237 - 04.10.03


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Germania, un giovane cattolico contro le dentiere

Daniele Castellani Perelli


C’erano una volta il cattolicesimo sociale del partito popolare europeo e l’“economia sociale di mercato” della Cdu di Konrad Adenauer e del suo ministro dell’Economia Ludwig Erhard. Se oggi il Ppe è altra cosa da quello delle origini, lo è anche per la trasformazione del suo storico membro tedesco, che pare stia allevando giovani leve sempre più incuranti del senso di solidarietà che animava quegli illustri esempi del dopoguerra.

Philipp Missfelder è il presidente della “Junge Union”, ovvero dei giovani della Cdu tedesca. E’ un rampante esternatore di ventitré anni che negli ultimi mesi ha fatto più volte parlare di sé. Prima per un’iniziativa di sostegno alla guerra di Bush in Iraq (cui erano invece contrari autorevoli leader del suo partito, come lo stesso ex candidato Cancelliere Edmund Stoiber). Poi, soprattutto, con un’intervista che ha rilasciato in agosto al quotidiano berlinese Tagesspiegel e che è stata ampiamente ripresa dai media tedeschi.

Missfelder ha detto che sarebbe ora che gli ottantacinquenni comincino a pagarsi da soli le dentiere e le anche artificiali, visto che “ai vecchi tempi la gente andava in giro con le grucce”, e ha criticato i politici che, in ogni partito, hanno “tradito” il principio di solidarietà tra generazioni, perché il sistema sociale tedesco favorisce gli anziani a spese dei giovani. Rispondendo alla Bild-Zeitung, Missfelder ha poi aggiunto: “Tutto ciò che esula da un trattamento normale deve essere tolto dal catalogo dell’assicurazione sanitaria per i pensionati ed essere finanziato privatamente”.

Le dichiarazioni del leader della JU hanno trovato scarso consenso anche all’interno del suo stesso partito, e hanno ovviamente provocato la reazione indignata del Ministro della Famiglia, la socialdemocratica Renate Schmidt, che ha parlato di “polemica inumana”, “per nulla scusabile, anzi resa ancora più grave dalla giovane età di Missfelder”.

Anche Business Week è rimasto sorpreso dal tono del giovane cristiano-democratico, e ne ha preso spunto per fare un discorso piuttosto preoccupato sulle prospettive della Germania e dell’Europa in generale, nel caso in cui nel vecchio continente non si mettesse mano ad una seria riforma del sistema sociale. “Missfelder può essere stato politically incorrect – ha scritto il settimanale – ma ha toccato un punto importante”. Anche in Germania, infatti, le difficoltà economiche stanno rendendo sempre meno un tabù il tema della riforma del Welfare, tanto che il governo Schroeder propone di incrementare da 65 a 67 anni l’età legale di pensionamento.

“C’è un sentimento crescente di incomprensione e persino rabbia nei confronti degli anziani”, dice un giovane manager intervistato da Business Week. Si teme che, anche a causa del basso indice di natalità, il generoso trattamento ricevuto dagli anziani di oggi renderà insostenibile in futuro non solo il sistema pensionistico, ma anche quello sanitario. Se oggi in Germania ci sono quattro persone in età lavorativa per ogni anziano che abbia almeno 65 anni, entro il 2040 il rapporto sarà di due a uno. “Entro il 2050 – sintetizza il settimanale newyorkese – la Germania sarà un ghetto geriatrico impoverito”.

Intanto i giovani dei due principali partiti tedeschi sono su posizioni diametralmente opposte. Gli “Juso”, i giovani socialisti della Spd, concordano con le critiche che i sindacati muovono, da sinistra, al governo. I giovani della Cdu guardano invece al modello americano, all’idea cioè che si dovrà pagare per ottenere la propria pensione. Il rischio paventato da tutti è quello che si arrivi, come si dice anche nel dibattito italiano, ad uno “scontro tra generazioni”, che sembrerebbe annunciato dai risultati di un sondaggio condotto ad aprile in Germania, secondo il quale il 62% dei giovani sotto i 25 anni vede come “conflittuale” il rapporto con la generazione più anziana. Se ci sarà conflitto tra le generazioni, sarà certo merito anche della “sensibilità” sociale di Philipp Missfelder, giovane stella della politica tedesca che si gode l’attesa fama procuratagli da una stanca giornata di agosto.



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