neruda che, alle soglie della cinquantina,
ha vissuto una vita intensa, difficile e avventurosa
in tre diversi continenti, i mesi in cui soggiorna
in Italia rappresentano un momento di quiete e uno
snodo importante per le conseguenze nell'attività
artistica e nella vita privata. In Italia prende slancio
la storia d'amore con la cantante cilena Matilde Urrutia:
è un amore profondo che induce il poeta a maturare,
tra rimorsi ed esitazioni, la decisione di lasciare
di fatto la moglie e di cominciare una nuova vita
a Capri.
Una sera di fine gennaio del 1952, Neruda sbarca a
Capri insieme con Matilde. Esule politico dal Cile
e sorvegliato dalla polizia, solo pochi giorni prima,
durante una movimentata manifestazione di protesta
organizzata da artisti e uomini politici romani, era
stato quasi strappato dalle mani degli agenti che
lo stavano scortando verso la frontiera. Il ministro
dell'Interno, Scelba, aveva emesso un un decreto di
espulsione dall'Italia su richiesta del governo cileno
che aveva destituito Neruda, aspramente critico nei
confronti del presidente, dalla carica di senatore.
Matilde
e Neruda vanno ad abitare nella Casa di Arturo, la
villa di via Tragara che ha messo a disposizione Edwin
Cerio, fine scrittore e studioso, fondatore del Centro
Caprense 'Ignazio Cerio', un personaggio di spicco
nella vita culturale e mondana dell'Isola cosmopolita.
Per la prima volta insieme in una casa tutta per loro,
gli amanti possono misurare la profondità del
loro sentimento. Vivono solitari, in una atmosfera
di compiuta felicità, alimentando un amore
intenso, esaltante. Nei mesi passati sull'Isola il
poeta completa e fa stampare a Napoli, anonimo per
riguardo verso la moglie, un libro di poesie d'amore,
«appassionato e doloroso», I Versi
del Capitano, composti col pensiero rivolto a
Matilde. Scrive anche quasi tutti i componimenti dedicati,
in parte, all'Italia e a Capri, che col titolo L'uva
e il vento, usciranno nel 1954, quando il poeta
e Matilde sono ormai ritornati in Cile.
A un orefice di Capri, Neruda ordina per Matilde
un anello dove fa incidere la dedica: 3 maggio
1952. Il tuo Capitano. Serve per una cerimonia
che si svolge in una notte di plenilunio. Lei, ottima
cuoca, ha preparato una cenetta, lui ha decorato tutta
la casa con festoni di carta e di fiori e ha scritto
a grandi lettere variopinte Matilde, ti amo.
Scambiandosi una promessa di amore eterno, sulla terrazza
della casa, chiamano a testimone della loro unione
una benevola, splendente luna caprese.
« Per me sei il resoro più carico/ d'immensità
che non il mare e i suoi grappoli/ e sei bianca, e
azzurra e vasta come/ la terra nella vendemmia./ In
questo territorio,/ dai tuoi piedi alla tua fronte,/
camminando, camminando, camminando,/ passerò
la mia vita»
(L'infinita nei Versi del Capitano)
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