250 - 03.04.04


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Paul Klee secondo Paul Klee
Paola Casella


I quadri di Paul Klee mi commuovono. Non ² un modo di dire: davanti ad alcune composizioni cromatiche del pittore svizzero tedesco, davanti ad alcune sue costruzioni geometriche, mi vengono proprio le lacrime agli occhi. Non ² tristezza, n³ disperazione. E' qualcosa che si muove dentro, una risonanza antica, il riconoscimento di forme e colori che appartengono a me come a tutti, in quanto esseri umani. E' un'assonanza collettiva e allo stesso tempo profondamente individuale. E' l'aprirsi repentino di una porta interiore, l'eco di una musica lontana, il pulsare di un ritmo atavico, la vibrazione di un ricordo solo apparentemente dimenticato.

Da un assemblaggio di forme, da una somma di colori - e uso termini geometrici e artitmetici per riferirmi alla solo apparente razionalitö dei quadri di Klee - risalgo ad una primordiale sensazione, capace di travalicare completamente il filtro della mia ragione. E' il genio di Paul Klee, e a questo genio rende omaggio - umilmente, rispettosamente - la mostra Paul Klee allestita presso il Complesso del Vittoriano a Roma fino al 27 giugno: una retrospettiva di circa 200 opere che copre l'intero percorso dell'artista, attraverso disegni e incisioni, grandi tele a olio e minuscoli schizzi a inchiostro.

Viene voglia di trovare, a commento delle opere appese ai muri candidi del Vittoriano, i passi pið illuminanti delle poesie di Klee, gli appunti scarabocchiati nei suoi diari, e ci starebbero bene anche i brani musicali che l'artista suonava al violino, prima di decidere che sarebbe diventato pittore.

"Il colore mi ha preso. Non ho bisogno di impadronirmene. Mi ha preso per sempre, lo so. Questo ² il significato di quest'ora felice: siamo una cosa sola io e il colore. Sono pittore".

dai diari di Paul Klee

Alla identificazione della definitiva vocazione artistica e alla scoperta del colore, avvenuta dopo un viaggio in Tunisia (illuminante: lo si vede da come i ritratti africani di quel periodo prendono letteralmente luce), ² dedicata una stanzetta del Vittoriano. Da quelal stanza - come da quel momento, per Klee - il colore non abbandona pið l'opera dell'artista, qualche volta addirittura la travolge. Tanto pið Klee confina il colore dentro riquadri e cerchi, tanto pið il colore reclama il suo dominio, oltrepassa i confini di punti e perimetri e tracima nell'inconscio di chi guarda, per tradursi in puro riverbero luminoso.

"La luce e le forme razionali
sono in lotta, la luce
le mette in movimento, piega
angoli retti,
curva parallele,
costringe i cerchi dentro gli intervalli,
rende l'intervallo attivo."


da "Poesie" di Paul Klee

La luce evidenzia i confini delle forme, quadrati, triangoli e tondi entrano in competizione, si contrappongono o congiurano per formare composizioni che seguono un ritmo e una scansione musicali. Le forme geometriche procedono alternate a figure sottili e microscopiche (nel senso di "viste al microscopio") che coniugano il concetto di spartizione dello spazio, a pari dignitö, di corpi grandi e piccoli, anche apparentemente irrisori e invece, come il sasso che Gelsomina prende in mano ne La strada, dotati di una propria irripetibile storia.

"Pið lo sguardo del pittore penetra nelle cose e pið si impone a lui, al posto di un'immagine della natura compiuta, la sola immagine importante della natura: la genesi"

dai diari di Paul Klee

La ricerca di fondo ² sempre quella dell'armonia, un'armonia nascosta che va resa visibile, oggettivizzata e nello stesso istante - nello stesso respiro - resa incorporea, restituita all'inconscio. La corrispondenza tra elementi geometrici e cromatici ricalca l'impronta di un disegno divino, che precede e rende possibile tutte le cose, nel loro divenire.

"La mia mano ² strumento di una sfera lontana. Quello che funziona non ² la mia testa, ma qualcos'altro, una cosa superiore, in qualche luogo. Devo avere grandi amici lö, noti o anche sconosciuti".

dai diari di Paul Klee

"Un po' di sublime
un po' di stravaganza
un po' di bizzarria
qualcosa di spirituale c'² sempre
dietro serrature e chiavistelli."


da "Poesie" di Paul Klee

Nascoste - ma accessibili - nei quadri di Paul Klee sono le chiavi che aprono le serrature chiuse sul mistero, che ² sempre lÒ, un passo oltre rispetto alla bidimensionalitö dei dipinti, alla regolaritö delle forme, agli accordi e disaccordi cromatici. L'artista si fa diapason e prisma, riflette, rifrange, riecheggia. Sul suo diario, Paul Klee incoll÷ un foglio con una grande scritta: "Io cristallo".

"Il pittore non copia quello che vede, ma crea immagini da vedere"

dai diari di Paul Klee

La pittura -quella di Paul Klee, quella che funziona - si fa porta aperta verso la conoscenza profonda (e infatti "La porta verso il profondo" ² il titolo di uno dei quadri in mostra al Vittoriano). Rimanda all'immensitö attraverso immagini minuscole, indica con precisi segni grafici la direzione del nostro universo interiore, oltrepassa la mediazione della realtö per arrivare dritto al cuore.

Poi vengono gli amici dell'arte
e con distacco osservano l'opera sanguinante.

Poi arrivano i fotografi.
ARTE NUOVA scrivono sui giornali.

E le riviste specializzate
le danno un nome che finisce in ISMO.


da "Poesie" di Paul Klee

I quadri di Paul Klee mi fanno ridere. Non ² un modo di dire: davanti a certi suoi ritratti ironici, a certe composizioni che mettono in risalto l'assurditö delle cose, qualche volta scoppio in una risata irrefrenabile, direi anche involontaria, se non fosse stata precisa volontö dell'artista quella di illuminare l'aspetto comico della mia, della sua, di ogni vita umana.

 

 

 

 

 

 

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