Sabato
30 agosto ² morto Donald Davidson. Nato nel 1917,
² stato uno dei pið importanti filosofi del XX secolo.
Allievo di Whitehead e Quine, ha dato contributi importanti
alla teoria della scienza, del significato e della
veritö. Per ricordarlo pubblichiamo parti di un'intervista
autobiografica uscita sul numero 76 della rivista
Reset.
Potremmo cominciare con una domanda sulla sua formazione
intellettuale. Professor Davidson, che cosa l'ha convinta
a studiare la filosofia?
Ž difficile dirlo. Mi pare di aver sempre apprezzato
la discussione e il dibattito, ma penso che sia stato
il mio interesse per la letteratura a portarmi a leggere
per la prima volta la filosofia quando avevo pið o
meno quattordici anni. Ovviamente ho letto molte cose
di Nietzsche e un po' di Platone, semplicemente quello
che riuscivo a trovare. Non appena giunto al college
cominciai a seguire i corsi di filosofia, bench³ non
fosse questo il mio campo privilegiato, che era la
letteratura. Prima di tutto quella inglese, che poi
divenne a poco a poco letteratura comparata e storia
delle idee. Ho anche studiato il greco antico fin
dall'inizio al college. Non posso proprio dire se
vi fu qualcosa che fece la differenza. Semplicemente
cominciai a interessarmi sempre pið alla filosofia.
Ma non decisi di diventare un filosofo fino a quando
non presi il diploma di laurea. Non avevo alcun progetto.
Per una specie di coincidenza fui invitato a ritornare
ad Harvard per specializzarmi nello studio dei classici
e della filosofia.
Com'era l'atmosfera filosofica ad Harvard durante
gli anni della sua formazione?
Ad Harvard c'erano molte persone nel dipartimento
di filosofia che erano molto conosciute non solo come
filosofi ma come personalitö pubbliche. Solo per nominarne
tre: Ralph Perry in filosofia morale, C.I. Lewis e
William Ernest Hocking. Quando io cominciai ad Harvard
Whitehead insegnava ancora e l'ultimo anno in cui
insegn÷ fu il 1936-37, cio² il mio secondo anno di
universitö. Seguii ciascuno dei due corsi che tenne
e rimasi suo amico per molti anni dopo il suo ritiro.
Egli ha avuto una grande influenza su di me. Fu questo
il mio background. A partire dal momento in cui divenni
senior, e certamente dopo la laurea, il positivismo
logico cominci÷ ad avere degli estimatori anche negli
Stati Uniti, in gran parte perch³ molti di quelli
che fuggivano dalla Germania vennero qui. Quine svolse
un ruolo decisivo invitando molti di questi personaggi
a venire e tenere delle lezioni; mi ricordo in particolare
di Carnap e Tarski. Questo cambi÷ notevolmente l'atmosfera.
Anzi, dovrei dire che per quanto mi riguarda la cambi÷
profondamente, perch³ divenni sempre pið interessato
alla filosofia analitica.
Quali sono le figure che hanno maggiormente influenzato
il suo lavoro (a parte Quine ovviamente)?
Dopo la laurea e per un gran numero di anni non sentivo
di avere degli interessi esclusivi in qualche settore
della filosofia. Trovavo tutto affascinante. Ho dovuto
insegnare quasi tutto: l'etica, l'epistemologia, la
filosofia antica e la moderna, Platone e Hume, l'estetica
e la filosofia del linguaggio. Non so se qualcuno
di questi abbia influito pið di altri. Ovviamente
quando finalmente cominciai a leggere Quine, come
molti altri in quel periodo, fui travolto dalla passione.
Fui anche influenzato da Carnap, Goodman, Russell
e Frege. Pið tardi mi avvicinai agli studi di Tarski
sulla veritö e da allora ho continuato a pensare che
il suo sia l'unico approccio veramente chiaro alla
semantica. Come tutti gli altri, fui certamente influenzato
da Wittgenstein, bench³ non sia facile dire dove l'influsso
si lasci osservare. Se dovessi continuare in questo
elenco l'allungherei troppo, quindi lascio perdere.
Perch³
pensa che il concetto di veritö debba essere riabilitato?
Perch³ ² sotto un attacco generalizzato, da parte
di chiunque. Brandom sarebbe un buon esempio. Ž uno
di quelli che pensano che la nozione di veritö sia
in realtö molto poco importante. Da questo punto di
vista, egli ² ci÷ che si chiama un deflazionista.
Il deflazionismo di un tipo o di un altro ² popolare
non soltanto fra i filosofi odierni, ma anche fra
i teorici della letteratura e i critici, i sociologi,
gli storici e molti altri. Sostengono che non c'²
una cosa come la veritö: ci÷ che chiamiamo veritö
² solo una costruzione sociale. Mi dispiace ma Rorty
ha giocato un ruolo importante nell'incoraggiare molte
persone nelle scienze sociali e nella critica letteraria
a pensare che la nozione di veritö oggettiva sia un
mito. Ha detto che la veritö ² ci÷ che la maggioranza
delle persone in un dato momento accettano: ha anche
citato James con approvazione per aver detto che la
veritö ² ci÷ che ² bene credere. Queste sono concezioni
contro cui dovremmo batterci. Secondo me, la nozione
di veritö ² un concetto essenziale per comprendere
le persone; non potremmo avere nemmeno una credenza
se non avessimo il concetto di veritö. Ecco perch³
penso che la veritö debba essere riabilitata.
Qual ² il futuro della filosofia analitica?
Dipende da cosa intendiamo con filosofia analitica.
Rorty, nel suo La filosofia e lo specchio della
natura, riteneva che filosofia analitica significasse
innanzitutto qualcosa come l'epistemologia dei positivisti
logici. Questa linea di ricerca in teoria della conoscenza
² morta e molte delle altre concezioni dei positivisti
non attraggono pið la maggior parte di noi. Ma se
con filosofia analitica intendiamo semplicemente una
devozione per la chiarezza e l'argomentazione, allora
mi sembra che possiamo solo sperare che continui per
sempre. Penso che Socrate, Tommaso d'Aquino, Cartesio,
Leibniz, Kant, Hume, G. E. Moore, Carnap e perfino
la maggior parte dei filosofi prima del XIX secolo
e dopo siano stati dei filosofi analitici.
Perch³ Socrate?
Quello che voleva era capire bene le cose. Non si
fermava alle opinioni interessanti. Voleva vedere
come quelle opinioni potessero stare assieme ad altre
opinioni che la gente aveva. Era interessato a trarre
le conseguenze derivanti dal credere questo o quello.
Questa ² filosofia analitica.
Quali aree della cultura possono trarre profitto
dal contributo della filosofia analitica?
Nel senso ampio che do al termine filosofia analitica,
non c'² nessun campo della cultura che non possa avvantaggiarsi
del suo atteggiamento aperto e problematico. Se dovessi
dire quali delle aree che confinano con la filosofia
sembrano oggi particolarmente mature per il lavoro
filosofico, direi che la psicologia ² una di queste.
Non ² propriamente un ambito problematico, ma un insieme
di diverse cose che la gente fa. Una gran parte delle
cose su cui lavorano gli psicologi sono talmente prossime
ad avere un diretto interesse filosofico che questo
ne fa delle ottime aree di interazione se non di collaborazione.
Le scienze sociali e la linguistica sono altre aree
in cui si ² registrata una grande interazione, un'interazione
che potrebbe crescere ulteriormente. Lo stesso vale
per la teoria della letteratura.
Per Socrate fare filosofia ² vivere; per Nietzsche
² un'attivitö monacale. Che cos'² per lei la filosofia?
Per me fare filosofia significa cercare di conservare
una mente aperta.
Quali aspetti della ricerca psicanalitica possono
trovare un collegamento vitale con le questioni filosofiche
- e con quali?
La teoria psicanalitica ², fra le altre cose, una
teoria su come funziona la mente. Come tale, non ha
bisogno di venire collegata con la filosofia: ² giö
filosofia, filosofia della mente. Un'area particolarmente
interessante riguarda la natura di varie forme di
irrazionalitö, un argomento che ha interessato i filosofi
almeno a partire da Platone.
Quali sono le qualitö di un buon filosofo? Quali
sono i filosofi passati e presenti che ammira maggiormente?
Fortunatamente non esiste una risposta alla prima
domanda. Penso che ci siano infiniti modi di fare
della buona filosofia e io sono veramente favorevole
a ciascuno di questi. Lasciamo che diano i loro frutti.
Non cercherei di scegliere. I due filosofi che ammiro
di pið sono Aristotele e Kant, perch³ ci hanno dato
molto lavoro da fare.
Secondo lei quali sono le opere filosofiche fondamentali
del ventesimo secolo?
Penso che i due libri fondamentali del '900 siano
i Principia Mathematica di Russell e Whitehead
e le Ricerche filosofiche di Wittgenstein.
Se dovesse tracciare una genealogia della filosofia
americana contemporanea dove si collocherebbe?
Ecco un suggerimento. Si parte con i neokantiani:
² qui che prese avvio Dewey. Dewey influenz÷ C.I.
Lewis, il quale diede all'epistemologia una svolta
pragmatista. L'epistemologia di Quine ² molto simile
a quella di Lewis. Certo, bisogna eliminare i sense
data, ma Quine ha un sostituto per i sense data,
vale a dire il significato stimolo. Bisogna anche
eliminare la distinzione analitico-sintetico. Con
questi cambiamenti l'epistemologia di Lewis e quella
di Quine sono molto simili. Ora, sono queste tre le
radici del ramoscello che rappresento. La mia epistemologia
si differenzia da quella di Quine per il fatto che
io non ho alcun sostituto per i sense data, e dunque,
diversamente da Quine, non sono un empirista. Quine
alla fine ha abbandonato l'idea di significato stimolo
in filosofia del linguaggio, ma ² rimasto un empirista
in epistemologia. C'² un altro aspetto nella mia concezione
che pone l'accento sul carattere sociale del significato
e del pensiero. Questa ² un'idea che percorre i pragmatisti
ed ² particolarmente forte in Mead e in Wittgenstein.
Veda lei se le riesce di farla entrare nell'albero.
Quali valori e quali idee filosofiche vorrebbe
che venissero alla ribalta nel ventunesimo secolo?
Penso che vedremo sempre pið filosofi con una preparazione
approfondita in qualche altra disciplina. Ogni sorta
di discipline: psicologia, psicoanalisi, sociologia,
fisica, genetica, linguistica. Non abbiamo abbastanza
filosofi della fisica che conoscano davvero la fisica.
E questo sta certamente diventando un campo assolutamente
affascinante. Se ci spostiamo sull'estetica, abbiamo
bisogno di competenze profonde nei vari campi: pittura,
musica, cinema, teatro, danza. Un altra questione
che guadagnerö in definizione ² la natura del pensiero
pre-proposizionale o di quello non proposizionale,
il pensiero animale. Questo pensiero non ² proposizionale
ma pu÷ essere complicato e sofisticato. Non ² che
siano mancati i contatti con la filosofia, ma mi sembra
che fino ad ora quei contatti non abbiano portato
lontano e penso che lo faranno. Ž un campo enorme
- e ho il sospetto che a ci÷ si colleghino molti dei
problemi che sorgono in connessione con le scienze
dello sviluppo. Ma queste sono solo considerazioni
personali.
Quali questioni pensa che siano definitivamente
obsolete e che non meritino di essere portate avanti
nel prossimo secolo?
Una questione che penso che dovrebbe essere [data
per] morta ² il vecchio scetticismo riguardo a ci÷
che i sensi ci dicono del mondo. Se questo ² un non-problema,
possiamo tirare una riga su gran parte dell'epistemologia
che ² stata fatta negli ultimi secoli, perch³ era
stata in buona parte progettata per rispondere a quel
tipo di scetticismo. Questa osservazione riflette
un mio pregiudizio. Ma sono felice che n³ io n³ nessun
altro sia nella posizione di legiferare su come in
futuro debba svilupparsi la filosofia.
Qual ² il suo rapporto con la religione? Quale
religione pensa che si avvicini maggiormente alla
veritö?
Nessuna. Per quanto mi riguarda sono ateo e lo sono
sempre stato. Molte delle affermazioni della religione
sono buoni candidati per proposizioni che non hanno
un valore di veritö.
(traduzione di Sergio Levi)
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