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"Sono irlandese, ma racconto storie sconfinate"

Colum McCann con Paola Casella


Colum McCann, La sua danza, Marco Tropea Editore, Pagine 352, Euro 15.00

Colum McCann è uno scrittore irlandese, ma il suo curriculum, e gli argomenti di cui parla, lo qualificano come cittadino del mondo. A 20 anni ha preso un aereo per gli Stati Uniti e li ha attraversati interamente in bicicletta, mantenendosi con i lavori più svariati - dal tassista al "Volevo già fare lo scrittore, ma sapevo di essere un ragazzetto della buona borghesia irlandese", dice. "Avevo bisogno di accumulare un po' di esperienza di vita, prima di cominciare a raccontare".

E i suoi romanzi parlano della sua esperienza, ma mai in prima persona: La legge del fiume e Di altre rive hanno protagonisti irlandesi, spesso lontani dalla madrepatria, che assomigliano a McCann solo nelle premesse biografiche. I figli del buio, invece, parla di un'afroamericano e un'americana di orgini irlandesi che risolvono insieme il proprio senso di estraneità al mondo nel quale vivono. L'ultimo romanzo di McCann, La sua danza (Marco Tropea), appena uscito in Italia, è una biografia immaginaria di Rudolf Nureiev, il celebre ballerino russo, raccontato da chi potrebbe averlo conosciuto, senza mai diventare a sua volta famoso.

"Mia moglie è italoamericana, i miei figli sono nati a New York, dove vivo, ma io resterò sempre un irlandese: potrei acquisire la cittadinanza statunitense, ma non voglio", dice McCann. "I miei figli invece si sentono cittadini del mondo: il maggiore va in giro con la maglia della Roma, con dietro il nome e il numero di Batistuta. Non ho ancora avuto il coraggio di spiegargli che Batistuta adesso gioca in Arabia, ma anche quello è un bell'esempio di come i confini stiano diventando sempre più permeabili.

Come scrittore, si è spesso occupato di esiliati, compreso in La sua danza: anche lei si definirebbe un esiliato?

Non posso definirmi un esiliato, perché l'esilio è una scelta politica. Micheal Ondaatje, l'autore de Il paziente inglese, che è nato nello Sri Lanka, è cresciuto in Inghilterra e vive in Canada, mi considererebbe un "bastardo internazionale", ma io preferisco il termine "mongrel" che significa uno che si sente a suo agio ovunque. In realtà, pur essendo profondamente irlandese, mi interesso alle storie di confine, con la prospettiva di raccontare storie sconfinate.. Di Nureiev ad esempio mi colpiva il fatto che avesse accesso ovunque - dal salotto della principessa Grace alla camera da letto di Mick Jagger - eppure non gli fosse consentito di tornare nel suo microscopico villaggio in Russia.

In La sua danza parla della Russia come se la conoscesse in modo approfondito.

Invece ho dovuto fare moltissima ricerca per poter scrivere le parti del romanzo ambientate nell'Unione Sovietica. Ho passato due mesi sul posto, e ho studiato testi russi per altri sei mesi solo per tirarne fuori le prime 35 pagine del libro. Ma non sapevo nulla neanche del mondo del balletto, o di Nureiev. Di più: Nureiev, in sé, non mi interessava affatto. Mi affascinava invece l'idea di raccontare una celebrità attraverso gli occhi di chi gli stava intorno, e ho preferito inventarmi una serie di personaggi minori piuttosto che approfondire i profili delle star che conoscevano Rudi.

Un approccio alla Quinto potere...

Non avevo mai tracciato questa similitudine, finché non sono venuto in contatto con Wayne Wang, il regista di Smoke e Blue in the face, che sta per trarre un film da un episodio di La sua danza. Tra l'altro Wayne preferisce concentrarsi su un giorno solo nella vita di Nureiev a New York, sacrificando l'intera costruzione del romanzo, che spazia dalla Russia a Parigi a Spoleto a Manhattan. Ma va bene così: quando un libro diventa un film bisogna reinventarlo, e lo scrittore deve dare carta bianca al regista, soprattutto se è uno in gamba come Wang. Comunque entrambi siamo d'accordo sull'idea fondamentale del film, che è quella dell'impossibilità di conoscere veramente una persona, anche se questa persona si trova costantemente al centro dei riflettori. Meglio allora parlare con chi rimane ai margini della sua storia, e magari apre squarci inediti sulla personalità del protagonista, e sugli effetti che ha avuto su chi gli è stato vicino.

Ne La sua danza, il suo stile letterario cambia a seconda del paese che sta raccontando.

Sì, perché penso che il luogo influenzi la scrittura, necessariamente. Quando scrivo dell'Irlanda ho un accento diverso rispetto a quando racconto della Russia. Per contro, mi sono sforzato di non dare a Nureiev un accento particolare, di togliere ogni specificità geografica alle sue riflessioni, proprio per indicare che Rudi non apparteneva a nessun posto, era davvero internazionale. E tuttavia, alla fine del romanzo, lo faccio ritornare in Russia, alle sue radici.

Secondo lei, uno scrittore irlandese può scrivere in maniera competente del resto del mondo?

Se fa molta ricerca, ed è molto attento al suono delle parole, credo di sì. E' il motivo per cui scrivo: calarmi in mille vite diverse, attraversando ogni confine. Come scriveva Walt Whitman, "Sono ampio, e contengo in me le moltitudini". Do molta importanza alle parole e a come rimbalzano l'una sull'altra, persino a come appaiono disposte l'una accanto all'altra sulla pagina. E cerco di dare loro un'eco dei luoghi e ai personaggi che descrivo. Adesso sto per scrivere un romanzo ambientato attraverso l'Europa: è la storia del primo poeta zingaro, che parte dalla Polonia, passa per l'Italia e finisce in Irlanda. E sto facendo un mare di ricerca, per dare ad ogni sezione la giusta intonazione, i giusti dettagli.

Polonia, Italia e Irlanda attualmente stanno spingendo perché il testo della Costituzione europea evidenzi un'impronta cattolica, o almeno cristiana. Che ne pensa?

Mi piace l'idea che al centro della nuova Costituzione ci siano i valori cattolici, solo se vengono intesi come cattolici con la c minuscola: un senso di decenza, di onestà, di bontà. Del resto credo che questi siano valori umani, prima ancora che religiosi. L'Irlanda è stata uno degli ultimi baluardi del cattolicesimo in Europa, ma il fatto di legare indissolubilmente la religione all'istituzione ecclesiastica e di permettere che la Chiesa invadesse il settore politico ha avuto come risultato l'allontanamento definitivo della gente dalla religione.

Chi è Colum McCann:

Nato di Dublino nel 1965, vive e lavora a New York. Considerato uno dei più brillanti giovani scrittori di lingua inglese, ha pubblicato I figli del buio, 1999, La legge del fiume, 2002, Di altre rive, 2001, (vincitore dell'Hennessey Award, il più prestigioso premio letterario irlandese, e del Rooney Award for Irish Literature), tutti editi in Italia per Il Saggiatore. Nel settembre 2003 è uscito da Marco Tropea La sua danza, biografia romanzata di Rudolf Nureyev.


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