257 - 10.07.04


Cerca nel sito
Cerca WWW
Il tempo sospeso di Mitoraj
Mauro Buonocore

Le statue che popolano in questi giorni i Mercati di Traiano a Roma sembrano messe lì da secoli, sembrano appartenere da sempre a quei luoghi che, a partire dal II secolo a.C., si stendono alle pendici del Quirinale, a ridosso di Piazza Venezia. Tra gli scavi un'enorme testa di bronzo, apparentemente un frammento di un Eros dalle dimensioni ciclopiche sul cui volto il tempo pare aver disegnato crepe e rotture del metallo. Nella parte alta dei Mercati alcuni bronzi si affacciano monumentali verso il basso, portano i nomi di miti antichi, a ciascuno manca un brandello di corpo, le braccia, una parte d'ala, i corpi logorati da screpolature. Sembrano proprio statue che vengono dall'antichità, e invece, a guardare da vicino, sono tutte opere contemporanee, realizzate negli ultimi vent'anni dallo scultore polacco Igor Mitoraj.

E' una mostra complessa, quella che, dal 24 giugno al 19 settembre, vedrà i Mercati di Traiano trasformati in un percorso artistico tra le opere di Mitoraj.
E' ricca e complessa perché i marmi e i bronzi modellati dallo scultore polacco testimoniano una serie di opposizioni e di dicotomie dietro le quali si possono scovare mille e mille significati. Ma più dei concetti e dei contenuti che Mitoraj ha voluto esprimere con le sue sculture, più della qualità artistica dei suoi Ikari, delle sue Ifigenie e dei suoi Tindari - espressa nel catalogo della mostra da maestri della storia e della critica d'arte quali Maurizio Calvesi, Costanzo Costantini e Claudio Strinati - racconteremo la sensazione che il percorso della mostra romana regala allo spettatore.

Non parleremo allora di come ogni scultura di Mitoraj si presenti come una parte mancante a un totale o come una figura intera privata di alcuni particolari; non diremo di come il frammento si faccia lo strumento di espressione della realtà e della bellezza ideale che queste opere rincorrono.
E non parleremo nemmeno di come il tempo si faccia protagonista dell'opposizione, forse del dialogo, tra l'antico e il moderno cui queste sculture danno materia: ispirato a forme che furono di secoli tanto lontani da appartenere al mito, ogni soggetto rappresentato ha il segno della modernità, della contemporaneità, del tempo eterno dell'età classica e del tempo tormentato (ancora frammentato) dei giorni nostri.
E ancora eviteremo di inoltrarci in un dedalo di interpretazioni, per lo più psicanalitiche, che cercano di trovare significati e motivi dietro la scelta dei soggetti, dietro le bende che in finissimi panneggi accecano gli occhi di volti impassibili, dietro i nomi mitici delle figure rotte, frammentate, spezzate dalla mano dell'artista.

Ci fermeremo invece a sottolineare come i marmi e i bronzi lavorati da Mitoraj abbiano un'aria e un'atmosfera tutta loro, veicoli e strumenti di una sensazione cui l'arte dello scultore dona realtà. Un piede ritratto fino alla caviglia; una mano, scolpita fino al polso, che da dietro afferra il primo. Tutto bianchissimo come il marmo più pulito. Sarà il fatto che le dimensioni dei particolari rimandano l'immaginazione a una scultura dalle dimensioni ciclopiche; sarà il fatto che la scena rappresenta un'azione, un movimento bloccato nell'immobilità di un attimo; sarà lo spazio che lo scultore lascia alla nostra immaginazione per completare i corpi e il movimento: quello che è certo è che dall'osservare questa scultura ci viene un senso di sospensione, dal tempo, dalla dura materia del marmo. E la visita alla mostra si trasforma in un'astrazione che fa l'esperienza estetica.
Ancora sospesi rimaniamo di fronte alle bende che avvolgono il capo caduto a terra di una Hypnos mummificata, oppure guardando l'involucro di garze che nasconde la testa perduta dal corpo di un'Eclisse media. E poi le donne. Donne rosse di ghisa o di un bronzo verde, che, composte in terzetti si guardano con occhi chiusi, incrociano i loro sguardi in piccole sculture che ti chiedono di girare intorno, di guardare la scena da tutte le angolazioni. Mute, silenziose come il mondo astratto della bellezza che la materia modellata da Mitoraj ci invita a visitare.

Mitoraj ai mercati di Traiano
Roma, Mercati di Traiano, 24 giugno/19 settembre 2004

Promossa da: Comune di Roma - Assessorato alle Politiche Culturali - Sovrintendenza ai Beni Culturali

Organizzazione: Zétema Progetto Cultura s.r.l. in collaborazione con Galleria d'Arte Contini di Venezia e Cortina

Progetto di allestimento: Enzo Serrani

Catalogo: Alberto Peruzzo Editore

Testi in catalogo di: Maurizio Calvesi; Rudy Chiappino; Costanzo Costantini; Claudio Strinati; Julian Zugazagoitia.

Ingresso: via 4 Novembre

Orario: dal martedì alla domenica, dalle 9 alle 19.00

Biglietto: intero, euro 7,50; ridotto euro 4,40

Per informazioni: 06 820 77 304 dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 16

 





 

Vi e' piaciuto questo articolo? Avete dei commenti da fare? Scriveteci il vostro punto di vista a
redazione@caffeeuropa.it