Quello
che segue è il testo dell'intervento di Elisabetta
Brunella, Segretario Generale di MEDIA Salles, al
Seminario “How to increase the circulation of
European non- national films in Europe. The role of
co-distribution & new technologies” organizzato
dall'associazione a Venezia dal 28 al 31 agosto, in
concomitanza con la 60ma Mostra d'arte cinematografica.
Una versione precedente di questo testo è apparsa
sulla Newsletter di MEDIA Salles “European Cinema
Journal”, n. 2, maggio 2003.
La frequenza nelle sale cinematografiche dell’Europa
Occidentale nel corso del 2002 presenta indicazioni
così contrastanti che una loro interpretazione
risulta difficile. Sembrano così autorizzate
letture opposte, poiché è possibile
sottolineare la crescita di alcuni mercati, ma anche
il calo di altri, come ci si può concentrare
sull’affermazione dei film nazionali in certi
casi, oppure sulla loro flessione in altri. Un quadro
di tale genere richiede, dunque, un’analisi
attenta e una certa cautela nella formulazione di
ipotesi. Uno sguardo generale sui 16 territori di
cui sono disponibili i dati, seppur ancora provvisori,
rivela che il numero totale dei biglietti venduti
è cresciuto, tra il 2001 e il 2002, di circa
lo 0,8%, passando da 924 milioni a 931 milioni. In
un quadro che sembrerebbe di sostanziale stabilità,
si notano invece andamenti assai diversi.
Tale difformità riguarda sia i mercati più
grandi, cioè i cinque che contano almeno cento
milioni di spettatori, sia quelli più piccoli.
Nel primo gruppo la Francia chiude il 2002 con 184,46
milioni di biglietti venduti, cioè con una
lieve diminuzione, pari allo 0,7%, rispetto al 2001
(185,82 milioni). È questo comunque il secondo
miglior risultato dal 1985, che consente alla Francia
di confermare il suo ruolo di primo mercato europeo.
A una doppia lettura – ancora una volta! –
si prestano le cifre relative al risultato dei film
nazionali: nel 2001 i titoli francesi avevano venduto
77 milioni di biglietti, nel 2002 ne totalizzano 65
milioni. Un calo molto sensibile (la quota di mercato,
in termini di presenze, è passata infatti da
oltre il 41% al 35%) ma, in termini assoluti, pur
sempre il secondo miglior risultato dal 1986.
Se la Francia sembra in linea con la tendenza che
emerge dai dati complessivi per l’Europa Occidentale,
la Spagna e, soprattutto, la Germania vedono diminuire
il numero dei propri spettatori, e in misura rilevante.
La Spagna, perdendo sei milioni di biglietti, indietreggia
del 4,2%, dopo un periodo di crescita ininterrotta
che durava dal 1989, mentre la Germania arretra addirittura
del 7,9%, passando da quasi 178 milioni di biglietti
a circa 164. Una delle ragioni è proprio la
mancanza di ciò che era stato alla base del
balzo in avanti del 2001: una produzione nazionale,
cioè, capace di ripetere il risultato eccezionale
di Der Schuh des Manitu (oltre 10,5 milioni di biglietti
venduti), uno dei fattori che nel 2001 aveva consentito
alla Germania di quasi insidiare il primato della
Francia.
L’andamento del mercato italiano e di quello
britannico sono invece di segno positivo. In Italia,
secondo i primi dati disponibili, gli schermi attivi
almeno 60 giorni hanno totalizzato poco più
di 108 milioni di biglietti, con un incremento che
si aggira intorno al 2,7%. Decisamente più
lusinghieri i risultati del Regno Unito, che guadagna
20 milioni di spettatori e diventa così il
secondo mercato europeo sfiorando i 176 milioni di
presenze (quasi +13%). Alla base di questo risultato
da record c’è sicuramente il grande successo
di due film dal “sapore britannico” come
Harry Potter and the Chamber of Secrets e Die Another
Day.
A differenza dei cinque maggiori mercati, i territori
di minori dimensioni sembrano accomunati da un andamento
più omogeneo e tendenzialmente positivo. In
controtendenza c’è solo la Norvegia (-
3,5%) dove, similmente alla Germania, manca nel 2002
l’eccezionale affermazione del cinema nazionale
che aveva caratterizzato il 2001. I film norvegesi,
infatti, nel 2002 ottengono il 7,5% delle presenze,
da confrontare con il 14,9% del 2001. Tra i territori
in crescita spicca la Finlandia. L’unico mercato
dell’Europa Occidentale che, con l’Islanda,
nel 2001 aveva subito un calo importante mostra nel
2002 una crescita notevole (17,8%), grazie anche al
successo delle produzioni nazionali, che si sono aggiudicate
oltre 1,3 milioni di biglietti (cioè il 17%
del totale), con quattro film che hanno superato i
200 000 spettatori.
In questo gruppo anche la Svizzera vede un aumento
significativo dei suoi spettatori (quasi il 10%),
così come l’Irlanda (8,6%) e la Danimarca
(8,3%). Tassi di crescita minori sono quelli del Belgio
(circa il 2%), dei Paesi Bassi (1,4%), dell’Austria
(1,4%), del Lussemburgo (1,3%) e della Svezia (1,1%).
Per quanto riguarda i Paesi Bassi, è opportuno
segnalare la significativa quota di mercato ottenuta
dai film nazionali nel 2002 (circa il 10,5% delle
presenze totali), ancora migliore di quella del 2001
(9,5%). Italia e Germania mantengono una frequenza
cinematografica annua pro- capite molto bassa (1,9
volte l’anno), notevolmente inferiore a quella
sia di mercati maggiori come la Spagna (3,48) e la
Francia (3,11), sia di mercati di dimensioni più
ridotte, risultando superiore solo a quella della
Finlandia (1,48) e dei Paesi Bassi (1,5).
Segnali negativi provengono invece dall’Europa
Orientale e dal Bacino del Mediterraneo. Qui nove
territori, sui tredici di cui sono disponibili i dati,
perdono spettatori e sull’insieme dell’area,
che totalizza 99 milioni di biglietti venduti nel
2002 rispetto ai 104 del 2001, il calo sfiora il 5%.
Anche qui però le diversità sono molto
sensibili. Il più importante mercato dell’Europa
Orientale, la Polonia, cala del 2%, restando sopra
la soglia dei 27 milioni di spettatori e registrando
comunque il terzo miglior risultato dal 1991. L’Ungheria
mostra un andamento similare (- 3%). Positivo è
invece il risultato della Repubblica Ceca (3,2%).
Tra i mercati dell’Europa Orientale inferiori
ai dieci milioni di spettatori, cresce, e non di poco,
l’Estonia: superando il milione e mezzo di spettatori,
con una crescita del 19,5%, raggiunge una frequenza
media annuale per abitante superiore a 1 (1,14). Anche
qui il successo eccezionale di un film estone, che
risulta essere il più visto dell’anno,
con l’8,7% degli spettatori, sembra confermare
la teoria che vuole le produzioni nazionali capaci
di creare un pubblico aggiuntivo. Ugualmente di segno
positivo sono i risultati della Slovenia (12,6%) e
della Repubblica Slovacca (2,5%).
Continuano, invece, a diminuire gli spettatori in
Lettonia, dove nel giro di due anni si è registrato
un calo molto forte (da quasi un milione e mezzo di
spettatori a poco più di un milione, cioè
-26,6%, in due anni). La Lituania, che subisce un
forte ridimensionamento (- 19%), ottiene comunque
uno dei migliori risultati degli ultimi cinque anni,
tutti di gran lunga superiori in termini di presenze
a quelli del periodo antecedente il 1998 (in questo
anno furono 1 594 000 i biglietti venduti, nel ’96
erano stati meno di un terzo: 470 000). Spettatori
in calo anche in Iugoslavia (- 0,8%), Croazia (- 5,7%),
Romania (- 7,2%). Tra i paesi Mediterranei la Turchia
soffre di una diminuzione molto importante (- 14,5%),
mentre Cipro resta sostanzialmente stabile (- 0,5%).
In sintesi il 2002 lancia segnali preoccupanti, che
in alcuni mercati sembrano ribaditi dall’andamento
dei primi mesi del 2003, e pare confermare la percezione
del Continente Europeo, per quanto riguarda il consumo
di cinema in sala, come un insieme di mercati dalle
caratteristiche fortemente specifiche e non facilmente
riconducibili a letture unitarie. Tuttavia, nonostante
il ridimensionamento delle presenze verificatosi nell’ultimo
anno in alcuni mercati il trend delle presenze degli
ultimi dieci anni si conferma positivo, con incrementi
che nel 2002 hanno superato il 50% rispetto al 1992
in diversi paesi, quali il Lussemburgo (137,9%), l’Irlanda
(120,6%), la Gran Bretagna (79,4%), i Paesi Bassi
(76,3%), la Spagna (68,9%), la Francia (59%) e la
Germania (54,9%).
(...)
Ora, riassumendo tutti i dati disponibili sulla circolazione
dei film europei nei principali mercati dell’Europa
Occidentale nel 2002 emerge come solo una piccola
percentuale dei film distribuiti nel Paese di origine
varchi le soglie nazionali. Il mercato nel quale viene
distribuito il maggior numero di film nazionali ed
europei è di gran lunga quello francese, con
il 68,5% dei film visti di origine nazionale. In Europa
Occidentale i film francesi sono stati distribuiti
nel 2002 soprattutto in Svizzera (203 film) e in Spagna
(150) e in misura molto inferiore in Italia (99) e
in Svezia (83). Le maggiori presenze medie per film
sono state ottenute, tuttavia, in Italia (57 148)
e in Belgio (38 414), paesi nei quali i film francesi
hanno realizzato mediamente un numero di presenze
per film superiore a quello registrato in Francia
(34 945).
I film britannici sono stati distribuiti nel 2002
in numero maggiore in Francia (271) e in Spagna (113)
e hanno ottenuto, rispetto a tutti gli altri film
europei, le presenze per film più alte, con
valori elevati specialmente nei Paesi Bassi (118 167),
in Belgio (74 906) e in Italia (71 539). I film italiani
hanno realizzato nel mercato interno il valore medio
di presenze per film (91 608) più alto fra
quello ottenuto dai film europei nel loro paese di
origine, a causa di una forte concentrazione delle
presenze dei film italiani su pochissimi titoli.
Al di fuori dei confini nazionali i film italiani
hanno trovato una distribuzione numericamente significativa
solo in Francia (138) e in Svizzera (54), realizzando
un numero medio di presenze per film che non supera
i 4 000 biglietti nella maggior parte dei Paesi (Francia,
Spagna, Danimarca, Svezia, Svizzera). I film tedeschi
nel 2002 sono stati distribuiti soprattutto in Spagna
(286), in Svizzera (103) e in numero inferiore in
Francia (85), dove però hanno venduto il maggior
numero di biglietti (1,5 milioni). In Italia i film
tedeschi distribuiti sono stati solo 18. Hanno peraltro
realizzato il maggior numero di biglietti venduti
(965 mila) dopo quelli ottenuti in Francia.
I film spagnoli sono stati visti soprattutto in Francia
(79), totalizzando le presenze maggiori in Francia
(3,7 milioni) e in Italia (1,2 milioni). Per quanto
riguarda, infine, la circolazione dei film europei
nei principali mercati dell’Europa Orientale
e del Bacino del Mediterraneo nel 2002, si può
notare come il maggior numero di presenze sia stato
ottenuto dai film francesi in Polonia e in Ungheria,
dai film britannici, spagnoli e tedeschi in Ungheria
e nelle Repubblica Ceca, mentre i film italiani sono
riusciti a ottenere una presenza significativa solo
in Polonia, con 215 mila biglietti venduti nel 2002.
Purtroppo non sono ancora disponibili i dati relativi
alle presenze realizzate dai film europei nel Regno
Unito.
Il link:
MEDIA SALLES
www.
mediasalles. it
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