240 - 15.11.03


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Un tributo a Galante Garrone



Cari amici di Caffe' Europa,

la recente scomparsa di Alessandro Galante Garrone mi ha segnato perch² egli ² stato - e, a dispetto della morte, continuerö ad essere - un faro di idee e di comportamenti. Ha arricchito la vita sua e quella di molti altri con molteplici attivitö: prima magistrato, poi docente universitario ed infine storico e pubblicista, trasmettendo sempre uno stile sobrio, pacato ma fermo nella difesa delle sue convinzioni che, nel libro "I miei maggiori" (Ed. Garzanti), faceva discendere dai suoi maestri, da Piero Calamandrei a Luigi Einaudi, da Ferruccio Parri a Gaetano Salvemini, per citarne alcuni. Di essi scriveva : "erano, in una parola, galantuomini, nella vita prima che negli studi".

Fu tra i fondatori del Partito d' Azione, milit÷ nella Resistenza e pure quando lasci÷ la politica attiva in favore dell' impegno civile continu÷ a diffondere i suoi ideali laici ed antifascisti. Uno dei luoghi delle sue battaglie fu il quotidiano La Stampa con cui collabor÷ per quasi mezzo secolo. E' significativo che Marcello Sorgi - l' attuale direttore - nel suo editoriale del 31 ottobre 2003 abbia ricordato che "Alessandro Galante Garrone cantava dolcemente, poco prima di morire. In una delle ultime notti trascorse in ospedale, la sua voce fioca, ormai quasi un sospiro, intonava un canto partigiano". Gli ha fatto eco Carmine Donzelli, l' editore che nel 1994 pubblic÷ "Il mite giacobino", dichiarando che "Galante Garrone muore come ha sempre vissuto, con le mani vigili, appoggiate sulla libertö, come disse lui stesso".

Per parte mia, completo il breve tributo accennando ad un altro suo libro "La libertö liberatrice" (Ed. La Stampa - Collana Terza Pagina) il cui titolo riprende una formula cara ad Adolfo Omodeo, figura singolare di azionista-cristiano. In un articolo del 24 settembre 1960 cosÒ A.G. Garrone gli rende onore : "Abbattuto il fascismo, il concetto di "libertö liberatrice" si pone al centro di tutto il meditare e operare politico di Omodeo. Questo bene supremo, la libertö, si afferma volta per volta in determinate azioni e conquiste. E come, in passato, essa si ² realizzata nella rivendicazioni del Terzo Stato con la rivoluzione francese, o in rivendicazione nazionale con Camillo Cavour, cosÒ, domani, essa si dovrö realizzare nella conquista di nuovi ordinamenti sociali, o nella creazione di nuove entitö superstatuali". L' obiettivo di un "consorzio di uomini liberi e coraggiosi" giustifica l' enfasi con cui si chiude l' articolo : "Perch² oggi, come ieri, come sempre, da noi come in tutto il mondo, esistono i problemi di liberazione; e la libertö, per mantenersi tale, deve sapersi fare liberatrice".

Cordiali saluti
Massimo Negri


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